Sky
Vittorio vb Bertola
Fasendse vëdde an sla Ragnà dal 1995

Giò 25 - 8:40
Cerea, përson-a sconòssua!
Italiano English Piemonteis
chi i son
chi i son
guida al sit
guida al sit
neuve ant ël sit
neuve ant ël sit
licensa
licensa
contatame
contatame
blog
near a tree [it]
near a tree [it]
vej blog
vej blog
përsonal
papé
papé
fotografie
fotografie
video
video
musica
musica
atività
net governance
net governance
consej comunal
consej comunal
software
software
agiut
howto
howto
internet faq
internet faq
usenet e faq
usenet e faq
autre ròbe
ël piemonteis
ël piemonteis
conan
conan
mononoke hime
mononoke hime
vej programa
vej programa
travaj
consulense
consulense
conferense
conferense
treuvo travaj
treuvo travaj
angel dj'afé
angel dj'afé
sit e software
sit e software
menagé
login
login
tò vb
tò vb
registrassion
registrassion

Archivio per il giorno 27 Settembre 2006


mercoledì 27 Settembre 2006, 08:04

Un pianto italiano

La guerra in Iraq, siamo penso tutti d’accordo, è stata una manovra di imperialismo preordinato, fondata su evidenti bugie, e mirata a sostituire un regime nemico (dittatoriale, ma questo era in realtà un particolare irrilevante) con uno amico, rafforzando nel contempo il consenso interno di George W. Bush; una aggressione militare, forse persino un crimine internazionale. Quella in Afghanistan non è stata troppo diversa. Eppure, a me le parole della sorella del militare italiano morto ieri a Kabul hanno dato molto fastidio.

Per carità, sono sicuramente parole dettate in buona parte dal dolore per la perdita di una persona cara, e quindi forse dovrebbero essere i media a ridimensionarle, anzichè spararle in prima pagina; ma dire che i nostri soldati vengono “lasciati morire come carne da macello”, e quindi invocarne il ritiro, è assolutamente bieco.

Possiamo discutere sulle ragioni per cui l’Italia partecipa a determinate operazioni militari, e persino sull’opportunità di ritirarsi. Ma la vieta retorica dei fiori nei cannoni, del “c’era un ragazzo che come me”, per favore lasciamocela alle spalle.

Dal punto di vista dei singoli, i nostri soldati che vanno in queste missioni sono volontari, hanno scelto liberamente di andare, e ricevono uno stipendio proporzionale al rischio, che conoscono benissimo molto prima di partire. La possibilità di morire facendo il proprio lavoro c’è, ma quello del militare all’estero non è certo l’unico lavoro che ha un rischio significativo di morte: conosco un ragazzo sardo che da anni e anni fa il carabiniere a Cinisello Balsamo, per uno stipendio che è un quarto di quello di un soldato in Afghanistan, e non credo che la mortalità del suo lavoro sia tanto inferiore.

Per la questione di principio, forse tra qualche decennio riusciremo ad avere un mondo privo di guerre; ma anche allora, non credo possibile avere un mondo senza forze armate, perchè la convivenza civile, tra persone come tra stati, si basa anche sull’accettazione – nevrotica o meno ;) – di regole comuni, e sul loro rispetto. Possiamo discutere all’infinito di quale sia il modo giusto e democratico per definire le regole di convivenza del mondo, ma non del fatto che si possa vivere senza avere dei mezzi, in casi estremi anche coercitivi, per farle rispettare; per non parlare dell’esigenza di forze armate di interposizione e pacificazione, che, con tutta l’ironia che ci si può fare sopra e con tutti i fallimenti passati (vedi Bosnia o Somalia), in altre situazioni hanno salvato dall’abisso dell’anarchia violenta intere nazioni.

Un Paese che non capisce questo, un Paese che non ha la capacità di inviare soldati a combattere, se necessario a morire, per difendere la pace e la gente comune là dove è richiesto, è un Paese bambino, che non è in grado di assumersi le proprie responsabilità da membro adulto e rispettato del consesso internazionale.

Allora, torniamo pure indietro dall’Afghanistan anche domani mattina, se pensiamo che la nostra presenza faccia male anzichè bene a quella nazione; ma non facciamolo solo perchè ai primi morti ci mettiamo a piagnucolare.

divider
 
Creative Commons License
Cost sit a l'è (C) 1995-2024 ëd Vittorio Bertola - Informassion sla privacy e sij cookies
Certidun drit riservà për la licensa Creative Commons Atribussion - Nen comersial - Condivide parej
Attribution Noncommercial Sharealike