Cinque firme, cinque stelle, un sacco di carta
E’ incominciata in questi giorni la raccolta delle firme per la presentazione della nostra lista civica provinciale Torino a 5 Stelle. Dobbiamo raccogliere mille firme; ne abbiamo raccolte duecento solo nel sabato di prova, ma il tempo scarseggia, dato che abbiamo tempo solo fino al 4 maggio e che c’è di mezzo pure un ponte che probabilmente desertificherà la città . Insomma, attorno a noi c’è tanta simpatia, ma la simpatia non basta: o le persone si danno da fare, ci trovano altri firmatari, li portano ai banchetti, o non riusciremo a presentarci.
La pagina con l’elenco sempre aggiornato delle opportunità per firmare è qui; questo è l’appello che spiega perché firmare; questi sono i banchetti di raccolta:
Mercoledì 22 aprile – ore 21-23 – corso Ferrucci 65/A, Torino (primo piano)
Giovedì 23 aprile – ore 16,30-18 – piazza Castello angolo via Garibaldi, Torino
Venerdì 24 aprile – ore 20-22,30 – Rivoli, Hotel Davide, via Legnano 21
Sabato 25 aprile – ore 15-19 – piazza Castello angolo via Garibaldi, Torino
Lunedì 27 aprile – ore 16,30-18 – piazza Castello angolo via Garibaldi, Torino
ma si può firmare anche in qualche Comune (tra cui l’ufficio elettorale di Torino al Rondò della Forca, che è aperto anche questo sabato e domenica).
Non è solo questo ciò che volevo dirvi, comunque; l’esperienza di organizzare in prima persona (in un gruppo piccolo ma agguerrito) una roba del genere è stata davvero istruttiva.
Si scopre infatti che tutto il nostro sistema elettorale, su cui è basata la nostra democrazia, è in realtà costruito per essere complesso ed arbitrario. Per presentare una lista esiste un comodo libretto del Ministero dell’Interno di alcune decine di pagine, che però vale fino a un certo punto, visto che ciò che conta è la legge. Voi penserete che ci siano dei moduli; invece no. I moduli devi farteli tu, seguendo una traccia che però varia a seconda dell’edizione del libretto e della fonte che trovi, e che è comunque pensata per gruppi senza problemi di soldi e di braccia: per esempio, le firme vanno raccolte su moduli che devono assolutamente essere dei fogli A3 fronte/retro a colori, e ancora grazie che esistono le copisterie (in realtà si puà fare anche su fogli A4 separati, ma serve poi una procedura magica presso un ufficio sconosciuto, sito in fondo a una grotta nelle miniere di Moria, per poterli riattaccare: “meglio di no”). Oppure, devi essere tu a certificare che i tuoi mille firmatari siano effettivamente elettori, e a questo scopo devi recarti negli uffici elettorali di ciascuno dei 315 comuni della provincia di Torino, uno per uno, e chiedere i certificati elettorali dei firmatari di quel comune, da allegare alla pratica: immaginate un po’.
Non esiste assolutamente nessuno autorizzato a dirti come fare; non solo, ma più sono gli uffici a cui chiedi e più sono le versioni diverse che ricevi. C’è l’ufficio che ti mette un timbro per autorizzare una cosa e quello che assolutamente si rifiuta di mettere un timbro, di solito con commenti tipo “siamo mica qui a timbrar fogli per lei”; c’è quello che accetta le cose scritte a penna e quello che le rifiuta; e poi c’è l’ufficio elettorale centrale, dove una persona (peraltro gentile e disponibile) non può far altro che dirti che non è autorizzata a rilasciare pareri ufficiali sul fatto che una data cosa sia accettabile o meno; tu devi raccogliere tutti i documenti, presentarli, e poi qualcuno deciderà se vanno bene o meno, ma solo quando sarà troppo tardi per rimediare.
Infine, c’è la questione delle firme: perché non penserete mica che basti la volontà del cittadino, e che quindi si possano raccogliere semplicemente le firme in giro. Le firme devono essere autenticate, e attenzione, dice la legge, ci sono due opzioni. Se sei un partito, che già dispone di eletti, i tuoi consiglieri comunali e provinciali possono autenticare le firme; ti basta riempire i moduli con i dati dei tuoi simpatizzanti, farli firmare e metterci il timbro. Se sei una lista civica, dato che ovviamente nessun partito ti vorrà aiutare, la legge ti permette di usare un dipendente comunale, un notaio o un giudice di pace, che però devono venire autorizzati con una procedura che richiede una settimana e la collaborazione di tre uffici (anche qui per fortuna ho trovato sempre persone gentili), e che poi possono ricevere firme solo nel territorio comunale. E soprattutto, devono aver voglia di venire gratis a star lì per intere giornate e weekend: voi lo fareste?
Noi non demordiamo, e insistiamo; se poi non raccoglieremo abbastanza firme, o se l’ufficio preposto deciderà che la congiunzione astrale ci è sfavorevole e la cacca di formica in alto a destra invalida i moduli, pace; è tutta esperienza per le prossime elezioni comunali.
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