Cani e padroni di cani (2)
Oggi, all’ora di pranzo, ho fatto un salto al solito Lidl per fare la spesa. Ed è stato interessante, non solo perché vendono a 50 euro un bidone da compostaggio casalingo (per quelli di voi che hanno l’orto).
Una delle cose interessanti del Lidl è l’umanità che ci si ritrova, molto più varia che in qualsiasi supermercato; ci si sentono tutte le lingue del mondo, con una certa predilezione per quelle dell’Europa orientale. Stavolta sono arrivato alla cassa e davanti a me c’era un signore più o meno mio coetaneo, vestito con una specie di piumino e con occhiali da sole fighetti, che aveva in braccio (niente carrello) un paio di ciabatte e poca altra roba. Il signore apre bocca e rivela un accento milanesissimo, tanto forte da stordire.
Mi dice: “Uè scusa, devo solo andare a prendere il sacco per il cane!”; è una tecnica che usano in molti, ossia prendere il posto nella coda e poi andare ancora in giro per aggiungere le ultime cose. Al che lo faccio passare all’indietro perché vada a prendere il sacco, e intanto comincio a sistemare la mia roba sul nastro trasportatore della cassa. Dopo un minuto lui torna trascinando un gigantesco sacco di crocchette für Hunde, arriva, mi guarda e fa: “Ma non mi hai lasciato il posto!”.
Io guardo, e mi accorgo che lui ha sì posato il resto della sua spesa prima di andare a prendere il sacco, ma invece di metterlo sul nastro come marcatore del posto l’ha buttato in mezzo ai gerani in offerta speciale presso le casse. Scuoto la testa tra me e me e lo invito a passare; però lui non sa cosa fare, non sapendo come mettere le cose sul nastro, visto che tra me e la signora davanti non è rimasto il posto. Allora mi sporgo e infilo un braccio in mezzo al nastro mentre scorre, in modo che la mia roba resti ferma: e magicamente gli creo il posto.
Lui tutto contento deposita il materiale; arriva il suo turno, e chiede alla cassiera dove stanno le spazzole in offerta volantino, che non le ha trovate. La cassiera glielo dice, lui dice che non ci sono, la cassiera fa notare che la cliente precedente ne aveva una, lui allora ammutolisce, si ferma un attimo, e poi cambia argomento; le dice “Scusa, del sacco del cane me ne batti due che poi torno dentro e ne prendo un altro, si può vero?”. La cassiera lo guarda perplesso – visto che era andato a prenderne uno, poteva prenderne subito due – ma dice di sì. Il tizio allora paga, mettendoci una vita – come se non avesse mai maneggiato dei soldi in vita sua – e poi va a prendere un altro sacco… ma stavolta abbandona tutta la sua roba sul ripiano della cassa bloccando la coda.
Al che la cassiera sbuffa, io mi ingegno, ci aggiustiamo costruendo una linea continua tra lei che batte e io che inscatolo nel carrello, e alla fine il tizio torna e si prende la sua roba sottobraccio – sempre senza carrello né sacchetti.
Quando io arrivo nel parcheggio sotterraneo, lo vedo caricare i suoi due sacchi di croccantini superscontati su un gigantesco fuoristrada da 50.000 euro; non solo, ma comincia a uscire in retromarcia dal posto proprio mentre sto passando io, non curandosi minimamente del fatto che ci possa essere qualcuno che passa (o forse non essendo assolutamente in grado di vedere dietro a sé, con un bidone del genere). Gli suono, inchiodo e riesco ad evitare lo scontro.
La domanda è: ma un bauscia senza problemi di soldi (o forse con problemi di soldi ma senza che ciò lo renda propenso a rinunciare al macchinone) perché viene al Lidl, e perché solo per comprare il cibo del cane? L’unica teoria che sono riuscito a concepire è che il cane sia in realtà della sua squinzia, e che quindi gli voglia male anzichenò; però siete liberi di proporre altre ipotesi.
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