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lunedì 12 Dicembre 2011, 19:28

Qualche fatto sui rom

Di parole sui rom se ne sono fatte già troppe; io vorrei solo puntualizzare qualche fatto.

romcontinassa1.jpg

Il primo riguarda il luogo del rogo, che non era un campo nomadi ma un misero accampamento clandestino di baracche, dentro le rovine della splendida e derelitta cascina Continassa, di proprietà del Comune ma futura sede della Juventus. Ci eravamo andati in sopralluogo circa due mesi fa (le foto in questo post sono di allora) e avevamo trovato soprattutto miseria, topi di mezzo metro e condizioni disumane.

romcontinassa2.jpg

Si erano allora presentati anche un paio di abitanti del quartiere, che avevano lamentato soprattutto il fumo tossico che arrivava dentro le case delle Vallette, a causa dei roghi per estrarre il rame dai cavi rubati. Pochi mesi fa, proprio in quell’accampamento la polizia aveva arrestato sedici persone per questo reato.

romcontinassa3.jpg

Il secondo fatto è questo: gran parte della città odia i rom. Li odiano non solo un po’ di beceri leghisti, ma, sempre più, anche la classe media e gli stessi elettori di Fassino. Li odiano perché hanno la sensazione che agli zingari tutto sia permesso: sporcare, rubare, sfruttare i bambini, minacciare per ottenere dei soldi. E soprattutto, li odiano perché da vent’anni, ogni volta che pongono alle istituzioni il problema non “dei rom” ma “di quel rom che ruba il rame e intossica il quartiere”, gli amministratori di questa città rispondono che sono dei razzisti e devono stare zitti – e non affrontano il problema.

romcontinassa4.jpg

Vedi l’agghiacciante intervista di Chiamparino: caro Chiampa, al signore che si lamenta di Porta Palazzo “ostaggio dei marocchini e dei neri”, magari perché è stato scippato o minacciato con un coltello sotto casa sua, non bisogna dare del razzista e poi lasciarlo lì tornandosene nel proprio elegante appartamento di piazza Vittorio. Bisogna mandare la polizia a dimostrare che la legge vale anche per i non italiani, e allo stesso tempo bisogna mostrare che esistono anche degli esempi di integrazione positiva. Chiamparino ha governato per dieci anni e non è stato capace di fare né l’una né l’altra cosa… e ancora parla.

Per combattere l’odio bisogna riportare la discussione sui fatti e sulle responsabilità personali. La città è invece piena di fantasiose leggende metropolitane: persino quella che gli zingari sono protetti perché sarebbe zingara la moglie di Novelli e pure quella di Chiamparino. Io vorrei cominciare a mettere sul tavolo dei fatti: quanto spende la città per i nomadi? E’ vero che ricevono dei sussidi? E’ vero che non pagano le bollette? E’ vero che sono favoriti per le case popolari? Il tasso di criminalità tra i rom è più alto della media? Se avete altre domande sui rom che vi siete sempre posti, mandatecele: le porremo all’amministrazione, e poi potremo cominciare a ragionare sui fatti.

[tags]rom, zingari, torino, continassa, incendio, razzismo, chiamparino[/tags]

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sabato 10 Dicembre 2011, 11:28

La protesta felice

Giovedì, in Valsusa, ho passato una bella giornata. Nei boschi c’era un parapiglia – questa peraltro è la prima volta in cui organi di stampa nazionali, a partire dal TG3, hanno detto apertamente che è la polizia che fa le sassaiole contro i manifestanti e i giornalisti e che spara lacrimogeni ad altezza uomo – ma a Susa il corteo No Tav era la solita festa; un mucchio di famiglie e di bambini, un’ottima zuppa a offerta libera, un sacco di bandiere al vento, una giornata bellissima, venti gradi e le cime imbiancate sullo sfondo.

E’ vero, il corteo ha bloccato l’autostrada; all’una, quando il traffico ormai era nullo. Sono rimasti imbottigliati ben cinque veicoli, che dopo tre minuti, dato ai giornalisti il tempo di fare le foto, sono stati lasciati passare. L’obiettivo non era bloccare i turisti in auto per ore, ma protestare contro l’afflusso di mezzi militari al cantiere di Chiomonte.

E’ stato proprio lì, nel vedere due tizi bloccati in auto che dovevano andare assolutamente a sciare e ci stavano veramente male per cinque minuti di ritardo, manco dovessero bollare, che ho capito che quella contro il Tav è davvero una protesta felice. Non è chi protesta ad essere incazzato; abbiamo passato il tempo a scambiarci panini, a chiacchierare tra sconosciuti e poi a giocare a pallone, portando vita per un po’ a quello che normalmente è solo un morto viadotto di cemento messo lì a devastare il centro della valle.

A essere incazzati, senza volerlo ammettere, sono quelli che non protestano mai. Sono quelli che obbediscono al capo in qualsiasi ufficio e professione, che passano una vita schiavi del mutuo da pagare e delle regole decise da chissà chi e rinunciano anche solo a immaginare di potere un giorno realizzare i propri sogni provando a lottare per una vita migliore. Quelli per cui anche dipingere di rosa il guard rail di un’autostrada è violenza (mentre non lo sono i blindati dell’esercito) e che in ogni blocco stradale vedono un attacco all’efficienza del proprio ciclo di sfruttamento legalizzato.

Non è strano, perché siamo stati tutti allevati per lavorare, consumare e obbedire; non è facile spezzare le catene quando sono invisibili. E così, molti ce l’hanno con chi protesta perché, sotto sotto, senza nemmeno rendersene conto, vorrebbero farlo anche loro. Eppure non ci vuole molto; come sta scritto sulle Nike per prenderli per il culo (in alto pensano che non lo faranno mai), “just do it”. Garantisco che poi si vive meglio.

[tags]no tav, torino, protesta, manifestazioni[/tags]

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domenica 4 Dicembre 2011, 13:06

La politica aspetta il morto

È da quando sono bambino, allievo delle vicine scuole Baricco e Maritano, che vedo persone morire sulle strisce pedonali di corso Peschiera all’altezza di via Sagra San Michele. E’ un attraversamento pericolosissimo in cui si concentrano vari fattori di pericolo; sta subito dopo l’incrocio con via Bardonecchia, a cui c’è un semaforo che è sempre verde o per l’una o per l’altra strada, e da entrambe le strade le auto arrivano a velocità sostenuta, visto che da via Bardonecchia ci si immette quasi senza curvare, mentre corso Peschiera è uno stradone rettilineo a sei corsie.

Il tutto è complicato dal fatto che ci sono auto che inchiodano e svoltano a sinistra verso via Sagra San Michele in modo vietato, usando un varco nel controviale che sarebbe riservato alla scorta del giudice Caselli, che abita proprio lì accanto. I pedoni che attendono di passare – spesso bambini, perché all’angolo c’è un grosso negozio di giocattoli – sono sostanzialmente invisibili, persi nell’ombra in mezzo agli alberi sulla banchina. Qualche anno fa hanno fatto un attraversamento semaforizzato solo cento metri più su, ma, per abitudine decennale, quasi tutti continuano a usare le strisce in quel punto.

Sabato 15 ottobre, come molti sabati, passavo di lì subito dopo pranzo; è sul percorso da casa di mia mamma a casa dei genitori di Elena. Arrivavo da corso Peschiera con una fila di verdi, e ho visto un’auto accostare sulla destra subito dopo via Bardonecchia. Sembrava volesse far scendere qualcuno; ci ho messo qualche secondo a capire che era il raro automobilista che decide di fermarsi per far passare i pedoni sulle strisce. Tutti gli altri davanti a me l’hanno capito tardi, e all’ultimo secondo hanno cominciato a inchiodare. Anche io ho inchiodato, e abbiamo mancato di poco uno spettacolare tamponamento a catena. Accanto a me, sulla corsia di sinistra, uno non si è proprio fermato e ha attraversato le strisce a settanta all’ora, mancando di un metro i pedoni.

Lunedì 17 ottobre dunque sono arrivato in ufficio e ho deciso di fare qualcosa; ho presentato questa mozione, intitolata “Messa in sicurezza degli attraversamenti pedonali non semaforizzati”, che impegna l’assessore a fare una ricognizione di tutti i casi in cui vi sia un attraversamento di questo tipo, per poi decidere se installare un semaforo, mettere un dosso, o chiudere il passaggio se se ne può fare a meno, visto che possiamo discutere per ore sull’inciviltà degli automobilisti, ma non cambieremo mai la loro testa; quel tipo di attraversamento è soltanto un invito alla strage.

Dal 17 ottobre, tuttavia, la mozione giace abbandonata nei cassetti, in attesa che il presidente della seconda commissione, quella che si occupa di urbanistica, edilizia, viabilità e trasporti, decida di metterla all’ordine del giorno. Il perché ve l’avevo raccontato in un post proprio il 15 ottobre: “sarebbe bello parlare di viabilità e trasporti, ma la relativa commissione è intasata di palazzi da costruire e dunque non ce n’è mai il tempo”.

La seconda commissione è un buco nero, e lo è in particolare per le nostre mozioni: dopo questa ne ho presentate altre, per reprimere gli accessi non autorizzati alle zone pedonali, per combattere la doppia fila, per chiedere di aumentare le tariffe della sosta privata piuttosto che il biglietto dei mezzi pubblici. Nessuna è ancora stata messa all’ordine del giorno: sono perse nel limbo.

Ieri, come avrete letto, è successa la stessa identica cosa che è successa a me il 15 ottobre, ma questa volta l’auto sulla corsia di sinistra ha falciato la vita di tre persone, tra cui un bambino. A me è venuta una gran rabbia; per carità, anche se la mozione fosse stata prontamente discussa e approvata non è che un minuto dopo avrebbero messo il semaforo. Ma è evidente che l’amministrazione non ha attribuito alcuna importanza a questo tema.

Adesso, improvvisamente, questo diventerà un problema urgente. Scommetto che a brevissimo metteranno il semaforo; già successe così pochi anni fa in un altro noto attraversamento pericoloso, quello di via Pietro Cossa angolo via Nicomede Bianchi, subito dopo che un nonno morì investito per salvare la nipotina. Scommetto anche che ora in consiglio comunale pioveranno altre mozioni, richieste, interpellanze. Magari anche la mia verrà calendarizzata al volo, oppure chiederò che venga messa ai voti in consiglio comunale senza che sia passata dalla commissione (di solito questo implica una bocciatura certa, ma in questo caso chi oserà votare contro?).

E poi? E poi succederà come con questa mozione la cui esistenza ho scoperto poco fa: presentata il 7 aprile 2008 dopo l’investimento di via Pietro Cossa, rimasta nel cassetto un anno, e poi approvata il 6 aprile 2009. E non servita a niente. Perché o questa cosa se la prendono a cuore il sindaco, l’assessore e i dirigenti dallo stipendio di giada, oppure non succederà niente: i consiglieri comunali possono solo sollecitare. Chissà se i torinesi riusciranno a far capire a Fassino che questa è una priorità.
[tags]viabilità, trasporti, incidente, consiglio comunale, torino, pedoni[/tags]

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venerdì 2 Dicembre 2011, 16:16

Per Fassino l’inquinamento non è un’emergenza

Dopo settimane di silenzio, nell’ultimo paio di giorni i quotidiani si sono svegliati e hanno riscoperto che Torino è inquinata. Certo che lo è: il livello del PM10 nell’aria è da un mese circa il doppio e il numero di sforamenti nell’anno già il quadruplo rispetto ai limiti di legge. Sui giornali, la giunta si è sbizzarrita nell’ipotizzare provvedimenti di ogni genere… a parole.

Già, perché il Movimento 5 Stelle, che da settembre chiede invano di predisporre un piano organico contro l’inquinamento, ha presentato già nei giorni scorsi una mozione che chiede alcuni provvedimenti urgenti, a partire dalla pedonalizzazione delle strade dello shopping natalizio – da via Roma alle vie commerciali dei quartieri – e dagli incentivi a fare shopping con l’autobus, per arrivare ai blocchi del traffico se veramente necessario (i blocchi per essere efficaci dovrebbero protrarsi per giorni, dunque non ci facciamo comunque molto affidamento); e poi espone una serie di proposte, prese dal nostro programma, da valutare e discutere entro marzo.

Abbiamo poi letto sui giornali che anche la maggioranza ne sta preparando una, e allora oggi in conferenza capigruppo abbiamo chiesto che entrambe le mozioni si discutessero subito in consiglio comunale, già lunedì prossimo, visti i livelli record dell’inquinamento e i danni alla salute che esso indubbiamente provoca. E la maggioranza ha respinto la richiesta.

Il PD ci ha detto che le azioni vanno ponderate con calma in un’ampia discussione in commissione; SEL ha detto che condivide l’urgenza del problema e chiede che la discussione sia rapida, ma ha comunque votato contro la nostra richiesta. Ovviamente il problema è uno solo: non turbare lo shopping natalizio e gli incassi dei negozi e degli ipermercati…

Dulcis in fundo, nel video potete godervi l’assessore Curti che lunedì scorso, in risposta a una nostra interpellanza che chiedeva se la Città abbia fatto rispettare l’obbligo di legge di installare termovalvole e contabilizzatori di calore negli edifici che passavano al teleriscaldamento, il che avrebbe portato un risparmio energetico e una riduzione dell’inquinamento, ha candidamente risposto che non hanno mai fatto nemmeno un controllo: se tutto va bene, cominceranno a farli nel settembre 2012!

[tags]traffico, inquinamento, aria, fassino, torino[/tags]

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giovedì 1 Dicembre 2011, 13:06

I criceti del debito

Come ormai dovreste sapere, la scorsa settimana la giunta Fassino, ignorando il referendum di giugno e col voto favorevole di tutti i partiti (PD, SEL, IDV, Moderati), ha dato il via alla privatizzazione di Amiat, TRM e GTT, ovvero dei rifiuti e dei trasporti torinesi… dico “dovreste sapere” perché la cosa è stata fatta passare il più possibile sotto silenzio, e ancora oggi mi arrivano messaggi di persone che dicono “ma è vero che…?”. Noi abbiamo fatto il possibile: presentando 400 emendamenti ostruzionistici (alcuni anche un po’ goliardici) abbiamo perlomeno ottenuto che si rinviasse il voto di due giorni e che i giornali dovessero dire che c’era anche qualcuno che non era d’accordo. Anche i cittadini hanno fatto la loro parte, inviando centinaia di mail… ma Fassino & c. se ne sono fregati.

Io e Chiara ci siamo divisi le cose: lei ha fatto un grande lavoro per settimane, andando a discutere la delibera nel merito tecnico, nei meccanismi di gestione delle aziende e nei metodi di valutazione dei valori; a me è toccato, in aula, fare l’intervento più generale spiegando perché siamo contrari a questa privatizzazione.

Ho smontato una per una le ragioni portate a sostegno della proposta, e poi ho cercato di dire la cosa più importante: che i politici si sono ridotti a criceti in una ruota, costretti a correre all’infinito vendendo il patrimonio pubblico, tagliando posti di lavoro, riducendo i servizi, senza in realtà arrivare un centimetro più vicino a ripagare il debito che hanno contratto in decenni di sprechi, regali e cattiva gestione. La politica dovrebbe avere il coraggio di dire basta, di ridiscutere le basi della moneta e della finanza, di ripensare il meccanismo con cui la collettività finanzia le spese necessarie a vantaggio di tutti; continuare a svendere vuol dire soltanto distruggere i beni comuni per incassare soldi che evaporeranno in pochissimo tempo nei pagamenti alle banche, arrivando lo stesso al fallimento.

Mi spiace che nessun giornale voglia riportare mai questi argomenti; la rete resta l’unico ambito dove si riesce a farli circolare. Spero che questi pochi minuti possano convincere anche qualche scettico!

[tags]debito, privatizzazioni, torino, fassino, amiat, gtt, moneta, finanza, crisi[/tags]

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venerdì 25 Novembre 2011, 17:11

Governati dai fantasmi

Stamattina ero in metropolitana e davanti a me un signore leggeva La Stampa. Il titolo in prima pagina era “Merkel-Sarkozy, fiducia in Monti”.

E mi è venuto da pensare; su cinque parole, tre erano nomi propri. Ma chi sono veramente Merkel, Sarkozy, Monti… esistono veramente? In fondo nessuno di noi li conosce di persona: per noi, non sono che fantasmi, immagini incorporee rese familiari dalla scatola delle illusioni, artefatte due volte – la prima perché tutti i politici recitano, senza mostrare mai chi sono veramente; e la seconda perché la loro recita è trasmessa e riprodotta a colori infinite volte su uno schermo di per sé vuoto.

E allora ha senso che centinaia di milioni di persone in Europa ogni giorno si interessino di cosa ha detto Merkel e dove è andato Monti? Saranno veramente queste le cose importanti? Noi diamo spesso per scontato che debbano esistere alcune persone più significative delle altre, che la nostra felicità dipenda dalla società e dall’economia, e che queste siano sotto il controllo di quei pochi. Ma la società e l’economia siamo tutti noi, la facciamo ogni momento con un gesto o con una scelta. Se la nostra felicità dipendesse davvero dall’euro e dalle banche, non si spiegherebbe come mai alcuni dei paesi più felici del mondo siano anche tra i più poveri.

Le catene che ci legano ai fantasmi di cui parlano i giornali sono anch’esse immaginarie; sono nella nostra testa. Siamo noi stessi a renderci schiavi di questi fantasmi, invece di capire che le persone più importanti sono quelle che abbiamo più vicino, ma anche gli sconosciuti che incontriamo ogni giorno; e che sono ben poche le cose materiali di cui c’è veramente bisogno.

Non è facile restare fuori dall’ossessione di apparire; la nostra società facilmente ci convince che essere famosi è tutto. E’ difficile acquisire un po’ di visibilità e non esserne travolti, non farla diventare una droga, evitare che i due minuti su una tivù locale te ne facciano desiderare dieci e che i dieci ti facciano desiderare un’ospitata a Ballarò. Pur con le migliori intenzioni succede anche nel Movimento, ci mancherebbe. Ma temo che sia molto difficile, per non dire impossibile, che a passare troppo spesso dentro la scatola magica non se ne venga svuotati, e non ci si ritrovi fantasmi.

Eppure, la nostra società sarà molto migliore quando tutti avranno capito di non aver bisogno di dipendere da alcuni lontani sconosciuti; ma solo da se stessi e da ciò che li circonda davvero.

[tags]televisione, società, politica, visibilità[/tags]

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martedì 22 Novembre 2011, 16:09

Puzze, odori e inquinamento

Ieri in Consiglio Comunale è stata una giornata campale; come forse avrete letto su qualche giornale, presentando 400 emendamenti (una domenica passata a scrivere) io e Chiara abbiamo impedito l’approvazione immediata della privatizzazione di Amiat, GTT e TRM, ottenendo due giorni di rinvio e costringendo i giornali e il TGR a menzionare che un po’ di opposizione dopotutto c’è (potete leggere il nostro comunicato).

Non solo, ma la tenacia di Chiara è stata premiata quando al mattino abbiamo costretto l’assessore Passoni ad ammettere ufficialmente che l’ormai famoso Giovannetti, portavoce del sindaco con stipendio da 187.000 euro annui, non è nemmeno laureato; secondo i pareri legali da noi reperiti parrebbe dunque illegittimo il suo ingaggio in qualità di dirigente (qui la nota di Chiara).

Ciò deve aver fatto alquanto innervosire il sindaco Fassino, che ieri, appena entrato in aula, si è diretto verso i nostri banchi e, davanti alla sua stessa maggioranza che lo guardava sbigottito, ci ha fatto una vera e propria ramanzina, con tanto di dito puntato. Ci ha detto che lui non fa politica per soldi (ma mica parlavamo del suo stipendio) e di stare attenti a ledere l’onorabilità delle persone con “i post sui blog”. Ma noi non infanghiamo nessuno, ci limitiamo a scoprire e pubblicare i fatti perché ognuno li giudichi; in un paese libero dovrebbero farlo i giornalisti, ma così è l’Italia.

Comunque, in tutto questo volevo invece parlare di un altro tema che purtroppo si sta perdendo in queste altre notizie: il tremendo inquinamento dell’aria torinese.

Non è una novità, ma negli ultimi giorni si sono intensificate le segnalazioni della puzza che ammorba parti crescenti di Torino ormai da qualche anno, specialmente di notte; il responsabile pare essere sempre l’impianto di compostaggio Punto Ambiente di Druento. Ieri anche alcuni consiglieri della maggioranza hanno chiesto all’assessore Lavolta spiegazioni per le puzze; l’assessore, dopo aver correttamente fatto notare che il Movimento 5 Stelle le chiede da due mesi (qui la nostra interpellanza di un mese fa), ha detto che come soluzione il CIDIU – cioé l’azienda raccolta rifiuti di Collegno, Grugliasco e Rivoli, proprietaria dell’impianto – ha gentilmente acconsentito a ridurre ben di un terzo la quantità di rifiuti trattata nell’impianto.

Il problema è che a quanto pare l’impianto è mal progettato, e non c’è verso di farlo funzionare senza far uscire gli odori in questo modo insopportabile; è normale che il compostaggio, ovvero il far marcire i rifiuti organici fin che non diventano concime, puzzi tremendamente, almeno se è fatto all’aria, ma gli impianti sono progettati per trattenere all’interno gli odori… questo evidentemente ha qualche problemuccio. E poi, naturalmente, c’è il dubbio che altre attività puzzolenti facciano che unirsi al coro, tanto c’è già questa puzza di base…

In aula io ho sottolineato che c’è una soluzione molto semplice, ovvero chiudere l’impianto; ma questo danneggerebbe economicamente il CIDIU e dunque non si fa. L’assessore ha ribadito che la Città è impotente, visto che l’impianto non è suo e non è sul suo territorio; e dunque, nulla accade. Noi torneremo alla carica, ma più che sollecitare non possiamo… ma stiamo studiandoci qualcosa.

Tanto per gradire, i giornali (tranne quelli cittadini) hanno riportato che Torino è sempre la città più inquinata d’Italia, in testa di gran lunga alla classifica per gli sforamenti del limite di legge delle polveri sottili (pm10). Anche su questo noi avevamo presentato una interpellanza già dopo l’estate, per chiedere cosa intende fare la giunta per gestire il problema in vista dei prevedibili picchi invernali.

La risposta è stata sostanzialmente “niente”. Già, perché a parte generiche affermazioni su piani di risparmio energetico, per cui peraltro i fondi scarseggiano, pare che quest’anno non ci saranno blocchi del traffico perché ritenuti inutili e impopolari. Infatti vi sarete accorti che domenica scorsa Roma e Milano, pur meno inquinate di noi, hanno fermato le auto; e noi? niente.

Io ho appena chiesto che domani in aula l’assessore venga a riferire anche su questo; mi pare un’emergenza. Oggi non hanno risposto alla richiesta e hanno rimandato la questione a domani. Chissà se mi diranno che è più urgente la svendita di GTT.

[tags]torino, consiglio comunale, fassino, stipendi, privatizzazione, gtt, amiat, cidiu, puzza, druento, inquinamento, smog, pm10, ambiente[/tags]

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giovedì 17 Novembre 2011, 10:56

La nuova rete GTT da dicembre

Questa mattina, dopo mesi di attesa, ci è stata finalmente presentata la riorganizzazione della rete degli autobus cittadini. Doveva essere una rivoluzione e invece sarà una aggiustatina; le linee veramente tagliate sono soltanto due, il 50 e il 65. Ma è presto per gioire, perché questo è un primo intervento veloce, limitato alle linee urbane, e dovuto al fatto che la Regione ha tagliato i fondi già per il 2011; i tagli apocalittici recentemente decisi a livello nazionale provocheranno invece una revisione più radicale pianificata per il prossimo marzo, quando saranno riviste anche le linee suburbane e quelle extraurbane (gli autobus blu) faranno capolinea non più in centro ma in periferia, nei quattro punti chiave di Fermi, Stura, Carducci e Caio Mario. Auguri a quelli che si ritroveranno sul 4!

Io sono rimasto deluso dal fatto che ci hanno coinvolto soltanto all’ultimo: la presentazione è avvenuta oggi e i cambiamenti entrano in vigore da dicembre, dunque di fatto non abbiamo modo di intervenire. Non si è parlato poi di tariffe, ma si rischia davvero uno scenario in cui il biglietto aumenta del 20 o 30 per cento, il servizio viene tagliato di altrettanto, e il risultato è un calo pesantissimo dell’utenza del trasporto pubblico, con conseguente intasamento della città.

Io credo che invece in questi tempi di crisi sarebbe importante rovesciare il paradigma: è importante mantenere il trasporto pubblico, sia per ridurre traffico e inquinamento che per non penalizzare la crescente fascia di persone che non può più permettersi l’auto, e se servono soldi li si va a prendere da tutta la collettività e non solo dagli utenti GTT, aumentando la fiscalità generale oppure le tariffe sul traffico privato. Non è una posizione popolare, ma mi sembra l’unica equa e vincente in una prospettiva di petrolio sempre più costoso.

Comunque, ecco qui sotto, come li ho annotati, i cambiamenti delle linee urbane dal primo dicembre (quelli della zona di Porta Susa dal 9 gennaio); scusate per eventuali errori od omissioni, ma non ci hanno nemmeno ancora dato una copia delle slide. Ho una sola osservazione: spesso bisogna tenere conto che il danno al servizio non è proporzionale ai chilometri tagliati: può essere molto meno o molto di più. Nel caso del 65, che conosco meglio e uso spesso, il taglio dell’ultimo pezzettino da Porta Susa a piazza Bernini rende inutilizzabile per molti l’intera linea, perché a Porta Susa il 65 interscambiava con una decina di altre linee, i cui utenti ora dovrebbero scendere, prendere la metro, scendere dopo due fermate e aspettare il 65… a quel punto tanto vale proseguire in metro e fare alla fine un tratto a piedi più lungo, e a questo punto forse tanto valeva tagliare l’intera linea e intensificare piuttosto le navette dalle fermate della metro al resto del quartiere.

Vedremo i dati di carico dopo il cambiamento, tanto a marzo si ridiscuterà tutto; il punto è ragionare a rete e non per singole linee, ma dire “togliamo di botto il 65” è politicamente impopolare (“e poi perchè da noi sì e nell’altro quartiere no?”) e allora lo si azzoppa per poi dire “visto? non lo usa nessuno” e completare il taglio… la tattica che ha permesso di eliminare buona parte delle ferrovie italiane.

4 Potenziato con ben due tram in più tutto il giorno e quattro in più al mattino (wow)
7 storico Ritorna anche nei giorni feriali con cinque corse (10.30, 11.30, 15.30, 16.30, 17.30) ma girerà in un verso solo
10 Prolungato da Caio Mario a corso Settembrini (già da ottobre)
12 Limitato in via Bertola anziché Borgo Dora
14b Cambia numero in 63 e prosegue da strada Cacce su strada Drosso sostituendo il vecchio 63 (notate la genialità dell’assessore, che è di Mirafiori Sud: così può dire ai suoi elettori che il 63 non è stato abolito)
18 Deviato per passare davanti a Lingotto FS (via Passo Buole – via Pio VII – Lingotto FS – corso Caio Plinio); limitato a Caio Mario
28 Ridotto a percorso lineare: via Servais – corso Telesio – p. Massaua – v. Vandalino – corso Brunelleschi
41 Nuovo percorso Lingotto FS – Caio Mario – Borgaretto – Stupinigi, serve meglio la palazzina
48 Nuova linea Borgaretto – Beinasco – Ospedale San Luigi
50 Limitato a piazza Derna, poi scendere e prendere il 4
55 Spostato di due isolati per passare davanti alla nuova Porta Susa
57 Prolungato da corso Matteotti alla nuova Porta Susa
60 Passerà su corso Inghilterra andando a fare capolinea a Vinzaglio
61 Prolungato fino a largo Marconi (secondo GTT non serve a nessuno ma fa contenti i commercianti di via Nizza)
62b Abolito e unificato al 62 permettendo di intensificare quest’ultimo
63 Trasformato in navetta 63b e limitato a Caio Mario, poi scendere e prendere il 4
65 Limitato a piazza Bernini, non va più fino a Porta Susa
65b Abolito (via Servais sarà servita solo dal 28)
75 Passerà per via Petrella

[tags]trasporto pubblico, gtt, metro, bus, torino, tagli[/tags]

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martedì 15 Novembre 2011, 18:50

Del Filadelfia e di piazza Grande Torino

So che a molti non piace il calcio, e lo considerano un passatempo per lobotomizzati e violenti. Spiace; in realtà nel mondo del calcio viene riflesso quello reale, e dunque c’è anche molto di buono.

Negli ultimi giorni, in particolare, si sono susseguite parecchie buone notizie relative alla comunità di spiriti che vive attorno alla squadra di calcio cittadina. Parliamo innanzi tutto della ricostruzione del Filadelfia, un pezzo di storia e di anima; la relativa fondazione, avendo (quasi) risolto le ultime formalità burocratiche relative all’adesione degli enti locali, ha pubblicato il bando del concorso di idee per il progetto del nuovo stadio. C’è stata un po’ di discussione relativamente al requisito, peraltro già in parte previsto nello statuto, di ricostruire la tribuna com’era una volta, il che parrebbe escludere progetti avveniristici ma suggestivi come questo. Comunque, se qualche architetto volesse cimentarsi col tema (la scadenza è il 10 febbraio 2012) è il benvenuto… raccomando soltanto di documentarsi su storia, mito e simboli dell’impianto.

Nel frattempo, il Museo del Grande Torino – che da qualche tempo si trova a Grugliasco, visto il disinteresse delle istituzioni cittadine – organizza una mostra sulla curva Maratona e sul leggendario tifo granata; l’ingresso è gratuito ma il museo, gestito da volontari, è aperto solo nel fine settimana. Naturalmente si potrebbe paragonare il numero di visitatori di questo piccolo museo autogestito con quello delle tante istituzioni culturali ampiamente foraggiate con fondi pubblici, ma oggi siamo buoni e non vogliamo infierire.

L’ultima notizia è che si è sostanzialmente concluso l’iter per la grande ristrutturazione toponomastica attorno agli stadi, un argomento che ha appassionato i calciofili torinesi per alcuni mesi. Infatti lo stadio Juventus, appena entrato in funzione al posto del vecchio Delle Alpi, si trova tuttora in una strada intitolata al Grande Torino; la società bianconera, pur riconoscendo il valore storico e culturale della squadra perita a Superga, ha suggerito che fosse più opportuno spostare tale intitolazione vicino allo stadio Olimpico, dove gioca il Toro, assegnando alla via del suo stadio un nome neutro tipo “viale Continassa”.

A quel punto si è inserito il PDL, che ha proposto invece di intitolarlo alle vittime dell’Heysel; la società bianconera però aveva già in programma di dedicare loro un monumento e un giardino nelle vicinanze dello stadio; e allora ci si è accordati per chiamare la strada corso Gaetano Scirea.

In queste dinamiche mi sono inserito anch’io, cogliendo al volo l’occasione per chiedere di intitolare piazza Grande Torino il tratto di strada antistante la curva Maratona, ossia il tratto pedonalizzato di corso Sebastopoli, riprendendo una proposta ampiamente circolata tra i tifosi negli scorsi anni, e sostenuta anche da una petizione con centinaia di firme.

piazza_grande_torino_544.png

Il problema era che un anno fa quel tratto era stato intitolato – anche se mai inaugurato – a Erminio Macario, che peraltro con lo stadio non aveva granché a che fare, anche qui dimostrando il solito spregio per le richieste della tifoseria granata. Il presidente del consiglio comunale è stato tuttavia così disponibile da attivarsi per concordare con la famiglia di Macario una nuova e più consona posizione, antistante al Teatro Ragazzi, e così, grazie anche al sostegno di tutta la maggioranza, alla fine abbiamo fatto contenti tutti: piazza Grande Torino davanti allo stadio Olimpico, corso Gaetano Scirea davanti allo stadio Juventus, piazzetta Erminio Macario davanti al Teatro Ragazzi. E per accontentare anche voi anticalciofili, dato che a Scirea in realtà era già stata intitolata una via a Mirafiori Sud e non la si poteva lasciare, si è deciso di cambiarle il nome in via Ludovico Geymonat, filosofo e scienziato. Più intellettuale di così…

So che adesso quelli a cui all’inizio non piaceva il calcio si saranno anche lamentando per la quantità di tempo dedicata a queste quisquilie – che però, lasciatemi dire, sono in grado di mobilitare fette di cittadinanza molto più consistenti di qualsiasi battaglia ambientalista o antispreco, e dunque è giusto che la politica si occupi anche di esse. La toponomastica è sempre argomento che scalda gli animi; per fortuna, almeno per un po’ non dovremmo occuparcene più.

P.S. E sì, nonostante le due richieste due di intitolare una via o un giardino a Steve Jobs, abbiamo soprasseduto; resta vigente il mio commento, “lo faremo se in cambio Apple ci paga il wi-fi libero”.

[tags]toponomastica, calcio, toro, filadelfia, grande torino, museo granata, steve jobs[/tags]

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sabato 12 Novembre 2011, 15:34

Ride for life, per la sicurezza ciclabile

Tutti i giornali hanno riportato la storia del povero bambino di Milano ucciso da una ragazza che, scendendo da un’auto appena parcheggiata in mezzo alla strada in doppia fila, ha aperto la portiera senza guardare facendolo cadere sotto le ruote del tram che sopraggiungeva. La mentalità autocentrica della nostra società si vede dal fatto che quasi tutti i titoli parlavano di “ucciso dal tram” e non di “ucciso da un’auto in sosta vietata”, anche se i rapporti di causa ed effetto sono chiari; eppure, perlomeno c’è stata un po’ di tardiva attenzione al problema delle auto ormai abbandonate selvaggiamente in qualsiasi angolo delle città.

Io non voglio fare il moralista, anzi pure a me è successo di fermarmi in doppia fila per scaricare o aspettare qualcuno; perlomeno però bisogna usare accortezza e responsabilità verso gli altri, ad esempio facendolo in larghe vie secondarie dove non crea pericolo e disturbo, e non nel mezzo di un viale ad alto scorrimento o di una stradina dove blocca il passaggio. Trovo invece ipocrita il fatto che d’incanto il sindaco Pisapia dopo l’incidente abbia mandato i vigili a multare le auto in quella via, e penso che andrebbe fatta prevenzione in anticipo nei potenziali punti neri.

Proprio per questo, negli ultimi tempi ho presentato alcune mozioni affinché la Città si impegni nella repressione di violazioni attualmente piuttosto tollerate, come ad esempio la svolta a sinistra dal viale centrale dove è vietata, oppure la doppia fila o l’abuso delle corsie preferenziali, e anche l’ingresso e il transito non autorizzato in zone pedonali come via Garibaldi. Al giorno d’oggi è possibile pensare a sistemi automatici di rilevamento delle infrazioni; in parte i vigili li avevano sperimentati, ma ho chiesto di sapere quante multe sono state fatte perché l’impressione è che non abbiano avuto grande applicazione.

Nel frattempo, giovedì sera un gruppo di ciclisti ha inscenato una toccante manifestazione in via Cibrario, una delle strade dove la sosta in doppia fila crea lo stesso pericolo di Milano. Una bicicletta bianca è stata depositata per ricordare l’accaduto e chiedere che si ponga più attenzione a questi rischi. L’unica vera soluzione è che chi guida un qualsiasi veicolo (ma anche chi si sposta a piedi) pensi meno a se stesso e più alla sicurezza anche degli altri; ma fin che questo non accadrà, le amministrazioni hanno il dovere di sorvegliare.

[tags]sicurezza stradale, bici, milano, torino, ride for life, incidente[/tags]

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