Svolta a destra
Stamattina mi è capitato di far parte di un altro episodio stradale interessante.
Arrivando dal centro, percorrevo il sottopasso di corso Regina Margherita sotto la ferrovia per Milano; per i non torinesi, è un budello risalente agli anni ’30, martoriato dai cantieri, dove un corso principale si stringe in una corsia libera più una corsia preferenziale per senso di marcia, separate solo dalla striscia gialla dipinta.
Percorrevo il passaggio agli inevitabili 40 orari, dietro una lunga fila di auto, ed ero nel punto più basso, quello dove il passaggio si stringe per via dei pilastri centrali; conseguentemente ho accostato un po’ verso destra e ho sentito strombazzare. Dietro di me, a circa 80 all’ora, stava arrivando un’auto dei vigili; mi stava segnalando che non accostassi troppo, perché mi stavano per superare a destra sfruttando la preferenziale.
Compiuto il sorpasso, i vigili hanno proseguito sulla corsia preferenziale, mentre davanti a me, dove la corsia agibile si allarga quel tanto da permettere il passaggio di due auto affiancate a dieci centimetri di distanza, sulla parte destra, al fondo della salita, si è formata la solita corsia di auto in attesa di svoltare a destra in via Macerata.
Si tratta di una svolta a destra vietata; tuttavia è una manovra comunissima, che ad ogni ciclo semaforico fanno almeno una decina di auto, perché è l’unico modo che permetta di accedere dal centro alla zona di via Livorno, all’Ipercoop, al multisala Medusa, all’Environment Park e insomma a un intero quartiere di decine di migliaia di abitanti. Le svolte a destra e a sinistra sono infatti vietate anche in tutti gli incroci successivi per 1500 metri; il percorso legale per quel quartiere in sostanza non esiste, richiederebbe di non imboccare il sottopasso e passare da piazza Statuto (almeno 4-5 minuti in più, a seconda delle code) o di andare avanti fino a corso Svizzera per poi ritornare indietro da corso Umbria (allungando di oltre due chilometri). E quindi, la cittadinanza che frequenta la zona – me compreso – ha deciso da anni che, nonostante il cartello, la svolta a destra in via Macerata è legale.
Per svoltare, però, bisogna attraversare la preferenziale; e infatti, proprio mentre l’auto davanti a me stava per farlo, sono sopraggiunti i vigili. L’auto si è fermata per farli passare; i vigili però hanno inchiodato, hanno tirato giù il finestrino e si sono messi a redarguire il conducente. Il conducente aveva un passeggero che ha tirato fuori la testa e ha cominciato temerariamente a discutere; al che pure io ho spento la radio, abbassato i finestrini e carpito brani della discussione. Mentre l’incrocio si intasava, il passeggero ha spiegato ai vigili quello che vi ho spiegato io sopra, cioè che se tutte le svolte a destra e a sinistra sono vietate per chilometri la gente non può che infilarsi dove la violazione disturba di meno.
Alla fine, ognuno è rimasto della sua opinione: dopo quasi un minuto di discussione, con il sottopasso ormai abbastanza intasato, i vigili sono ripartiti senza fare la multa, e l’auto davanti a me ha effettuato la svolta vietata, con me dietro. Non so dare ragione a nessuno dei due; certo mi stupisce che ci si scanni sul sintomo – cioè se sia giusto o meno che tutti in quel punto svoltino in divieto – invece che discutere del problema, cioè di come ordinare nel modo migliore possibile l’esigenza di migliaia di persone di andare da A a B; insomma come non si colga la differenza tra vietare una svolta a destra ogni tanto, e vietare tutte le svolte per chilometri. Che poi è come la differenza tra un moderatore che una volta ti toglie la parola perché sei andato oltre il tempo stabilito, e un sistema in cui non puoi parlare mai.
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