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lunedì 9 Marzo 2009, 23:02

Racconto da Firenze

E che cavolo: avevo promesso un post entro oggi, e non sia mai che manco alla promessa. Ma ho come la sensazione che, se va avanti così, le prossime settimane saranno molto molto intense.

L’incontro è stato davvero interessante; nella mattinata hanno parlato esperti di vario genere che hanno parlato di temi importanti, dall’acqua pubblica all’eliminazione del concetto stesso di rifiuto, dal wi-fi/wi-max ubiquo agli impianti energetici personali, per passare poi a temi più strettamente politici, esposti in particolare da Travaglio, e all’intervento intimista finale di Jacopo Fo.

Secondo me però, specie per persone che ancora non hanno capito a quale stravolgimento dei nostri stili di vita e della nostra società stiamo andando incontro, sono più interessanti i primi; e spero che Grillo li metta in linea presto (su Youtube e soci trovate solo quelli più famosi e meno interessanti). Perché a parlare del fatto che in Italia i linfomi nei bambini crescono del 5% l’anno contro il 2% del resto d’Europa (e i bambini non fumano), o di come le guerre civili nel mondo ora non scoppino più per petrolio o diamanti ma perché, come in Madagascar, il governo svende le terre coltivabili ai coreani che hanno bisogno di cibo per loro stessi, non sono poi così tanti; per me ormai sono questioni ovvie, ma il resto d’Italia vive ancora nell’illusione berlusconiana del “continuate a consumare e non succederà nulla” e del “faremo tanti posti di lavoro con nuove colate di cemento”, pompata grazie al controllo totale dei media.

Il pomeriggio è stato dedicato alle presentazioni delle liste civiche di tutta Italia, tra cui la nostra; l’ho fatta io ed è stata un vero successo. Noi, andando in controtendenza, abbiamo scelto di non parlare delle piste ciclabili piene di buche o dello scandalo di questo o quell’assessore (anche se qualcosa all’inizio ci ho infilato al volo, giusto per non sembrare disinformato) ma, trattandosi di un incontro nazionale, di alcuni problemi fondamentali di un nascente movimento politico, e innanzi tutto di una questione molto semplice: cosa ci evita di diventare un nuovo partito, di sostituire vecchi corrotti con nuovi corrotti?

Se vi interessa, potete leggere la presentazione o il documento completo oppure guardare il video qui sotto. A me resta la piacevole sensazione di un inatteso successo, il fatto che il nostro sia stato l’intervento più applaudito di tutto il pomeriggio, che abbia spinto persino Grillo a uscire sul palco (cosa che non ha fatto per nessun altro) e a chiarire che l’abbraccio con Di Pietro non si farà, che tutto è ancora aperto e da inventare.

Allo stesso tempo, resta un po’ di scoramento: questo intervento è un lavoro di gruppo, ma in pratica l’abbiamo preparato in tre o quattro, e il nostro gruppo è ancora minuscolo. Rovesciare la casta, cambiare radicalmente la nostra società, sembrano obiettivi giganteschi, impossibili. E’ vero che ieri a Firenze c’erano duemila persone, quasi tutte aperte, oneste, positive (poi qualche personaggio un po’ viscido c’era anche, ma li si vede subito). Ma qui, o si sveglia almeno una parte della nostra società e si rende conto che la sua salvezza passa dall’impegno diretto, o l’impresa resta davvero ardua.

[tags]grillo, cinque stelle, torino a 5 stelle, politica, firenze, democrazia, partecipazione[/tags]

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5 commenti a “Racconto da Firenze”

  1. rectoscopy:

    1) chi si vede tutto il filmato fino alla fine ti deve volere molto bene (mi riferisco non ai contenuti ma all’inquadratura traballante)
    2) ho letto i 12 punti della carta di Firenze e alcuni mi lasciano perplesso (espansione del verde urbano??? punti pubblici di telelavoro???)
    3) mi sembra che il discorso che hai fatto all’inizio sia fondamentale: chi ci garantisce che questo movimento “nuovo” non si corrompa e inizi con le stesse pratiche dei partiti “vecchi”? (lega docet)

  2. .mau.:

    Da quando in qua negli ultimi 2500 anni questo tipo di lavori lo si fa in tanti?

  3. paolo:

    Non mi e’ chiaro come si pensi di strutturare il processo decisionale, perche’ decidere alla fine si deve.

    Consenso dice tutto e niente, il consenso va misurato?come?.
    E consenso puo’ non essere totale.

    La strutturazione dei partiti risponde a una esigenza di questo tipo.

    Puo’ degenerare, ed e’ spesso degenerata, ma la domanda su come si possa giungere alternativamente alla definizione di una decisione resta.

    A me sembra un “come?” pesante, che espone, in mancanza di chiare risposte organizzative, al rischio di un vacuo assemblearismo, o alla formazione di un direttorio informale ma non per questo meno direttorio, di votazioni per acclamazione, o semplici acclamazioni, di cooptazioni di fatto anche se negate nelle dichiarazioni di principio.

    Il rischio di una deriva carismatica mi sembrerebbe l’evoluzione piu’ facile. O piu’ probabilmente, forse, una marginalita’ velleitaria .

    Anche se forse non sembra, questa e’ una domanda

    se si rifiuta la struttura di partito, che certamente ha mostrato i propri limiti, come allora si giunge alla definizione di una linea impegnativa per chi ritiene di riconoscersi in un ambito di espressione politica e amministrativa?

  4. Attila:

    Ma ti sei fatto omaggiare della biowashball o no?

  5. Piero:

    Ho letto il documento e visto il video e devo dire che ci sono idee interessanti che condivido, soprattutto l’idea di rete e non di partito. Se ci guardiamo intorno però ci accorgiamo che ogni struttura sociale è organizzata in gerarchie: da quella famigliare a quella ecclesiale, militare, aziendale, partitica, condominiale, ecc. Non c’è movimento o società che non sia organizzata in forma gerarchica e verticistica.

    Il vostro movimento invece vuole evitare la struttura verticistica e gerarchica e questo mi pare sia il punto più interessante e importante da affrontare e chiarire.

 
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