Vaffanculo campione
Avevo sempre creduto che certi comportamenti fossero solo italici, e invece no: qualche giorno fa La Stampa riporta il caso del ragazzino meraviglia del nuoto britannico, Tom Daley, che da quando è diventato famoso per aver partecipato alle Olimpiadi a quattordici anni non vive più in pace: a scuola lo prendono tutti in giro.
Naturalmente può darsi che le cose non stiano proprio così o che Daley sia un po’ troppo sensibile, ma viene proprio da chiedersi: se come zimbello della scuola viene scelto uno così, qual è il criterio per essere accettato (non dico ammirato) dai quattordicenni inglesi?
I campioni non hanno mai vita facile; le persone amano riporre aspettative spropositate in perfetti sconosciuti per poi criticarli e scaricarli al primo stormir di fronde. Nello sport succede spesso che giovani di belle speranze stupiscano e poi, alla prima difficoltà , si perdano; alle volte non riemergono più, alle volte finiscono proprio male, alle volte si riscoprono e ritrovano se stessi fuori tempo massimo e diventano campioni molti anni dopo, come l’Eugenio Corini. Pur lasciando Rosina alla sua crisi esistenziale sulle orme (queste o forse queste) di Domenico Morfeo, dal punto di vista prettamente umano non possiamo non chiederci perché questi giovanotti e giovanottissimi non vengano mai lasciati in pace (che poi è il presupposto per ritrasformare un vecchio ciccione in un eterno campione).
E’ come se l’essere umano medio avesse bisogno di un modello astrattamente migliore di lui, ma solo per usarlo come puntaspilli; con ciò confermando la teoria per cui l’umanità , statisticamente, preferisce il cazzeggio al progresso.
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28 Aprile 2009, 20:42
Nei tuffi a 14 anni non sei tanto un “giovane di belle speranze”… sei quasi all’apice della carriera!
“qual è il criterio per essere accettato (non dico ammirato) dai quattordicenni inglesi?”: probabilmente bere e drogarsi, invece che farsi il mazzo per diverse ore al giorno in uno sport poco “maschio” :-P
28 Aprile 2009, 21:30
sono stato olimpionico di nuoto a 15 anni e ho avuto una bella carriera in tale sport fino ai 30 anni A scuola nessuno mi ha mai preso in giro, o meglio, se ne sono pentiti amaramente quando ci hanno provato. La vita di uno sportivo è come quella di ogni altro ragazzino. Se hai gli attributi ti fai rispettare; non parlo di pugni o esibizioni di bicipidi, ma di carattere e personalità . Ricordate Fonzy; in ciascuno di noi c’è un Fonzy basta avere carattere e svergognare i “nonni” facendo vedere che non li si teme. ino
29 Aprile 2009, 09:11
Magari, semplicemente, il povero Tom è un po’ “strano”. Un freak, uno sfigato insomma. Tipo il ragazzino del film About a Boy (vabbè, non è una gran citazione ma non è mica colpa mia se la mia compagna mi obbliga a vederelo ogni volta che lo danno in TV!).
Peter dice che gli sportivi sono come tutti gli altri ma, magari Tom, per essere un campione a quell’età , si fa appunto un gran mazzo anziché andare alle feste a bere e drogarsi. Già questo lo esclude e lo rende diverso… e i ragazzini sono dei gran bastardi!
MAGARI…
29 Aprile 2009, 14:56
Ecco, quando sei un po’ piu’ incazzoso mi piaci! Altro che fa’ passa’ avanti gli Ominidi Furbetti alla cassa di Lidl … viuleeeeenzaaaaaaa