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venerdì 13 Novembre 2009, 12:48

Uniti nelle differenze, naturalmente ideologiche (2)

Scusate, non per essere monotono, ma non vorrei che vi foste persi le ultime puntate della telenovela Bresso-Chiamparino per la nomination a candidato presidente della Regione Piemonte per il centrosinistra; telenovela che sta mettendo a dura prova i nervi del PDmenoL torinese, al punto che Chiamparino l’altra sera, assediato dagli abitanti di Basse di Stura stufi delle proroghe sulla discarica, si è fatto scappare in pubblico un bestemmione – un “porca M…” che ha fatto cadere tutti i crocifissi delle aule scolastiche nel raggio di cinquecento metri.

In breve, ieri la Bresso – probabilmente preoccupata di risultare inferiore a Chiamparino per arroganza – ha rilasciato una bella dichiarazione spavalda al Corriere della Sera, chiudendo la sua intervista con una frase che taccia apertamente l’UDC di essere il partito della mafia. Vero o falso che sia – va bene Cuffaro, ma dubito molto che la vecchietta che vota Vietti a Viù lo faccia per foraggiare il traffico internazionale di droga – non è certo una cosa gentile da dire, ma è soprattutto una bella cannonata contro l’accordo tra centrosinistra e UDC, che l’avrebbe costretta al sacrificio della poltrona: la candidata deve essere lei, a costo di andare alle elezioni da sola e con la quasi certezza di perderle. Infatti, Casini ha subito risposto con una nota di agenzia che vi prego di trattare con precauzione, in quanto è talmente gelida che potrebbe congelarvi il computer.

In realtà, il senso di quella nota è anche quella di dire al PD “non faremo noi il lavoro sporco in casa vostra: riportate voi sotto controllo questa pazza e poi eventualmente ne riparliamo”. Tutto il PD si è subito cagato addosso: senza UDC si perde, e se si perde niente ciccia. Da Saitta in giù, tutti furibondi con la Bresso, non solo per l’uscita, ma perché essa sottintende la scelta “meglio perdere le elezioni che cedere il passo a Chiamparino”.

E infatti Chiamparino ha subito raccolto l’assist, e ha proposto di discutere della questione a Roma, tra le segreterie, nell’ambiente dove è più facile che la Bresso possa venire sacrificata; al che i bressiani hanno risposto che no, la discussione va fatta a Torino. Nel frattempo, dopo la contestazione sulla discarica, un altro pezzo del partito contesta Chiamparino, per la sua affermazione – probabilmente fatta per ribadire che no, il più arrogante è sempre lui – che “gli amministratori PD sono inadeguati“, naturalmente ad eccezione di lui medesimo.

Che dite, non sono carini? Non fosse che hanno in mano il destino della nostra città…

[tags]torino, elezioni, politica, pd, bresso, chiamparino, udc, correnti di partito[/tags]

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2 commenti a “Uniti nelle differenze, naturalmente ideologiche (2)”

  1. .mau.:

    ma secondo te, se davvero mettono Cota come candidato della destra, il PDmenoL non corre il rischio di vincere lo stesso?

  2. Lobo:

    se quello fosse il caso, e ci fossero 3 candidati “forti” nella loro debolezza (Cota/Chiamparino/Bresso), si, potrebbe vincere Cota. Chiamparino e Bresso si dividerebbero equamente i voti del centrosinistra e degli indecisi e Cota prenderebbe i voti dei fedelissimi pdl e dei leghisti.

 
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