Lapsus freudiani
Fassino a Ballarò: “Se qualcuno avesse criticato i DS dicendo che non sapevano in anticipo della fusione DS-Sanp… scusate, Intesa-Sanpaolo…”
Near a tree by a river
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Fassino a Ballarò: “Se qualcuno avesse criticato i DS dicendo che non sapevano in anticipo della fusione DS-Sanp… scusate, Intesa-Sanpaolo…”
Quando si parla di Internet in televisione, è raro sentirne parlare con competenza; l’Italia è piena di persone che si dichiarano esperti a sproposito.
Per questo mi sono piacevolmente sorpreso, poco fa, quando guardando il servizio di apertura di Ballarò – che stasera si occupa di Telecom e intercettazioni – ci ho trovato dentro Andrea Monti, collega di tanti anni di Naming Authority, che esperto di libertà digitali dal punto di vista legale (e fondatore di ALCEI, l’equivalente italiano di EFF) lo è davvero.
Naturalmente, però, l’hanno fatto parlare per dieci secondi in tutto, e non si sono risparmiati il vieto stereotipo di intervistare il “tecnico” (anche se Monti è un avvocato) dentro una server farm, con macchine e cavi di rete e lucine ben in vista. Le sue giacca e cravatta stonavano non poco… Ma insomma, non si può avere tutto in una volta sola!
E’ certamente una punizione divina per aver rivelato in pubblico le mie abitudini di parcheggio a San Salvario, ma da qualche giorno, quando tento di parcheggiare in viale Madonna di Campagna davanti al mio ufficio, mi succede sempre la stessa cosa.
Arrivo, e tutti i posti comodi sul viale, a pettine da un lato, paralleli dall’altro, compresi quelli sul marciapiede regolarizzati a forza di uso dai dipendenti Motorola, sono occupati. Così, mi tocca entrare nel famigerato controvialino: un budello rialzato largo pochi metri, comprendenti una fila di alberi su un fianco, in cui le auto parcheggiano su entrambi i lati lasciando così un passaggio largo esattamente come un’auto più due specchietti più cinque centimetri, a cui si accede tramite gli stretti scivoli dei cancelli.
Immettersi con un’auto non microscopica è una tragedia: la curva richiede almeno tre o quattro manovre per evitare le fiancate delle auto già parcheggiate, ammesso che una di esse non sia talmente vicina al bordo da bloccare il passaggio. Parcheggiare è anche peggio, bisogna sfruttare abilmente gli interstizi tra un’auto e l’altra per infilare il muso mentre si curva all’indietro, e sperare che ci sia spazio sufficiente, nel contempo evitando gli alberi e le auto dall’altro lato.
Insomma, ogni volta parcheggiare lì dentro richiede dai tre ai cinque minuti, e dure manovre avanti e indietro, sempre a passo d’uomo, sempre a pochi centimetri dal rifarsi la fiancata.
E poi, regolarmente, spengo il motore, esausto, slaccio la cintura, scendo, e scopro che si sono appena liberati almeno tre comodissimi posti nel viale.
Qualcuno sa chi sia il santo protettore degli automobilisti in cerca di parcheggio, di modo che io possa effettuare gli opportuni riti purificatori sacrificandogli un paio di agnelli?