Casa pidiello
La trasmissione in diretta streaming, sul sito del Corriere, della direzione nazionale del PDL, quella in cui Berlusconi e Fini si dovevano chiarire, resterà un evento degno di nota per vari motivi (nonostante le scaramucce politiche dentro il governo abbiano anche lo scopo, più o meno pianificato, di distrarre gli italiani dal disastro della loro economia). Intanto, non mi era mai capitato di vedere trasmessa in diretta una riunione di partito di questo livello; per carità , può darsi che le trasmetta anche il PD, ma una riunione di direzione del PD dev’essere emozionante come la Corazzata Potemkin, dunque se le trasmettono siamo lieti di non doverle guardare.
Ma veniamo a oggi: prima Gianfranco ha esposto tutte le sue accuse a Silvio, dicendo quel che pensano quasi tutti gli italiani, a partire dalla distruzione sistematica della giustizia per parargli il sedere dai suoi processi; dopodiché Silvio ha preso la parola a sorpresa e attaccato Gianfranco, e per qualche secondo si è verificata in diretta una scena leggendaria, con Berlusconi sul palco che accusa e Fini che si alza, solo in mezzo alla platea, e da sotto il palco gli punta il dito contro, tutti e due palesemente fuori di sé e incazzati a livello personale.
Ecco, lì si è capito che la lite va oltre; non è politica, non è mediatica, è semplicemente lo scazzo continuo tra due ex consorti che non si sopportano più. Silvio rimprovera Gianfranco in tono paternalistico, “Gianfranco, te l’ho spiegato cento volte che io non parlo col direttore del Giornale”, “facciamo le riunioni, ma tu alle riunioni non partecipi, non sei venuto nemmeno in piazza San Giovanni”, e Gianfranco in modo passivo-aggressivo che platealmente, davanti alle telecamere, fa gesti tipo “che cavolo dici”, “buona questa”, e persino “mavalaaaa”. Ci mancava poco che cominciassero a rinfacciarsi a vicenda di quando Gianfranco non stirava bene le camicie di Silvio e quando Silvio usciva la sera lasciando Gianfranco solo in casa davanti alla TV; e, se ci fossero stati lì i piatti del pranzo, indubbiamente qualcuno di essi sarebbe anche volato. Una lite matrimoniale in diretta!
(Fantastici anche quelli che da dietro riprendevano col cellulare – e sono deputati! – ma soprattutto uno: due poltrone più in là rispetto a Fini che urla, Lamberto Dini che, refrattario a tutto e tutti, se la dorme della grossa con la testa appoggiata su una mano.)
Fa persino bella figura Scajola (no dico, Scajola) che li invita a non mandare i figli a litigare tra loro in TV, quelli che vogliono più bene al papà contro quelli che vogliono più bene alla mamma, che poi a qualcuno viene il dubbio che anche nel PDL si litighi come dei bambini. Ma vedete, facendo anch’io politica ho capito una cosa: che l’elemento umano è importantissimo. Che tutti fanno appelli a spersonalizzare, a discutere di idee, a non formare gruppetti di amici e a non compilare liste di nemici, a non dividersi per gelosie e a non portarsi rancore, ma poi la verità dei fatti, dal Consiglio dei Ministri al consiglio di quartiere, è che la politica – se è fatta per passione, anziché per professione o per interesse – attrae anche e soprattutto chi ha un ego sviluppato.
E allora, a me la lite senza quartiere tra Gianfranco e Silvio fa sinceramente simpatia: non solo perché mi ricorda scazzi furibondi vissuti direttamente, ma perché evidenzia come puoi passare le giornate a nuotare nel tuo deposito pieno di dobloni e a passare in rassegna tutte le veline della TV italiana, ma essere comunque infelice e furioso perché un Gianfranco qualsiasi non ti ama più.
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