Caro Brunetta
Caro Brunetta,
le scrivo con la simpatia che spetta a chi – ed è ormai un caso raro – è arrivato alle massime posizioni di potere per le proprie capacità , senza essere passato dal consueto percorso dell’essere “figlio di” o perlomeno eterno portaborse, oppure dell’essere calciatore, cantante, velina o mignotta di lungo corso; e che interpreta la posizione senza compromessi, e senza quell’italica tendenza ad agire il meno possibile per evitare di farsi dei nemici.
Detto questo, la sua lettera di oggi sulla Stampa mi ha fatto venire i brividi, e non in senso positivo; perché, tramite un bel mescolone dai toni melliflui, cerca di delegittimare per principio qualsiasi protesta, trasformandola direttamente in teppismo (prima aveva detto guerriglia, poi s’è reso conto di averla sparata un po’ troppo grossa).
Vedo anch’io che spesso i ragazzi dell’Onda, come tutti i ragazzi e come anche noi quando alla loro età facevamo i cortei, alle volte hanno le idee poco chiare e partono da approcci astratti ed ideologici che in pratica sono controproducenti, e spesso vedono solo una parte del problema. Tuttavia, i problemi che pongono sono reali, e lei lo sa benissimo. Con la scusa di introdurre nell’università e nella scuola misure di efficienza, talvolta anche condivisibili e persino doverose, il suo governo sta facendo passare il messaggio che sulla pubblica istruzione non s’ha più da investire; che in fondo chi i soldi li ha troverà una istruzione di qualche genere, e le masse s’arrangino, abbandonate a un livello di cultura e di competenza media in caduta libera, e a una organizzazione del lavoro in cui al precariato non c’è mai limite né rimedio.
In questo clima di sfascio generale, a me fa solo piacere che esistano dei giovani che hanno ancora il coraggio di alzare la testa, anche quando (come a piazza Navona qualche mese fa) sono accolti dalla violenza premeditata, con tanto di beneplacito della polizia. A proposito di violenza, per carità : anche a me le immagini degli “scontri” tra fascisti rossi e fascisti neri davanti a Palazzo Nuovo sembravano più una esibizione di pretesa figaggine uso telecamere che un vero conflitto politico, e sembravano comunque il prodotto di un vuoto pneumatico nel cervello; ma l’Onda non è certo quello.
E’ fatta, se mai, di tanti giovani che hanno problemi gravi e concreti per il loro futuro, e che in questa società , anche quando sono più che capaci, non hanno più alcuna prospettiva di prosperità e successo. Il fatto che lei cerchi di accomunarli ad altri giovani, violenti e vecchi dentro (parte dei quali peraltro ardenti sostenitori del suo partito), è un triste tentativo di negare la questione sociale che l’Onda le pone, e anzi peggio: di far passare qualsiasi malcontento sociale, pur se ampiamente giustificato, come un tentativo di far tornare il terrorismo.
Lo so, che lei se la fa sotto all’idea che gli italiani non accettino passivamente di essere svenduti alla globalizzazione, alla massimizzazione dei profitti, alla privatizzazione degli utili collettivizzando le perdite, ad una economia non di mercato (magari ne avessimo finalmente una) ma di totale oligopolio, legata a maneggi politici e a cordate di imprenditori di destra e di sinistra tenuti in piedi a forza di denaro nostro pilotato da voi.
Ma non creda che sia sufficiente un po’ di criminalizzazione mediatica per fermare la rabbia: perché quando la gente si sente alla fame, niente può evitare la protesta anche violenta. Forse, allora, sarebbe un po’ più utile che si dedicasse a fornirci una proposta concreta sul come garantire un futuro decente ai giovani italiani.
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