Il deserto
Il deserto entra dalla porta d’improvviso e senza chiedere permesso, e, prima che tu te ne accorga, ha già cancellato ogni direzione. Un unico ocra caldo avvolge ed annulla i sensi e distrugge la logica, perché non c’è logica se non ci sono dati a cui applicarla. La sabbia non è priva di vita, anzi è vita di suo; si muove e si agita su una scala disumana. Il vento dipinge il futuro senza un obiettivo, indifferente alla storia.
Il deserto è dentro come è fuori, è nuovo e vecchio insieme, è un’esperienza assoluta che fa parte dell’esistere. Camminare nel deserto è prima o poi destino di tutti, e poi, si scopre, non è che sia così male. Privandoti dei riferimenti, ti costringe ad ascoltare te stesso, a verificare che tu sappia da solo qual è la direzione giusta. Se non sai chi sei, sarai costretto a girare in tondo all’infinito, vagando senza meta; se saprai guardarti dentro, magari dovrai patire la fame e la sete, ma troverai senz’altro l’uscita.
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