C’è chi dice no
Purtroppo le discussioni relative agli ultimi post sono state troppo tranquille, e allora vi lascio con una questione su cui generalmente le persone si dividono.
Stasera ero al mio Lidl di fiducia (questa settimana offre, anche se a caro prezzo, paste di mandorla prodotte in quel di Militello in Val di Catania, dove sono stato ormai sette anni fa e prima o poi tornerò) ed ero in coda alla cassa – ora di punta e coda un po’ lunga, sia nella mia cassa che in quella a fianco. A un certo punto arriva un signore con in mano quattro o cinque cose, passa fischiettando accanto alla parte finale della coda, prova ad infilarsi in quella a fianco, lo guardano male, allora arriva da me – che sono ormai proprio all’inizio del nastro – e dice: “scusa posso passare?”.
In genere in questi casi non faccio mai opposizione: in fondo chi se ne frega, perché litigare. Ma questa volta no, un po’ perché in mano aveva una mezza spesa, e un po’ perché insomma, mi sono stufato di una cultura in cui si cerca sempre l’eccezione alla regola purché sia a proprio vantaggio. E ho detto “no scusa, fai la coda come gli altri”.
Al che il tizio, scazzato, è andato via e si è infilato nell’altra coda, dove sono stati meno assertivi… o più gentili?
Avesse avuto un solo oggetto in mano, l’avrei fatto passare; fosse stata una signora anziana, l’avrei fatta passare. In questo caso, no. Voi cosa avreste fatto?
[tags]lidl, supermercato, cassa, coda, regole[/tags]
9 Novembre 2010, 21:00
Nessuna pieta’ per chi ha la faccia come il culo. Ce ne sono gia’ troppi in Italia e non vengono mai sterminati abbastanza (anzi, di questi tempi pare che qualcosa indichi che vengono premiati; e’ il segnale che il Sistema e’ marcio).
Ma se facciamo sparire solidarieta’ e gentilezza come societa’, siamo finiti due volte.
Quindi alla luce della tua scelta (che e’ sempre soggettiva, perche’ e’ sempre la singola persona che deve distinguere chi si trova davanti) direi che la tua parte l’hai fatta e correttamente.
Poi, magari, il personaggio in questione si sara’ infilato da un’altra parte col ghignetto sotto i baffi (aho ‘sso sempre io il piu’ ffurbo), ma questa e’ un’altra storia.
Almeno non sei complice del finto perbenismo pissendlove, che in realta’ e’ menefreghismo e non aiuta l’avvento della Civilta’ ma il marcire di un sistema nel quale tutti dicono “il sistema e’ marcio”, ma poi se ne fottono..
10 Novembre 2010, 11:43
Hai fatto bene.
Uno che per qualsiasi motivo vuole passare deve chiedere permesso a TUTTI quelli in fila, non solo a quello davanti al quale entra in coda. Così è implicitamente costretto a motivare la richiesta, altrimenti sta solo provando a fare il furbo.
Io rispondo sempre: “Deve chiedere a tutti quelli in fila, non solo a me”.
10 Novembre 2010, 14:48
Le cose sono come la morte: le accettiamo perché valgono per tutti.
10 Novembre 2010, 15:25
hai fatto bene: non era in stato di emergenza fisica, non era anziano, non era incinta, non aveva 1 cosa sola (e avrebbe nel caso dovuto chiedere cmq a tutti quelli in coda), aveva solo la faccia come il culo!
qualche settimana qui in francia, alla cassa prioritaria handicappati – donne incinte – adulti con passeggini, c’era una fila di gente che non corrispondeva a nessuna di queste categorie ma appena mi sono messa in coda col mio passeggino si è aperto il varco tipo il mar rosso con Mosè :-D. Ho la brutta sensazione che in italia non sarebbe mai successo
10 Novembre 2010, 18:27
Interessante il commento di Marco: “Le cose sono come la morte: le accettiamo perché valgono per tutti.”
Appunto, come la Legge che in teoria, essendo “uguale per tutti”, si rivela una trappola mortale.
E’ chiaro che su due piedi non è semplice valutare le motivazioni del perché c’è una persona che vuole saltare la fila e apparentemente pare fare il furbo. Per cui io gli avrei chiesto le ragioni della sua fretta, almeno per salvare la faccia, e su quelle ragioni l’avrei lasciato passare.
10 Novembre 2010, 19:08
Quando il tipo è passato all’arrembaggio dell’altra coda ci sarebbe stato da dirgli “questa fila!” (indicandogli il fondo della stessa), con lo stesso tono e volume con cui diresti “al ladro!”
10 Novembre 2010, 20:23
Finche’ non capiremo che nel mondo NON C’E’ NIENTE DI OGGETTIVO, non ne usciremo vivi.
Tutto e’ soggettivo. Mille persone diverse davanti a uno schermo vedono mille film diversi. Una legge viene interpretata in mille modi diversi.
Appunto per questo la legge non e’ uguale per tutti, ma a seconda del soggetto cui si applica dovrebbe essere adattata.
Un tempo nelle antiche tribu’ c’erano i saggi, che servivano proprio a questo, ad amministrare la legge in maniera equa conoscendo le persone.
Oggi la legge e’ amministrata da regole meccaniche con la pretesa superba di essere oggettive, applicate pedissequamente da persone che sempre piu’ spesso, dovendo anche rispondere a criteri di efficienza simili a quelli di uno stabilimento di automobili, finiscono per trattare gli individui come bulloni o patate, ed ecco che ci si scandalizza se alla fine per un vizio di forma, il delinquente matricolato “esce subito” o il ladro di polli marcisce in galera 5 anni per un equivoco…
Immolati sull’Altare di Sua Maesta’ l’Oggettivita’
10 Novembre 2010, 23:14
Io lo avrei candidato sindaco per il movimento 5 stelle.
13 Novembre 2010, 10:38
Qui a qualcuno sfugge che se ci sono vizi di forma che impediscono l’applicazione oggettiva delle leggi il problema non e’ l’applicazione oggettiva ma i vizi di forma.
14 Novembre 2010, 13:50
@simonecaldana: il vizio di forma esiste perche’ una legge deve riassumere in un numero finito di costrutti sintattici una potenziale infinita’ di situazioni (che non possono essere verificate tutte a priori); inoltre, la legge e’ prodotta da esseri umani che sono di per se fallaci – e aggiungo – alle volte influenzati da fattori soggettivi ed emotivi o molto piu’ spesso da interessi personali o di tribu’ (leggi “corporazione”), anche se talvolta non ne sono neppure consapevoli, e ove lo siano, probabilmente non lo ammetteranno mai nemmeno sotto tortura per questioni di orgoglio e di status (le persone con una certa mansione non devono ammettere gli errori se non messi alle strette, diversamente perderebbero in AUTORITA’), e la riprova te la da talvolta l’accapigliarsi di eminenti scienziati arroccati su differenti modelli.
Puoi pensare di migliorare l’efficienza del processo di produzione delle leggi, ammesso che vi si riesca di questi tempi, ma l’umanita’ non sara’ mai qualcosa di perfettamente deterministico da diventare MECCANICO, non ci sara’ mai una regola che ci consenta di dormire beati (tanto le leggi meccanicamente normano tutto il normabile e risolvono tutto il risolvibile).
Semplicemente e solo per il fatto di essere impregnati di desideri di perfezione, di aspirazioni, di emozioni soggettive, e’ utopia il pensare anche solo lontanamente di riuscire a demandare a una persona qualsiasi (in modo intercambiabile) l’applicazione delle leggi e sperare che esse vengano applicate in maniera oggettiva, e quando pure riuscissimo in uno scopo del genere, secondo me avremmo perseguito qualcosa di totalmente inumano, forse peggiore di Auschwitz.
Le leggi vanno bene come sono in quanto sono l’immagine di chi le ha fatte; operiamo al meglio con quelle che abbiamo a disposizione e al limite cerchiamo di migliorarle a posteriori; assurdo pretendere che gli strumenti siano perfetti se il loro creatore non lo e’.
Naturalmente questa e’ una visione personale, piu’ intuitiva che mentale, e mi risuona sempre la vecchia frase del buon Tacito antico, che dice in sostanza che dove ci son troppe leggi c’e’ corruzione, o quanto meno mala fede.
26 Novembre 2010, 14:57
(BTW… auguri per il post numero 2000. Ok, è solo la chiave primaria della tabella e non il duemillesimo post, comunque auguri lo stesso)