Reazioni da strega
Di norma, qui non si parla di scandali di cronaca nera, nonostante essi diano ampi spunti per riflettere sulla società italiana. Eppure, leggendo degli ultimi sviluppi del caso di Garlasco, qualche pensiero mi è venuto subito alla mente.
Secondo la nuova ricostruzione, infatti, pare che la ragazza sia stata uccisa dal fidanzato dopo che lei aveva scoperto sul suo computer delle presunte immagini pedofile. L’articolo della Stampa di ieri – in quest’era post-C.S.I. – si dilunga con racconti minuziosi e anche un po’ ridicoli su tutto questo dispiego di tecnologia, vantando le tecniche prodigiose e i mezzi avanzatissimi utilizzati dal Ris di Parma per scoprire le immagini sul computer del ragazzo (Esplora Risorse?). Si dice che, secondo le “tracce” ritrovate, egli avrebbe addirittura condiviso ben due di queste immagini tramite Emule (brivido).
Ammesso che questa situazione sia vera, io ho provato a immaginarmela: pensate di essere una ventenne lombarda come tante altre, cresciuta in una famiglia media, certo con un paio di cugine gemelle che farebbero qualsiasi stupidaggine pur di apparire in televisione, ma insomma normale. Avete un fidanzato con cui – almeno stando a quel che si diceva in questi mesi – state tutto sommato bene; magari ogni tanto litigate, ma senza una relazione particolarmente tesa. Un giorno, mentre usate il suo computer per guardarvi la posta, con il tipico farsi i fatti degli altri intuito delle donne scoprite che ci sono alcune immagini di minori “a sfondo sessuale”.
Aprendo una parentesi, qui non è per ora dato sapere cosa fossero veramente queste immagini, cioè se raffigurassero veramente atti sessuali con bambini o bambini e basta o magari semplicemente una diciassettenne ripresa col telefonino, e se veramente il ragazzo avesse delle tendenze pedofile o se invece quelle foto fossero arrivate lì per tutt’altro motivo e magari cancellate alla prima occasione. Comunque, conoscete bene la persona in questione e non penso che, di punto in bianco, vi venga da pensare che è un mostro. Quindi, cosa fareste?
Probabilmente gli chiedereste spiegazioni. Magari cerchereste di capire se ha dei problemi relativi al sesso, cosa che peraltro, se state insieme da un po’, dovreste già sapere. Ma ecco, non mi viene in mente nessuno scenario che possa far sì che l’altro reagisca ammazzandovi seduta stante avendo questo come motivo fondamentale. Potrebbe al massimo succedere che voi abbiate già delle serie liti in corso, tali da aver maturato rabbia omicida, e questo sia soltanto un fattore scatenante.
Se invece è veramente questo ciò che è successo, cioè se una persona che ti vuol bene e che prima non aveva alcuna intenzione di farti del male ti ammazza improvvisamente solo perchè tu scopri che ha delle foto di bambini sull’hard disk, vuol dire che la semplice scoperta di una immagine di quel genere può essere percepita da una persona sostanzialmente normale come una minaccia mortale, tale da uccidere in risposta.
La pedofilia è un problema serio, ma non si può mettere tutto insieme e sullo stesso piano, l’azione, il sostegno all’azione, il guardare l’azione, il parlare dell’azione; nè si può dimenticare che le tendenze sessuali di ogni genere derivano da schemi psicologici profondi, spesso coercitivi, e non sempre sono frutto di libera scelta o di piena fermità mentale. Si tratta di un campo dove i confini sono sottili e le valutazioni sfumate, tanto che la stessa definizione di “immagine pedopornografica” varia moltissimo da persona a persona, e che secondo certe definizioni, per esempio, buona parte dei fumetti giapponesi sarebbe pedofilia.
Per questo io spero che si scopra che avevano già litigato per altri motivi, o che lui è pazzo, o qualche altro motivo. Perché se una reazione così inconsulta, per paura bestiale, fosse stata provocata dalla caccia alle streghe e dal polverone che sono stati montati in questi anni sulla pedofilia via Internet, vorrebbe dire che l’omicidio si sarebbe potuto evitare, se solo l’argomento fosse stato approcciato da tutti – media e politici in primis – con più cautela e più serietà .
[tags]omicidio, pedofilia, pedopornografia, garlasco, stasi[/tags]
22 Dicembre 2007, 23:13
Assomiglia a garantismo peloso quello invocato per i pedofili di ogni ordine e grado, attraverso la citazione di ipotetiche motivazioni psicologiche del loro agire e senza che sia spesa una parola per i bambini, vere vittime impotenti di adulti senza scrupoli. Rispettare il diritto dei pedofili a vedere comprese le loro motivazioni non esime dal cercare di contrastare il fenomeno pedofilia anche attraverso campagne di sensibilizzazione, che personalmente non definirei “polveroni” o “caccia alle streghe”: le streghe forse appartengono al mondo della fantasia, i delitti dei pedofili sicuramente riempiono le pagine dei giornali.
23 Dicembre 2007, 00:52
Premessa: personalmente ritengo che abusare sessualmente di un bambino (per soddisfazione sessuale o per produrre materiale pornografico) sia una cosa orrenda, e non invoco garantismo in questo senso.
Ora però riflettiamo con calma.
Concordo pienamente con gli ultimi due paragrafi di vb: chiunque si documenti un po’ a proposito di Internet ed argomenti correlati sa benissimo che in Italia in tema di pornografia minorile c’è un accanimento notevole (non sto qui ad elencarvi tutte le fonti, ma potrete trovare tutti i punti seguenti in Punto Informatico o sul blog dell’avvocato Daniele Minotti), per esempio:
* alcuni anni fa c’è stata un’incriminazione di massa (un migliaio di indagati) basandosi sulle seguenti accuse: “similitudini nelle spese effettuate tramite carta di credito”. Ovviamente quasi tutte le accuse sono state archiviate prime del processo.
* altra operazione antipedopornografia: nel 2006 la PolPost ha diffuso tramite eMule dei filmati illegali sequestrati ed ha incriminato chiunque li avesse scaricati. Uno di essi ha scritto a PI dicendo che non era sua intenzione scaricare tale filmato, ma è stato vittima di un fake; anche se questa difesa non fosse vera sarebbe comunque verosimile, dato il funzionamento della rete eDonkey. E comunque (anche se al fine di incastrare dei consumatori di tale materiale) tale operazione ha portato ad una diffusione di materiale illegale a persone che per vari motivi l’hanno fatta franca.
* Qualche mese fa dei quattordicenni livornesi hanno filmato, in proprio, i propri festini orgiastici. Ora sono accusati di produzione di pornografia minorile anche se mi sembra chiaro che non ci sia stata alcuna forma di sfruttamento. Per la legge italiana l’età del consenso sessuale è di 14 anni, ma evidentemente un sedicenne può fare sesso ma non documentarlo neppure per uso personale.
* veniamo al bello: la legge italiana, unica al mondo, ha il reato di “pedopornografia virtuale”. Ovvero: anche se il soggetto della pornografia è maggiorenne ma “appare” minorenne il reato sussiste lo stesso (anche se con attenuanti). Cosa significa “appare”? Una ventenne con due treccine può essere considerata “di apparenza minorenne”? E un fumetto è illegale? L’unica volta che ho sentito parlare dell’applicazione di questa legge è stato per intervenire contro il videogioco “Operazione Pretofilia”, che voleva sensibilizzare sugli episodi degli abusi dei preti (“Sex crimes and the Vatican”) ed in cui i bambini erano rappresentati in maniera molto stilizzata; tuttavia questo caso era altamente politico (satireggiava la Chiesa Cattolica ed il Vaticano).
* è l’unico argomento per cui gli ISP sono tenuti prontamente ad impedire l’accesso agli IP dei server che ospitano tale materiale (e di conseguenza agli eventuali siti legali ospitati sugli stesi server). C’è chi teme che questo sia il primo passo per censurare la Rete su altre questioni (si inizia con pedopornografia e terrorismo per scendere su reati minori o su argomenti controversi – vedi proposta Frattini)
Aggiungiamo tante altre sottigliezze, per esempio…
…la differenza tra un bambino violentato ed una diciassettenne esibizionista
…che la vera crudeltà è l’abusare del minore. Chi compra il materiale pornografico stimola la produzione di tale materiale, ma non è direttamente responsabile della violenza. E chi se lo procura senza pagare non stimola neppure tale produzione.
…la definizione di pornografia è a volte soggettiva: la bambina nuda della pubblicità Coppertone (era Jodie Foster, per la cronaca) è pornografia o no?
La pedofilia (quella vera) è un dramma che spesso si consuma in famiglia. Il possesso di pornografia minorile è un reato, ma l’accanirsi (anche) con i metodi illustrati sopra mi lascia dei dubbi.
I giornali, citati da RidendoMores, sguazzano nella cronacaccia. Credo che 50 anni fa gli abusi sui minori non fossero minore di adesso, ma erano di sicuro più nascosti dai mezzi di informazione: per questo oggi si parla impropriamente di “allarme pedofilia” ed i politici (di tutti gli schieramenti) cercano di rifarsi l’immagine presso il pubblico guidando la Santa Crociata contro i pedofili.
Per quanto riguarda Stasi: sembra che tali immagini fossero state cancellate alcune settimane prima del delitto (vedi qui, ma purtroppo Mantellini non ha citato fonti sull’argomento). I giornali ovviamente non hanno resistito allo scoop (e non hanno approfondito l’argomento, dato che un giornalista di cronaca presumo che sappia veamente poco di computer forensics), ed adesso Stasi è pubblicamente etichettato come “mostro”.
23 Dicembre 2007, 23:39
…e lasciano perplessi anche interventi nei quali due righe di presa di distanza dal fenomeno pedofilia sono seguite da altre cinquanta dove si cerca di ridurre il fenomeno stesso ad esibizionismo adolescenziale o ad una esagerazione mediatica. Giungendo forse inconsapevolmente a suggerire che all’eccessiva attenzione attuale dei giornali era in fondo preferibile il silenzio del passato, dove gli episodi rimanevano confinati in casa o nei seminari.
Si può naturalmente discutere dell’adeguatezza della normativa e degli strumenti di repressione, senza però scordarsi che il punto di partenza dovrebbe comunque essere la tutela dei più deboli.
In tutta questa querelle Internet dovrebbe essere considerato un mezzo, che può essere usato per fini positivi e negativi, per cui non ci si dovrebbe stupire dell’esistenza di punti di vista diametralmente opposti sulla sua gestione. A meno che Internet non sia da considerarsi un Fine…
23 Dicembre 2007, 23:48
Tutela dei piu’ deboli o demonizzazione dei non categorizzati deboli ma parimenti impotenti contro la fitta sassaiola dell’ingiuria?
24 Dicembre 2007, 20:02
Non so, a me interessava solo far notare che creare una isteria collettiva ai limiti del linciaggio contro uno specifico reato provoca ulteriore violenza.
25 Dicembre 2007, 02:34
Facendo un passo indietro al lontano 1998, mi ricordo che stavo preparando la mia tesi in diritto internazionale “armato” di una connessione 56k e poca esperienza nella rete… Google era ancora da venire (almeno x me) e usavo Altavista e Lycos…
Facendo una tesi in dir. Int., avevo bisogno di testi U.S., praticamente introvabili in Italia (a meno di prostituirsi in qualche Uni privata, come poi ho fatto) e li cercavo in rete. Purtroppo, ogni volta che digitavo un qualsiasi vocabolo sul motore di ricerca, una buona percentuale delle pagine, mi mandavano in dei siti porno che mi aprivano pop up a cascata (intasandomi la connessione e facendo sbiellare il pc).
In mezzo a questi pop up, probabilmente ci sarà stato materiale di “dubbia origine” (per usare un eufemismo). Ma se mi avessero controllato il pc e trovato questi “riferimenti” all’epoca, cosa avrei potuto dire in mia difesa? Sarei stato anche io un “mostro” involontario (e inconsapevole, perchè mi mettevo generalmente a smadonnare e a tentare di abbattere le finistre, prima di riavviare il pc se non funzionava l’abbattitura)?
Alle volte mi vengono i brividi al solo pensiero… sbatti il mostro in prima pagina…
P.S. Adesso ho un bel firewall, uso solo Google e non devo fare + lunghe ricerche al pc domestico…