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Archivio per la categoria 'SinchËstèile'


giovedì 18 Marzo 2010, 22:53

Lettera a un amico che vota Bresso o Cota

Caro amico,

ti scrivo perché so che guardi con interesse al Movimento 5 Stelle, ma stai anche pensando di votare Bresso perché hai paura che il Piemonte finisca in mano alla Lega, oppure Cota perché hai paura di beccarti altri cinque anni di Bresso.

So che, dopo le ventimila persone apparse a sentire Beppe Grillo domenica scorsa in piazza Castello a Torino (diecimila per Repubblica, “tremila militanti” per La Stampa), la casta si è presa molta paura. Cota non l’abbiamo ancora visto (in realtà sospettiamo che Cota non esista, o se esiste l’hanno mandato di nuovo in quarta elementare a studiare i confini del Piemonte), ma la Bresso e i suoi amici stanno mettendo in giro la voce che noi, oltre ad essere pericolosi estremisti No Tav No Tutto, siamo anche alleati di Cota, dato che abbiamo criticato pubblicamente Bresso. In realtà noi critichiamo entrambi: li giudichiamo per quello che fanno e non ci piace nessuno dei due. Purtroppo, la nostra classe dirigente non riesce a concepire che ci possa essere qualcuno che fa politica giudicando le singole proposte nel merito, senza essere servo di nessuno: viene dato per scontato che chi critica uno schieramento sia mandato più o meno apertamente dall’altro.

Dicono che noi siamo alleati di Cota e di Berlusconi; detto da gente (uno tra tutti, l’onorevole PD Stefano Esposito) che quando c’era da bocciare lo scudo fiscale in Parlamento e far cadere il governo se ne è andata dall’aula e l’ha fatto passare, mi sembra una affermazione che si ridicolizza da sola. Noi, in realtà, di Berlusconi siamo il peggior nemico: perché lo vogliamo mandar via veramente. Pensaci un attimo: è vent’anni che il centrosinistra a parole vuol mandare via Berlusconi, eppure, nonostante sette anni di governo, non ha mai fatto niente per farlo. E’ una squadra perdente: come minimo sono scarsi, e alcuni magari si son pure venduti la partita. Se il tuo obiettivo è vincere, forse sarebbe ora di cambiare giocatori e dirigenti.

L’unico argomento che ha Cota è il classico “se vince la sinistra arriveranno i comunisti e distruggeranno tutto”; l’unico argomento che ha Bresso è “se vince Cota arriveranno i lumbard e distruggeranno tutto”. Usano tutti e due lo stesso argomento, imitando Berlusconi, per nascondere il fatto che entrambe le coalizioni non hanno uno straccio di idea su come costruire un futuro; giocano su una paura montata ad arte dentro di te. E’ un modo per tenerti bloccato a votare all’infinito le stesse vecchie facce, temendo un nemico che non arriverà mai, in un eterno deserto dei tartari, mentre i generali si mettono d’accordo a cena. Del resto, i dirigenti torinesi hanno già trasferito il Sanpaolo ai milanesi e Iride agli emiliani, e vorrebbero fare lo stesso pure con GTT: alla faccia dell’invasione lombarda.

Personalmente ho apprezzato la buona capacità organizzativa del governo regionale di centrosinistra, anche se pure loro, tra mazzette negli ospedali e dirigenti che arricchivano il proprio fratello, hanno le loro brave magagne – come le aveva il governo di centrodestra. Il problema però non è solo questo, ma è soprattutto il modello di sviluppo che entrambe le coalizioni continuano a proporre: Bresso e Cota hanno in testa solo precarietà e cemento. Dicono una cosa e fanno l’opposto; parlano di federalismo fiscale e danno i nostri soldi ai comuni falliti come Roma e Catania; promettono un lavoro stabile come se non fossero stati loro a promuovere precariato e delocalizzazione; governano, chi qua chi là, avendo come sola idea quella di fare nuove autostrade, nuovi centri commerciali, nuove “città della salute” e nuovi “parchi a tema”, per poi magari cercare di presentarsi come paladini dell’ambiente con qualche operazione di facciata.

Noi avremo pure i nostri limiti; però abbiamo trent’anni e un futuro da costruirci. Bresso ha 65 anni e fa politica da quaranta, Cota ha quarant’anni e parla come un sessantacinquenne. Io non ho nulla contro i sessantenni, ma credo che ora sia la mia generazione ad avere il diritto e il dovere di amministrare questo Paese per tirarlo fuori dalle secche; possibilmente con persone capaci e non con i figliocci di quelli che l’hanno rovinato.

P.S. Dopodiché, se proprio non ti ho convinto, ricorda che a queste elezioni è ammesso anche il voto disgiunto: puoi fare la croce sul nome della Bresso o di Cota e un’altra croce sul simbolo delle cinque stelle (quello sulla sinistra della riga), scrivendo a fianco la preferenza per uno di noi. In questo modo contribuirai sia al risultato della “coalizione meno peggio” che all’elezione di un consigliere a cinque stelle.

[tags]elezioni regionali, piemonte, bresso, cota, movimento 5 stelle, beppe grillo[/tags]

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giovedì 18 Marzo 2010, 11:33

Una richiesta d’aiuto

Innanzi tutto vi ringrazio per l’aiuto e il sostegno che date a me e al Movimento in questa avventura.

Mancano pochi giorni al voto – quelli decisivi. Per questo vi chiedo un aiuto per fare conoscere il Movimento 5 Stelle e il sottoscritto. Quando sentono chi siamo e perché ci presentiamo, moltissime persone sono d’accordo con noi – il nostro problema è che non avendo spazio sui media non riusciamo a raggiungerle.

C’è una serie di cose che potete fare per aiutarci. La prima e più semplice è far circolare per e-mail e Facebook una o tutte di queste tre cose:
– il link al mio sito http://bertola.eu/ (o anche www.bertola.eu);
– il link al video di domenica: http://www.youtube.com/watch?v=6TcZEmIOcFo
– il volantino in PDF che trovate qui: http://bertola.eu/file/assumiamolo/vittorio_bertola.pdf

Su Facebook, potete anche invitare amici e conoscenti a diventare miei fan: basta andare nella pagina del gruppo fan http://www.facebook.com/pages/Assumiamo-Vittorio-Bertola-in-Consiglio-Regionale/368695328872?ref=ts e cliccare su “Suggerisci agli amici” in alto a sinistra sotto la foto.

Ma soprattutto, dobbiamo uscire dalla rete: in rete ci conoscono in molti, fuori no. Per questo motivo io ho stampato a mie spese qualche migliaio di copie del volantino, che sono a vostra disposizione. Chiunque di noi incontra in pochi giorni un centinaio di persone tra colleghi, amici, parenti, negozianti… Sono persone che magari non hanno Internet o non la usano molto, ma a cui potete lasciare un volantino, o anche di più se li vogliono a loro volta distribuire; e anche per chi ha già deciso di votarci, un volantino può essere un utile appunto su come votare, specie in presenza di alcune “liste civetta”.

Se avete voglia di aiutarmi con il “passaparola cartaceo” contattatemi, verrò io a portarvi un po’ di volantini appena possibile, almeno se siete a Torino e cintura.

Grazie ancora, sono a vostra disposizione e scusatemi se nei prossimi giorni questo appello vi arriverà anche per altri canali.

[tags]movimento 5 stelle, elezioni regionali, piemonte, torino, vittorio bertola[/tags]

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mercoledì 17 Marzo 2010, 20:36

La democrazia di Cota e Bresso

Stamattina, al Circolo della Stampa, i giornalisti subalpini promuovevano un dibattito moderato da Giovanni Floris di Ballarò, tra i candidati presidente… ma se ne sono dimenticati uno, il nostro. Dunque (avendo già mandato numerose richieste di partecipazione nei giorni scorsi, rimaste senza risposta) siamo andati a chiedere di persona; e questo è ciò che è successo. Divertitevi ad ammirare la democrazia e l’imparzialità dell’informazione italiana.

[tags]democrazia, informazione, politica, elezioni regionali, piemonte, bresso, cota, bono, movimento 5 stelle[/tags]

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lunedì 15 Marzo 2010, 16:31

Una cosa sola

Quella di ieri, in piazza Castello con Beppe Grillo, è stata una giornata che ricorderò per molto tempo: non capita spesso nella vita di trovarsi con un microfono in mano davanti a ventimila persone. Io aspettavo questa occasione per dire una cosa, una cosa sola; e la trovate in questo video che vi prego di far circolare il più possibile.

E’ il mio messaggio elettorale; il motivo per cui chiedo il voto. Spero che sia convincente: fino a ieri eravamo incerti, ma dopo il bagno di folla di ieri (qui un resoconto video più generale) abbiamo capito che le speranze di far eleggere uno di noi, di cominciare davvero a cambiare un po’ le cose, sono concrete; ma solo se migliaia di persone si attiveranno per aiutarci.

[tags]movimento 5 stelle, piemonte, elezioni, regionali, torino, piazza castello, beppe grillo, vittorio bertola[/tags]

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domenica 14 Marzo 2010, 13:08

A Torino, contro il decreto salvaliste

Ieri sono stato in piazza Castello, alla manifestazione promossa dal “popolo viola” contro il decreto salvaliste presentato per la riammissione delle liste elettorali dei partiti di governo presentate in maniera irregolare.

Mentre a livello nazionale (come ho poi visto al telegiornale) la manifestazione è stata estremamente politicizzata, con la piazza piena di bandiere dei partiti di opposizione (e aggiungo che questo non mi piace per niente), quella di Torino è stata una manifestazione molto più piccola ma vera, fatta essenzialmente di cittadini arrabbiati.

C’erano in tutto cinque o sei bandiere di partito, tra PD, IDV e S&L – tra l’altro, spesso si tratta di persone che non hanno mai fatto nulla per la manifestazione ma che si organizzano per non mancare l’appuntamento con le telecamere (c’era una signora di IDV che a un certo punto è arrivata, ha preso il microfono senza avvertire prima di essere di un partito, ha fatto il suo intervento promozionale e poi se ne è subito andata senza nemmeno rispondere alle domande).

Tuttavia le bandiere di partito sono state tenute in un angolo, spesso abbassate, perché l’obiettivo è collaborare contro un sistema. Certo, quando poi qualcuno (come vedrete nel filmato) ha menzionato che anche i partiti d’opposizione fanno parte del regime la piazza si è divisa: quelli con le bandiere di partito hanno fischiato, gli altri hanno applaudito. A ognuno sta di informarsi e di decidere se Berlusconi governa da vent’anni nonostante Di Pietro e Bersani, o grazie a Di Pietro e Bersani e all’opposizione dura a parole che poi, quando è il momento di colpire, si assenta dall’aula o stringe patti col diavolo.

Io mi limito a farvi vedere qualche immagine, e sentire qualche parola; e poi esco e vado sul palco con Beppe Grillo.

[tags]popolo viola, no berlusconi day, manifestazione, decreto salvaliste, politica, torino, piemonte[/tags]

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venerdì 12 Marzo 2010, 19:10

In coda

Un’ora fa, dopo essere andato a portare fino in corso Grosseto i manifesti per l’attacchinaggio a Lanzo, mi son messo in macchina per tornare a casa – normalmente, un percorso di cinque minuti.

E ci ho messo mezz’ora: sin dalla sopraelevata, tutto corso Potenza era un’unica marea di auto ferme in coda.

Stare in coda è una buona occasione per arrabbiarsi, dato che la scatoletta di lamiera in cui siamo dentro costituisce automaticamente un’armatura, e come tale ci rende pronti ad aggredire gli altri in tutta sicurezza (apparente). Ma è anche una buona occasione per riflettere.

E io riflettevo: ma cosa ci facciamo tutti qui fermi, chiusi nel nostro isolamento, molti con l’autoradio a palla per cercare di non accorgerci degli altri, della città, del mondo? Ha ragione Beppe Grillo quando dice che non sei tu che sei in coda, tu sei la coda! Ognuno di noi infatti ha la percezione che la coda sia altro da sé, un evento esterno e imponderabile che gli si piazza sulla strada, senza rendersi conto che la coda esiste perché anche noi abbiamo scelto di prendere l’auto e passare di lì proprio in quel momento.

La coda dunque è asimmetrica: si basa sul principio che tu avresti pieno diritto di usare la strada in libertà, ma ci sono degli altri rompiscatole che si sono piazzati lì per negartelo. E questa idea è dura a morire: tutti sono pronti a invocare restrizioni sul traffico, ma la maggior parte delle persone le vorrebbe solo per qualcun altro.

In realtà, proprio la coda può essere amica di noi che vogliamo il cambiamento: perché raramente si può immaginare un modo più assurdo di impiegare tempo, energia, risorse che stare fermi da soli in una scatola di latta bruciando carburante fossile vecchio di 100 milioni di anni.

[tags]città, traffico, coda, persone, energia, automobili, beppe grillo, altri[/tags]

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mercoledì 10 Marzo 2010, 20:15

Sotto la neve, il voto utile

La neve l’avrete vista sicuramente; oggi pomeriggio è virata verso la pioggia marcia, ma ieri notte era veramente intensa, e verso le due, per le vie del centro di Torino, lo spettacolo era magnifico.

Certo sarebbe stato meglio se la tormenta di neve in marzo non fosse capitata proprio nei giorni in cui dobbiamo tappezzare la città di manifesti, sia perché la campagna elettorale sta entrando nel vivo, sia perché domenica pomeriggio in piazza Castello viene Beppe Grillo e dobbiamo attirare più gente possibile; speriamo che sia l’occasione in cui tanti increduli o tante persone che su Grillo hanno preconcetti (come li avevo io anni fa) possano ricredersi e capire di persona cosa dice, senza la mediazione distorta dei giornali di parte.

Sarà un segnale ma se lo è non so bene di cosa lo sia; certo che stamattina ci siamo svegliati con un intero articolo in cui la Bresso ci critica, il che vuol dire che i sondaggi ci danno in crescita e che non siamo certo trascurabili. Prima, la tattica era quella del silenzio assoluto; se ora la Bresso rompe la consegna del silenzio e ci attacca frontalmente è perché ha in mano dei dati che le dicono che non sta funzionando. Questo non vuol dire che l’obiettivo del 3% come voto di lista sia necessariamente più facile, però è comparso in giro anche qualche sondaggio che dava il nostro candidato presidente quasi al 4%.

A questo proposito vi segnalo tuttavia che il voto disgiunto ci serve solo se ci date il voto di lista; votare il nostro presidente e poi uno dei partiti delle coalizioni non ci serve praticamente a niente, perché la soglia del 3% si applica al voto di lista. Al contrario, se siete del genere “ma se voto voi poi vince Cota che non mi piace” (scrivo Cota perché questo genere di sindrome di Stoccolma è molto più frequente negli elettori culturalmente di centrosinistra: da vent’anni l’unico argomento che il centrosinistra sa tirare fuori è “facciamo schifo ma gli altri ne fanno di più”, e si spera che prima o poi le persone se ne liberino), vi segnalo che potete fare la croce sul nostro simbolo (compreso scrivere la preferenza per qualcuno, firulì firulà) e poi anche sul nome di uno dei candidati presidente delle due coalizioni maggiori, così raggiungendo sia l’obiettivo di far vincere la coalizione meno peggio che di aiutare noi a raggiungere la soglia.

A parte questi discorsi tecnici, stasera si ricomincia: con la neve e con il vento, noi saremo in giro ad attaccare manifesti…

[tags]elezioni, regionali, piemonte, movimento 5 stelle, beppe grillo, bresso, cota, neve, manifesti, torino[/tags]

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lunedì 8 Marzo 2010, 02:13

Meglio metterci la faccia come fosse da culo

Oggi tra noi della lista c’è stata una riunione piuttosto movimentata, sempre sul tema di quale sia il giusto rapporto tra propaganda collettiva e propaganda personale. Alla fine, siamo tornati a casa ognuno un po’ della propria idea: chi (come me) vorrebbe che tutta la propaganda personale fosse vagliata da tre o quattro persone non candidate e che venisse limitata allo stretto necessario, e chi vorrebbe potersi mettere in piedi senza limiti tutto l’armamentario del candidato classico – gadget, pubblicità spammose e faccione in giro – senza capire che, secondo me, non solo quel metodo non funziona più ma finisce per negare il motivo stesso per cui siamo qui: fare qualcosa di diverso, e – per cominciare – di più sobrio, di meno vergognosamente sprecone.

Mentre raccontavo a Elena di tutta la discussione, confessando anche un po’ di scoramento, lei ha riassunto tutto in maniera perfetta dicendomi “tu hai tutte le qualità per essere un ottimo politico, ma te ne manca una fondamentale: la faccia da culo”.

Ecco, non ci tengo ad avere la faccia da culo, però effettivamente è ora di darsi un po’ da fare e di presentarsi senza troppo pudore: per questo, anche visti tutti i vostri gentili suggerimenti di cui vi ringrazio, ho dedicato la serata all’allestimento elettorale della mia home page, nonché di una pagina biografica un po’ più discorsiva e leggibile di quella che c’era prima. Non è ancora finito, si può migliorare, ci dedicherò ancora del tempo, se possibile lo tradurrò in inglese e piemontese, aggiungerò senz’altro dei contenuti, tra cui pezzi di programma e (se appena avrò tempo) un video riassuntivo…

Da oggi, però, almeno chi capita su questo sito scopre che sono candidato: già, perché questa è l’informazione più difficile da fare circolare. Altro verrà nei prossimi giorni. Non temete, tra breve chiederò a tutti una mano – anche perché per avere successo dobbiamo avere tanti candidati ognuno dei quali porti tanti voti.

[tags]movimento 5 stelle, elezioni, regionali, piemonte[/tags]

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sabato 6 Marzo 2010, 11:50

Meglio metterci la faccia?

Oggi dovrei parlare della schifezza che è avvenuta stanotte ma non credo nemmeno che ce ne sia bisogno, è chiara a tutti no? Del resto, come sentii dire al radicale De Lucia durante la presentazione del suo libro Il baratto, già a fine anni ’80 la rivistina della corrente migliorista del PCI, di cui Napolitano era il capo, viveva grazie alla sponsorizzazione di Berlusconi: De Lucia raccontava di speciali sulle trasferte del Milan inseriti in mezzo ai numeri della rivista…

Voglio invece parlare di un’altra questione che mi tormenta da qualche giorno, e precisamente da quando uno dei miei colleghi di lista, navigando su Facebook, si è trovato davanti a un banner a pagamento di un altro nostro candidato, con tanto di faccione suo affiancato a quello di Beppe Grillo e scritta “VOTA (cognome)”. Io lì sono esploso: mi sono infuriato e ho scritto a tutto il gruppo che se questo genere di cose era tollerato io piantavo baracca e burattini su due piedi.

Sono infatti convinto che sia giusto dare spazio anche alle singole personalità e ai singoli candidati, ma che uno dei mali della politica attuale sia proprio questa ossessione di faccioni che ci guardano dai muri (fino al giorno della presentazione delle liste, perché dopo è vietato a parte nei tabelloni sui corsi) e che ci chiedono di votarli con slogan di tre parole privi di senso – spesso nemmeno con quelli, ma solo per il sorriso. Non avrei mai pensato che uno di noi potesse anche solo concepire, mentre lottiamo con le scarse risorse che ci rendono difficile anche solo far sapere che la lista esiste, di spendere tempo e soldi a farsi propaganda personale con le stesse modalità dei politici dei partiti: del resto, se avete seguito la campagna elettorale delle provinciali dello scorso anno (con il sottoscritto come candidato presidente) avrete notato che il mio volto e persino il mio nome non sono apparsi mai, né su un volantino né su un manifesto.

Dopodiché ne è seguita una lunga e accesa discussione, in cui però mi hanno fatto notare che la propaganda personale funziona; che tante persone magari poco convinte del nostro candidato presidente (che ha una immagine che definirei “peculiare”) potrebbero però votarci per conoscenza diretta o per apprezzamento di uno degli altri candidati (dunque serve non solo il nome ma la faccia, dato che sono molte più le conoscenze “di vista” di quelle basate su nome e cognome). Del resto, questa è una delle poche elezioni dove ancora sopravvive la preferenza, dove si può scrivere il cognome del candidato preferito e scegliere l’eletto da una lista non bloccata.

A questo punto mi sono chiesto cosa fare e sono arrivato alla conclusione opposta: forse è meglio se ogni candidato si fa propaganda personale in ogni modo possibile, con questo massimizzando il risultato complessivo di tutta la lista. E però, quella sensazione di disgusto per l’idea di bruciare soldi in santini e volantini personali, di vedere in giro facce in posa fintamente sorridenti anche per il nostro gruppo, mi resta. E anche tra di noi la discussione è rimasta accesa, perché chi invece resta fedele all’idea di un “gruppo senza volto” non può accettare una cosa del genere. Peraltro, noi siamo veramente un movimento: non abbiamo un “comitato centrale” o direttivo che possa facilmente dettare regole o imporre scelte di qualche genere, di solito si procede per consenso.

E dunque, essendo in dubbio, mi rivolgo a chi legge: dato che la politica passa ma le relazioni (anche quelle con chi legge questo blog da anni) restano, e la mia credibilità e la mia reputazione sono molto più importanti di un risultato elettorale, voi cosa ne pensate? E’ meglio che non mi faccia alcun tipo di propaganda personale, a prezzo di vedere andare sicuramente più avanti quelli che invece se la fanno e magari di far perdere un po’ di voti alla lista? E’ meglio che tiri fuori i risparmi e faccia vedere in giro il mio nome e la mia faccia, mobilitando amici e conoscenti? O è meglio una certa via di mezzo, che è quella che mi attira di più: ad esempio fare propaganda personale ma senza faccia o con la faccia piccola in un angolino, centrandola soprattutto sulle idee e sul programma, che poi dovrebbero essere l’aspetto centrale di una elezione?

Purtroppo, lo confesso apertamente, in una cosa del genere entrano in gioco anche un po’ di autostima e un po’ di vanità. Hai fatto tante rinunce professionali e personali, hai lavorato volontariamente per mesi giorno e notte, adesso arrivi al dunque e non solo il numero di voti della lista, ma anche il numero di preferenze personali, saranno un po’ una misura di quanto le persone apprezzino ciò che fai e ciò che dici (anche se principalmente misurano quanto hai da spendere in pubblicità… ma non del tutto, io sono convinto che la pubblicità tradizionale dei politici provochi ribrezzo mentre un buon messaggio anche se poco visto raccolga subito consensi là dove arriva).

D’altra parte, non basta dire di voler essere diversi dagli altri, bisogna esserlo veramente. In fondo, uno dei primi e più importanti punti del nostro progetto è il voler essere “dipendenti dei cittadini”, al loro servizio. E allora, ditemi voi che ne pensate.

[tags]politica, napolitano, berlusconi, elezioni, pubblicità, santini, movimento 5 stelle[/tags]

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martedì 2 Marzo 2010, 15:11

Ho incontrato la Digos

Stamattina ero in giro e ho sentito la notizia dell’arrivo di una nuova trivella della TAV in strada della Pronda, al confine tra Torino e Grugliasco; e così, ho fatto una deviazione e verso l’una e mezza sono arrivato lì per vedere cosa succedeva.

Parcheggio, arrivo sul posto; c’è un gazebo No Tav in via di montaggio con una manciata di persone, una decina al massimo. E poi, come al solito, un oceano di forze dell’ordine; sulla strada cinque o sei furgoni, più molti altri mezzi nel prato dove sta venendo montata la trivella. Mi metto sul marciapiede e comincio a fare qualche fotografia.

Dopo nemmeno due minuti un poliziotto scende dal furgone, attraversa la strada e viene da me; mi ferma, mi chiede i documenti, mi chiede di seguirlo (cosa che io faccio subito, da bravo cittadino). Vuole vedere tutte le foto che ho fatto, si lamenta che si vedono le targhe dei mezzi della polizia; io rispondo che non voglio fare niente di male, che essendo su una pubblica via mi risulta di poter fotografare, che non sapevo che non si potessero inquadrare i mezzi della polizia. Lui insiste che il problema sono le targhe; evidentemente anche i poliziotti tengono alla loro privacy, non sia mai che qualcuno possa poi sorprenderli in pose sconvenienti.

A questo punto il poliziotto chiama un signore della Digos, capelli ricci e occhialoni da sole; sembra quasi Poncharello – il digo che segue i tifosi del Toro – però non mi sembrava il caso di chiedere “scusa, ma tu sei Poncharello?”, comunque se non era lui vuol dire che l’ufficio del personale della Digos li cerca tutti uguali. Cominciano a farmi domande su chi sono e cosa voglio fare, mi chiedono se sono un giornalista – evidentemente se non hai il tesserino magico e la statura deontologica di un Massimo Numa non puoi documentare quel che accade. Io spiego tutto senza problemi, gli dico che sono un blogger (sguardi perplessi) e che faccio politica nel movimento di Beppe Grillo, gli faccio vedere le foto, ripeto che voglio solo documentare quel che accade e che essendo per una pubblica via mi risulta che si possa fare foto. Mi chiedono come ho fatto a sapere della trivella, rispondo “alla radio”, mi chiedono “che radio”, rispondo “Radio Flash”, e loro “ecco! Radio Flash!”.

Il poliziotto, nervosissimo, comincia un pippone di tre minuti, guardandomi sempre più storto; mi dice che sono un pecorone, che sono il decimo che viene a far foto e che solo perché lo dice una radio non devo andarle dietro… (probabilmente confonde Radio Flash con Radio Blackout). Infine, dopo essersi segnati i miei dati, mi dicono “ascolti, le consigliamo caldamente di cancellare quelle foto” e mi fanno andare: fine del primo incontro della mia vita con la polizia.

Dunque io, da bravo cittadino, ho cancellato le foto; ma prima di farlo ho pensato che, insomma, pubblicare una versione a bassa risoluzione era nel mio diritto, naturalmente dopo avere oscurato le targhe e i volti dei poliziotti con delle immagini e dei volti a caso.

stradapronda_700.jpg

Per carità, capisco anche il nervosismo dei poliziotti, il nervosismo di chi viene spedito a fare una repressione per difendere gli interessi privati di terzi, magari rendendosene pure conto; tuttavia io ero lì per documentare, non per prendere posizione e nemmeno per creare problemi a nessuno, anche se sono notoriamente contrario alla TAV. Vedere le strade di Torino invase di camionette, vedere fermare e chiedere i documenti a chi si avvicina, non è certo un bello spettacolo o un buon clima.

[tags]tav, no tav, torino, strada della pronda, trivelle, sondaggi, polizia, repressione, digos, partiti, chiamparino, politica, movimento 5 stelle[/tags]

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