Overbooking
Circa tre ore fa, all’aeroporto di Francoforte, arrivo al gate del mio volo per Torino – in teoria, pochi minuti prima che finisca l’imbarco – e trovo una folla di gente sparpagliata e pigiata nella sala e attorno al bancone; molta di più di quella che può entrare in uno dei (relativamente) piccoli aerei da meno di 150 posti che Lufthansa usa sulla tratta.
Pochi secondi dopo, la signorina prende in mano il microfono e fa il seguente annuncio: “Il volo è esaurito a causa di overbooking. Stiamo ancora cercando alcuni passeggeri disposti volontariamente a partire domani mattina con l’aereo delle 8,55. Offriamo il pagamento dell’albergo, della cena, della colazione e un buono da 350 euro oppure 250 euro in contanti.”
La reazione, contrariamente alle aspettative, è tiepida. Anche io, in effetti, mi pongo il problema: potrei arrivare in ufficio più tardi, non ho nessuno che mi aspetta a casa, perchè non restare? La cifra offerta non è affatto piccola. Poi mi faccio un esame di coscienza, e decido che sono troppo stanco, ho già dormito in albergo stanotte, non ho voglia di cenare da solo e ho soltanto il desiderio di arrivare a casa.
Dopo un po’, comunque, ci ripenso e mi avvicino; tuttavia, mancano solo tre volontari e siamo in quattro potenziali interessati, e gli altri tre sono un gruppo di ragazzi più giovani di me che hanno passato i cinque minuti precedenti a dirsi con entusiasmo “Ehi, ma è quello che guadagno in una settimana!” o “Fico, finalmente cambio il computer!”. Decido che, in effetti, non ho particolare bisogno dei soldi – sicuramente meno di loro – e ascolto la mia voglia di casa.
Ad ogni modo, se l’offerta vi sembra strabiliante, ripensateci: difatti, come ho scoperto ascoltando le conversazioni in sala, a Francoforte c’era una fiera che è finita oggi, e mezzo aereo era riempito da uomini d’affari che tornavano indietro. E’ ampiamente probabile che alcuni di questi si siano svegliati all’ultimo; e lo stesso volo intraeuropeo in economy che con qualche settimana d’anticipo Lufthansa ti dà per 100 euro più tasse, se comprato due giorni prima può costarne tranquillamente 700 o 900, cifra che di tasca mia non pagherei, ma che per un manager, essendo sborsata dall’azienda, non è mai un problema. Nei 600-800 euro di differenza ci stanno tranquillamente sia l’albergo e la cena che i 250 euro in contanti per chi resta a piedi; a Lufthansa conviene quindi vendere questi biglietti anche se il volo è già pieno, e ci guadagna comunque parecchio.
Apprezzo però il fatto che, invece di limitarsi a beccare gli ultimi che arrivano e dirgli “rimanete a terra, questo è il buono per l’albergo e ci vediamo domani”, Lufthansa cerchi dei volontari e li compensi in modo comunque significativo. Non credo che tante altre compagnie facciano lo stesso.
P.S. Anche nel corso di questo giro finesettimanale ho timbrato tutte le caselle: mi sono difatti precipitato in bagno in tutti e tre gli aeroporti coinvolti (nell’ordine Franz-Josef-Strauss, Tegel e Francoforte). Ma l’aria di aeroporto sarà diuretica?