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sabato 28 Novembre 2009, 23:53

Storia di una B sfatta

Quella di oggi pomeriggio non era una partita seria e lo dovevamo capire subito da tanti piccoli indizi: per esempio il fatto che il più che condivisibile striscione esposto in apertura dalla Maratona, “Società inesistente gestione improvvisata la nostra pazienza è terminata”, fosse scritto a spray su due righe più un pezzo aggiunto a destra perché l’ultima parola non ci stava. Oppure dal fatto che, all’annuncio delle formazioni, misteriosamente era sparito Sereni; in porta andava la riserva Alex Calderoni e in panchina non il solito terzo Gomis, ma tal Danilo Tunno di cui lo speaker non aveva nemmeno la foto da mostrare sul tabellone. E anche il Crotone non è una squadra seria, il principale striscione che campeggia nel settore ospiti dice “Nasty Boys Falchera”.

Infatti dopo venti minuti era già 0-2, due papere due gol: prima Zoboli che si butta pur di tenere in campo il pallone e smarcare così l’attaccante avversario in area, e poi un gollonzo storico, un rinvio di Calderoni che poteva essere tirato ovunque tranne che lì, sulla faccia del crotonese che gli correva intorno, con la palla che rimbalza e torna indietro rotolando beffardamente dentro la porta. E’ già chiaro come andrà a finire, tanto che ci affrettiamo a togliere gli striscioni dalla Primavera, anche se qualcuno ha legato la parte centrale con un nastro di recupero mal messo che non si vuol togliere e dunque io sono responsabile di uno degli ammainastriscione più lenti della storia, roba che se i tifosi avversari non fossero stati impegnati a festeggiare ci avrebbero gridato “oh issa! oh issa!”; si è risolto solo quando ho chiesto aiuto e fatto intervenire i muscoli bruti di Giovannino Capo Ultrà. E per tutto questo non ho nemmeno visto il gol di Bianchi – credo che sia la prima volta che mi perdo un gol del Toro allo stadio.

Il resto della partita può riassumersi nel risultato del mio tentativo di fare una foto al campo a inizio secondo tempo, disturbato dagli umori dei miei compagni di tifo:

tokr.jpg

Per fortuna che, scesi per protesta fino alla fossa del primo anello, non abbiamo visto più niente (la nota visibilità zero delle parti basse dell’Olimpico); comunque non ci sarebbe stato niente da vedere. Ci si salva con la voglia di ridere istericamente tipica dei disperati, mentre la Maratona a un certo punto intona a piena voce un “Forza ragazze” e un “Fuori le tette, tirate fuori le tette” che sono satira calcistica di altissimo livello. E così, alla fine cosa volete che si faccia? Usciamo, e decidiamo di andare a constestare.

Ma nemmeno questa contestazione è una cosa seria. Saremo un centinaio al massimo, molti vecchietti, un po’ di volti cruciali della Primavera, della Maratona boh. Ci sono una cinquantina tra poliziotti e carabinieri fermi in attesa davanti al cancello del garage, il posto dove di solito escono i giocatori. A un certo punto, dopo mezz’oretta, c’è un po’ di animazione: fanno disporre i tutori dell’ordine in fila, allargati a ventaglio, per separare la “folla” dal pezzo di strada dove devono uscire i veicoli.

Vediamo chi esce: è il pullman del Crotone. La contestazione erompe in un meritato applauso. Dal pullman salutano ed esultano neanche avessero vinto la Champions League, fanno cinquanta metri, poi, appena finita la fila di poliziotti, inchiodano e aprono la porta. Attimo di perplessità: scenderà qualcuno? Si sono incazzati? Sta per scattare una rissa? No, si riapre il cancello dello stadio e di corsa escono due ragazzi con la tuta sociale del Crotone. Tra gli applausi dei tifosi del Toro, corrono a gambe levate per salire sul pullman che li aspetta: si erano dimenticati due giocatori negli spogliatoi. Ma vi pare una cosa seria perdere contro questi qua? “Ah già, ma oggi c’era anche Pino, sai il cugino tuo che ogni tanto viene a fare il portiere… ehi ragazzi, qualcuno ha visto Pino?”

Dopodiché, l’attesa si fa lunga, e veniamo a sapere cosa è forse successo. Gira voce che Sereni si sia picchiato ancora una volta con il team manager Ienca, negli spogliatoi, poco prima di entrare in campo: ecco perché ha giocato Calderoni, e pare che il terzo portiere sia stato richiamato al volo via telefono (magari hanno cercato quello che abitava più vicino allo stadio…). Si ricorda che stando ai racconti degli ultrà Aimo Diana, oggi uno dei più molli, durante un confronto coi tifosi al casello di Mestre (di ritorno da Trieste qualche settimana fa) disse “Siete tifosi di merda, se vogliamo vi mandiamo in C”, e ci si chiede cosa volesse dire. Si ha notizia anche di un ridicolo comunicato stampa del Toro, che dice che l’allenatore Colantuono non interverrà in conferenza stampa “perché ha mal di testa”, provando definitivamente che la Cairese FC è una società di buffoni.

Aspettiamo il pullman del Toro, siamo sempre di meno: diciamo una trentina in tutto. La manganellataria quasi di fronte a me è una signora panzuta e ciociara, che ben presto si mette a scambiare lazzi con i due tifosi di fronte a lei, maneggiando il manganello per gioco; noi scherziamo e ridiamo, ci rendiamo conto da soli che non è una cosa seria. Sono le sette meno un quarto, la partita è finita da un’ora e mezza e vorremmo andare via, quando finalmente le cose si muovono: prima parte la polizia, poi noi all’inseguimento. Un minuto di corsa selvaggia per scoprire il pullman del Toro piantato lì come un toro in mezzo a via Filadelfia, le luci accese, pronto a caricare la folla.

La strada viene bloccata dal residuo gruppetto di tifosi, i più accesi si piazzano in mezzo alla via e cominciano a gridare qualche coro offensivo. Il digo Poncharello (pardon, il dirigente della Digos da sempre responsabile dei rapporti con la tifoseria granata) urla “Ragazzi, dobbiamo far passare il pullman, state attenti, il primo che tira una pietra me lo porto in ufficio, passa la notte alle Vallette!” Lì capiamo che è un diversivo. Infatti, il toro ingrana la retromarcia e si dimostra vacca, esce piano piano dall’altra parte. Buffoni senza palle, non vengono nemmeno a prendersi le doverose manate sulle portiere e i sapidi sputi che toccano per contratto ai giocatori in una situazione del genere. Sono pagati anche per questo!

Naturalmente, adesso il copione è già scritto: tutte le colpe saranno scaricate sull’allenatore che verrà probabilmente esonerato, in modo da permettere ai giocatori di continuare a fare quel che vogliono, per poi finire in discoteca e uscire da essa con la camicia spermata alla moda della bella Rosina. Cairo continuerà a gestire la Cairese come ha sempre fatto, spendendo il minimo possibile e come sempre con incompetenza, presunzione e improvvisazione. Prima o poi i nostri pedatori imbroccheranno tre partite di fila e ciò provocherà una ripresa di torinite, che purtroppo è una malattia incurabile, salvo poi doversi rimangiare il fegato all’ennesimo ritorno all’inconcludenza. E via così all’infinito, finché non ci libereremo di Cairo.

[tags]toro, crotone, calcio, serie b, ultras, tifosi, spogliatoio[/tags]

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5 commenti a “Storia di una B sfatta”

  1. stefano (camacho):

    bell’articolo Vittorio.
    “Ci si salva con la voglia di ridere istericamente tipica dei disperati”.
    è una grande verità

  2. MCP:

    Dai VB, rifatti un po’ gli occhi con questo.

  3. .mau.:

    Beh, magari Cairo doveva qualche favore a qualche amico calabrese.

  4. for those...:

    Vittorio, qualche settimana fa scrivevi (più o meno) che eri stanco per i troppi impegni.
    Secondo me dovresti stancarti di più.
    Se ti restano ancora tempo e forze per perder del tempo davanti agli stadi vuoti per rappresaglie in stile intifada, vuol dire che non ti sforzi abbastanza.
    Hai girato mezzo mondo. Fermati per qualche settimana in Inghilterra a vedere come si segue il calcio da quelle parti. E non è certo il caso di tirare in ballo diversità culturali o tradizioni dato che, fino a 15 anni fa, da quelle parti si tiravano molte più mazzate che da noi.
    L’educazione si può anche imparare. A mazzate appunto, se necessario.

  5. vb:

    Comunque in Inghilterra non è che non si menino più, semplicemente non lo fanno dentro/davanti allo stadio :)

    (Poi ovviamente io non avrei mai tirato manco una foglia secca, e non so se qualcun altro lo avrebbe fatto – come dicevo, drammatizzare era il modo usato dal signore della Digos per cercare di distrarci… penso che al massimo si sarebbe chiesto a qualche giocatore di scendere a parlare con i tifosi, e/o ci sarebbe appunto stata qualche manata sulla porta.)

 
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