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sabato 4 Giugno 2011, 12:57

Gioca indigner? No grazie

L’invito del prefetto ai sindaci della Valsusa – fate spostare i manifestanti No Tav nelle piazze dei paesi, toglieteli dalla Maddalena in modo che il cantiere possa cominciare – non è nuovo: me l’aveva già fatto Stefano Esposito in televisione. E’ un invito ingannevole, perché cerca di dividere la protesta in due categorie, quella “democratica” e quella “non democratica”; dove la protesta sarebbe democratica solo se non disturba, se non sortisce effetto, se si limita a una testimonianza inefficace di dissenso.

Questa è una manipolazione che bisogna respingere subito: la protesta, per definizione, deve avere degli effetti concreti, se no tanto vale non farla. Non si vuole ovviamente giustificare l’estremo opposto, tipo i continui scioperi degli autobus ad ogni stormir di fronde il venerdì pomeriggio; ma è una ben strana idea di democrazia quella in cui si può protestare solo se non si disturba.

Fa il paio con l’altra strana idea di democrazia propagandata a Torino in queste settimane, quella per cui una maggioranza può imporre alla minoranza qualsiasi cosa, solo perché è maggioranza. A parte che le quantità dei due fronti non sono così certe, tutta la civiltà dell’ultimo secolo si basa sul concetto di diritti umani, ovvero di prerogative inalienabili del singolo di cui la maggioranza non può disporre: anche se la maggioranza vota per discriminare gli ebrei, ciò non rende tale azione né legittima né democratica.

La nostra Costituzione non prevede alcun diritto al trasporto veloce, ma prevede il diritto alla salute (art. 32) e la tutela del paesaggio (art. 9), nonché (art. 17) il diritto di riunirsi “pacificamente e senz’armi” che può essere limitato solo per “comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica” (sicurezza e incolumità; non certo “c’è da montare un cantiere”). Migliaia di persone che si radunano pacificamente in un luogo per bloccare un cantiere sono un problema politico, non di ordine pubblico; e la pesante devastazione dell’ambiente in cui vivono queste migliaia di persone è una grave lesione del loro diritto alla salute, dunque è incostituzionale.

Io vorrei però ritornare alla questione delle manifestazioni che non disturbano; perché è una questione più importante di quel che sembra. L’Italia, infatti, è stata riempita negli ultimi mesi da molte manifestazioni che non disturbano; bellissime passeggiate in centro del sabato pomeriggio, una volta con bandiere viola, l’altra volta con bandiere rosa, una volta coi gomitoli di lana, l’altra in bicicletta, oppure con pupazzi, casseruole, stendendosi in mezzo alla strada, quel che volete. Tante belle manifestazioni per gioco organizzate dalla “opposizione”, che permettono agli italiani di sfogarsi in modo innocuo, senza disturbare; ci si diverte, ci si complimenta perché “siamo tantissimi”, ci si sente più buoni e il giorno dopo tutto torna come prima, a parte gli organizzatori che subito tentano la carriera politica in uno dei partiti di centrosinistra.

L’unica manifestazione che abbia veramente ottenuto qualcosa nelle ultime settimane è stata quella degli operai della Fincantieri: sono entrati in prefettura, hanno mollato quattro ceffoni (non metaforici) ai rappresentanti dello Stato, e magicamente il piano industriale, fino a un momento prima necessario e imprescindibile, è stato ritirato. No, non è una bella cosa, ma è così: lo Stato è sordo e in mano agli interessi di pochi, la democrazia italiana è un simulacro vuoto, e se vuoi farti sentire devi alzare la voce; devi concentrare la tua rabbia sul risultato, e non sugli sfoghi innocui che ti offre il sistema.

Sarebbe compito di chi ci governa far sì che le istanze sociali possano essere accolte dallo Stato col dialogo, e invece, anche da politici che si autodefiniscono di “sinistra”, arrivano solo inviti a schierare l’esercito; destra e sinistra, per anni, hanno manipolato i tavoli istituzionali escludendo le voci dissenzienti e convocando solo quelle ben disposte a dargli sempre ragione. Il PD con la Valsusa si comporta come Marchionne con la FIOM: “non me ne frega niente se rappresenti migliaia di persone, o mi dai ragione o ti butto fuori dai negoziati”. E’ così che quelle migliaia di persone perdono ogni fiducia nello Stato e ne diventano antagoniste, e una parte poi passa alle pietre, e qualche esaltato può andare anche oltre.

La responsabilità di questa deriva non è dei cittadini, è dei politici, e della loro esplicita e calcolata strategia della tensione. La Valsusa potrebbe segnare un punto di non ritorno: se lo Stato userà violenza, si delegittimerà da solo e darà un segnale tremendo, quello che con lo Stato ci si può relazionare solo con la violenza; creerà nuovi martiri, nuove faide e altra violenza.

Il mestiere del politico non è invocare i manganelli, è costruire il consenso attorno a una soluzione; è anche accettare il fatto che, se il consenso non c’è, la soluzione non è proponibile. Hanno avuto vent’anni per convincerci della bontà di quest’opera, e non solo non ci sono riusciti, ma l’opposizione cresce giorno dopo giorno. Se nel resto d’Italia la gente ancora (ma per quanto?) si accontenta delle innocue passeggiate del sabato pomeriggio, in Valsusa ciò non accade. Ne prendano atto.

P.S. Ribadiamo l’invito a tutti i consiglieri comunali di Torino a venire a vedere di persona il presidio della Maddalena, a chiacchierare tranquillamente con le persone della valle, lunedì pomeriggio alle 16. Finora abbiamo ricevuto solo gentili dinieghi per improrogabili impegni istituzionali; vedremo se veramente qualcuno è interessato al dialogo.

[tags]no tav, valsusa, violenza, nonviolenza, manifestazioni, scioperi, fincantieri, costituzione[/tags]

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7 commenti a “Gioca indigner? No grazie”

  1. Pippo:

    In effetti da qualche tempo leggo che in centro a Torino si svolgono dei flash mob di protesta.
    Sarò troppo vecchio per apprezzarli ma penso che rientrino in quelle manifestazioni che non servono a nulla.
    Su youtube vi sono dei bei flash mob rappresentati anche in Italia, ottimi dal punto di vista artistico ma da qui a volerli assurgere a protesta ce ne passa.
    Poi vi è un altro fenomeno che mi lascia perplesso, quando vi è qualche problema si apre una pagina su Facebook. Un’azienda sta per chiudere? Apriamo una pagina di Facebook!
    Quelli della Fincantieri sono degli operaiacci poco moderni evidentemente, hanno usato i sistemi degli anni ’70, però temo che siano ancora validi alla faccia di qualsiasi social network.
    Per quanto riguarda il PD abbiamo ben poco da aspettarci, Chiamparino osannato dai più andava a giocare a carte con Marchionne, era favorevole agli accordi capestro tra Fiat e sindacati, era favorevole alla TAV, all’inceneritore, alla privatizzazione dei servizi pubblici tra cui l’acqua.
    Tempo che Fassino seguirà esattamente la stessa strada.
    Pertanto il dialogo sempre e con tutti ma antenne dritte!

  2. Berto:

    I sistemi degli operai della Fincantieri hanno funzionato benissimo in quanto si tratta praticamente di un’azienda parastatale, dove ancora per una volta. a spese di tutti i contribuenti, lo Stato ha calato le braghe e fornito un po’ di ossigeno sotto forma di qualche commessa… sussidiare un’impresa decotta potrà tenerla in vita ancora per un po’ e calmare momentaneamente i lavoratori, ma credete che si possa andare avanti così all’infinito? Poi possiamo sognare di ritornare agli anni ’70 finché ci pare… tanto ci penseranno cinesi e indiani a svegliarci!

  3. Pippo:

    Bravo Berto!
    Allora non sono i cinesi e gli indiani che devono avvicinarsi e raggiungere il nostro sistema di diritti e tutela ma dovremmo essere noi a raggiungere loro?
    Grazie a quelli che la pensano come te ci stiamo arrivando molto velocemente.
    Spero che tu non abbia dei figli, mi piacerebbe sapere come vedi il loro futuro.

  4. mike:

    Bravo Pippo!
    Per mantenere lo stipendio e la pensione ad alcuni vai a prendere i soldi da qualcun altrio. Quelli senza tutele ci sono già, sono quelli che lavorano in co.co.pro. o finta partita iva, che la pensione non la vedranno mai, e ovviamente per i sindacati dei pensionati non esistono. Sanno benissimo che senza sfruttare le nuove generazioni prendendo i soldi dalle loro pensioni future non possono garantire le pensioni attuali.

    Il mio futuro lo vedo di cacca, grazie e questo grazie appunto alla politica sindacale.

    Vorrei poi ricordare la figura barbina che la FIOM ha fatto alla ex-Bertone, in cui ha detto di votare sì al contratto proposto da Marchionne. Dove il no era simbolico come a Pomigliano e Mirafiori hanno fatto gli splendidi per tutelare i lavoratori. Dove invece si rischiava che in no vincesse han detto di votare sì.

    IUnfine mi sembra che negli USA e Canada i lavoratori siano abbastanza tutelati.

  5. vb:

    @mike: Solo per la precisione, il no a Mirafiori ha perso di pochissimo e solo per i voti degli impiegati, non mi sembra affatto che non ci fosse il rischio che vincesse…

  6. Alberto:

    Ho un dubbio: ma se i sostenitori del nucleare o dell’acqua ai privati Sabato e Domenica organizzassero dei sit-in (pacifici) davanti ai seggi elettorali per ostacolare l’accesso degli elettori alle urne, tu lo considereresti un atto di squadrismo o di legittima protesta?
    Il problema è sempre il solito: il patto sociale che sta dietro alla parola democrazia attribuisce poteri in base ad un sistema di leggi costituzionali, e non, sulla base delle quali vengono approvate leggi e varati piani di sviluppo nazionali o locali: sia quelli che ci piacciono che quelli che non ci piacciono. Ognuno ha poi pieno diritto di manifestare dissenso e protesta verso ognuno di questi provvedimenti ed è doveroso concedergli tutte le possibilità di diffondere le motivazioni del suo dissenso, per il diritto di ognuno di noi di essere informato. Tuttavia impedire l’apertura di un cantiere, bloccare un’autostrada, entrare a forza in prefettura, sono manifestazioni che non rientrano nei processi democratici, approvare le quali significa abbandonare il patto di cui sopra che è un patto stipulato più o meno consciamente da tutti i cittadini con tutti i cittadini, NOTAV e SITAV, nuclearisti e antinuclearisti. Per quanto mi facciano schifo le varie leggine sulla giustizia approvate dalla maggioranza di governo in carica, avrei condannato decisamente chiunque avesse occupato (pur pacificamente) il Parlamento per impedirne l’approvazione.
    Anche i più duri critici del Movimento 5 stelle non possono negare che la crescita del movimento abbia del miracoloso e che tale crescita dimostra che la democrazia italiana, pur inquinata da mille tossine, è ancora un sistema aperto ad accogliere nuove proposte e posizioni diverse da quelle mainstream. Se però crediamo nella democrazia ci crediamo fino in fondo ed affidiamo agli strumenti democratici (assemblee democraticamente elette o eventuale referendum) la decisione finale sulla TAV. Buttarsi sotto alle ruspe non ha nessun altro risultato che esasperare i toni, togliere credibilità al movimento e magari legittimare, di sponda, chi vorrebbe usare in modo improprio la piazza per tutt’altri motivi.

  7. Alberto:

    Refuso: ovviamente intendevo Domenica e Lunedì…

 
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