Mi ero sempre chiesto dove fossero. Voglio dire, io conosco persone dalle idee politiche più variegate, eppure non avevo ancora trovato nessuno che non trattasse i continui attacchi di Berlusconi alla magistratura perlomeno con un po’ di imbarazzo, se non con riprovazione. Oltre agli oppositori, conosco anche persone che lo votano, convinte che abbia ragione riguardo all’incapacità della sinistra di gestire l’Italia, ma che comunque dicono “sarebbe meglio se non ci mettesse continuamente di mezzo la difesa dei suoi interessi privati dalle sue pendenze penali”.
E invece, l’altro giorno in treno ne ho trovato uno: uno convinto che il problema dell’Italia sia la magistratura e che per fortuna ora Silvio la metterà a posto. Ha cominciato lamentandosi per dieci minuti buoni degli statali che non lavorano, e poi stringendo sui giudici; “alle due del pomeriggio in tribunale non c’è più nessuno” e “da nessuna parte c’è una casta che fa quel cazzo che gli pare come i magistrati” (parole sue). Dopo un po’ di ripetizioni ad altissima voce tra gli sguardi perplessi di molti viaggiatori, il signore che gli sedeva davanti è insorto e gli ha fatto notare che se i tribunali si svuotano è perché lo Stato ha tagliato i fondi per gli straordinari, dunque i cancellieri finito l’orario d’ufficio vanno a casa.
Ecco, non l’avesse mai fatto… Il fan di Silvio è esploso: “E se non gli pagano gli straordinari, che lavorino lo stesso! Nelle aziende private facciamo tutti così! E poi anche se non c’è il cancelliere, il giudice può mettersi lì e copiarsi le carte da solo sul computer!” E vabbe’, quella che i tribunali siano arretrati e operino in modi inefficienti, e che nel pubblico impiego ci siano anche assenteisti e fancazzisti, gliela si può anche passare; però da qui a dire che sono tutti così…
Ma il peggio doveva ancora venire, perché poi si è passati al pietismo: “Lei sa quanta gente è stata rovinata da giudici che hanno condannato ingiustamente, e poi dopo tanti anni si è scoperto che era sbagliato? Eppure se un giudice sbaglia nessuno gli fa niente, è l’unico paese al mondo dove il giudice se sbaglia non viene punito, e tanta gente va continuamente in galera per i giudici che lavorano male e fanno le cose col culo”.
Il tizio di fronte ha cercato di fargli notare che esistono tre gradi di giudizio e amplissime garanzie per tutti, che i casi di errori giudiziari conclamati dopo i tre gradi sono pochissimi e tipicamente sono dovuti a fatti che al momento del giudizio il giudice non poteva sapere; e anzi che normalmente si dice che il problema è che in Italia nessuno viene mai punito. E lì, il silviofilo ha rovesciato l’argomento: “Ecco è vero! Perché poi i giudici sono quelli che mandano liberi gli assassini! Lei si ricorda dello zingaro che ha ammazzato cinque ragazzi guidando ubriaco, e che poi era subito fuori, agli arresti domiciliari al mare! Ecco io quel giudice lo appenderei per le palle!!”.
L’altro, con ammirevole tenacia, ha glissato sull’evidente mancanza di logica del ragionamento, e ha cercato di reagire sottolineando che il giudice non fa le leggi ma le applica soltanto; e la risposta è stata “Eh no! E non è vero! Perché non ha visto l’altra settimana quel giudice di Torino che ha modificato la legge per non condannare i clandestini?” La tentata spiegazione della differenza tra modificare una legge e sollevare una eccezione di incostituzionalità non ha avuto alcun effetto, il signore non l’ha proprio afferrata; ha solo proseguito dicendo che “I giudici sono fuori controllo, fanno sempre quel cazzo che gli pare, sono una vera casta! Lavorano per se stessi, come quel criminale di Di Pietro, come quel De Magistris! Guardi quante inchieste ha fatto, ma sa come sono finite? Tutte in una bolla di sapone!”.
L’altro ha cercato di dirgli che forse quel che aveva letto su Il Giornale (che teneva sotto braccio) non era proprio completamente vero, e che le inchieste erano state interrotte dall’alto per non toccare politici e personaggi importanti, e anche qui, magico rovesciamento della logica: “E appunto, poi sono poche persone lì, vede Tronchetti Provera, vede Tanzi, hanno mandato in rovina migliaia di famiglie, ma quelli non li hanno mica condannati, sono intoccabili! Perché i giudici sono una casta al di sopra di tutto!!”
E poi ha concluso con un convinto quanto misterioso “Ma non esiste che i giudici sono un potere dello Stato!!”. Dubito che stesse commentando Montesquieu; dunque chissà cosa voleva dire. E’ chiaro che la logica non era il nocciolo della questione, e che il signore aveva in testa soprattutto un pastone di slogan mescolati a caso e adattati di volta in volta all’uso dialettico necessario. Eppure, temo che, grazie all’averle ripetute per vent’anni, di pastoni come questi siano pieni i cervelli di moltissimi italiani.
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