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Archivio per il mese di Maggio 2006


giovedì 4 Maggio 2006, 12:20

La festa del Toro

E’ la festa del quattro maggio, l’anniversario della tragedia di Superga, e anche quest’anno si festeggia al Filadelfia, con grigliata, partite tra bambini, vecchie glorie, la squadra, e il concertone finale fino a notte. Io sto per andare là… per maggiori informazioni vi rimando a Toronews.

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mercoledì 3 Maggio 2006, 23:01

[[Mario Venuti – Un altro posto nel mondo]]

Stasera è una bella serata, per molti motivi e nessuno in particolare. Tornando a casa stanco e contento dopo l’attività fisica, Radiodue mi ha sparato senza preavviso questa canzone, e mi è piaciuta; non tanto per l’inizio (per il quale non resta altro che aspettare fiduciosi), ma per il modo in cui trasmette il senso delle infinite e sorprendenti possibilità con cui le nostre vite si intrecciano, si scontrano e si reincontrano – ma anche di come siano molte anche le possibilità che ci sfuggono, per paura, per pigrizia, per sfortuna o semplicemente per caso.

Però su una cosa non concordo: possiamo cogliere tutte le possibilità che il caso ci porge, se solo non abbiamo paura di provare, vedere che succede, e prendere e dare quel che c’è.

(Oh, lo so che è una canzone di Sanremo, ma io sulla musica non sono snob…)

lo stupore che mi colse
quando lei mi disse “sono innamorata di te”

dura troppo poco la vanità di sentirsi amati
un po’ di gratitudine poi voglia di fuggire via

non riesco a immaginare qualcuno, qualcosa che inizi
ho più dimestichezza con la fine
e non c’è niente che mi riporta indietro

ci sarà un altro posto nel mondo
una strada che riparte da qui
ci sarà un altro istante nel tempo
per vivere tutte le vite possibili che volevo io

un’auto in lontananza sfocata dal sole
viene verso di me
il caso ci porge infinite possibilità
che non possiamo cogliere e si perdono
non serve a niente ormai guardarsi indietro

ci sarà un altro posto nel mondo
una strada che riparte da qui
ci sarà un altro istante nel tempo
per vivere tutte le vite possibili

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martedì 2 Maggio 2006, 14:11

Sapessi com’è strano cercare un cesso pubblico a Milano

Avevo promesso il racconto del mio primo maggio milanese; per non tediarvi troppo, comunque, lo farò a spizzichi e bocconi.

Chiacchierando a metà pomeriggio con Fiorello Cortiana (che è candidato alle comunali, e su cui vi farò una testa tanta: votatelo) gli dicevo appunto che Milano mi sembra una città in crisi di identità, visto che molti di coloro che ci vivono non si sentono milanesi, ma torinesi, bolognesi, veneti, romani prestati temporaneamente a Milano per motivi di lavoro; e che in generale i suoi stessi abitanti sono troppo persi dietro allo stress per far caso anche solo un po’ allo stato della loro città.

Credo di aver avuto una prova di tutto questo al mattino, quando, arrivato via autostrada e dopo aver atteso per mezz’oretta ulteriori istruzioni in piazzale Lotto, verso mezzogiorno mi sono dovuto confrontare con il problema urgente di trovare un bagno pubblico.

Non che a Torino sia facile trovare un bagno pubblico; non ce ne sono molti, specie in periferia, e sono quasi invisibili. Tuttavia, ci sono una serie di luoghi dove ci si aspetterebbe di trovare con una certa probabilità perlomeno un orinatoio; i giardini e i parchi di una certa dimensione, ad esempio, o le fermate della metropolitana, o i viali alberati, o i parcheggi, o i mercati.

Peraltro so perfettamente che la soluzione italiana al problema – a differenza delle città di mezzo mondo, dove i bagni pubblici sono gratuiti, abbondanti e sempre ben tenuti – è quella di andare in un bar ed ordinare un caffè; peccato che, essendo il primo maggio, la città apparisse completamente deserta: tutto completamente chiuso.

E così, il mio primo tentativo è stato in piazzale Lotto, zona con tanto di giardini e luoghi di attrazione pubblica; nulla.

Di lì, dovendo andare a Porta Ticinese, mi sono diretto verso piazza Amendola, davanti all’ingresso della Fiera (ormai “fieramilanocity”, per distinguerla da quella nuova a Rho). Mi son detto: figurati se non c’è un bagno pubblico tra la metro e la fiera, dove in certe giornate passeranno centomila persone. E invece no: c’è un gabinetto dentro la fermata della metro, ma era fuori servizio; fuori non ho trovato nulla.

Con lo stimolo crescente, ho ripreso l’auto, ho tirato diritto e mi sono fermato alla stazione della metro di Pagano, altra zona potenzialmente interessante: c’è la stazione, un grande parcheggio, e un bel giardino. Ma in nessuno di questi luoghi c’era un gabinetto, e non ho voluto fare come un signore che, nel mezzo del giardino pienissimo di mamme e bambinetti, si è messo tranquillamente a orinare su un albero (e nessuno sembrava farci caso…).

Così ho ripreso l’auto e ho avuto l’illuminazione: certamente ci sarà un bagno alla stazione FS di Porta Genova, praticamente attaccata alla mia destinazione! Così, sgommando per le deserte vie milanesi, ho tirato dritto fino a girare a destra in via Colombo e mollare l’auto davanti alla stazione.

Entro, nel deserto generale, seguo la freccia per le sale d’attesa, ma… non porta da nessuna parte. Allora sbuco sul binario, vedo l’insegna, vado là e… entrambi i bagni di una delle stazioni più frequentate di Milano sono “fuori servizio per otturazione scarichi”.

A quel punto, piegato in due dallo stimolo, mi sono rotto le scatole e ho pensato: milanesi, volete che la vostra città sia un cesso? E cesso sia. E così, ho fatto pipì a bordo dei binari, in un angolo dove già decine e decine di persone parevano averlo fatto, nell’indifferenza generale.

Ma la mia già pessima impressione del livello di civiltà di Milano è peggiorata ulteriormente.

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lunedì 1 Maggio 2006, 09:37

Viva San Precario

Quest’anno, da buon lavoratore precario senza certezze e dallo stipendio irregolare, il mio primo maggio è all’EuroMayday a Milano (no, non è lì che la Moratti si farà fischiare per conquistare altri voti).

Non credo di condividere completamente il programma dei promotori della manifestazione (il concetto di reddito di cittadinanza, per esempio, non mi convince per nulla). Ma, insomma, ci sono motivi contingenti; e comunque è meglio errare dal lato dei deboli che da quello dei forti.

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lunedì 1 Maggio 2006, 01:34

Lessons learned

#1: Non uscire mai più con un gruppo di dodici persone formato esclusivamente da coppie.

#2: Non uscire con persone che a metà serata, vedendoti triste in un angolo, intonano Creep dei Radiohead per prenderti per il culo.

#3: Cedere alle antiche abitudini, e fare il fenomeno scolandoti direttamente la caraffa di vino da cima a fondo in un solo sorso, è Male.

#4: Comunque la mia macchina, al fondo della discesa di San Giorgio, fa i 210 senza una piega.

(oh, comunque è stato meno peggio di quel che sembra)

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