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Archivio per il mese di Ottobre 2006


martedì 24 Ottobre 2006, 10:57

Amicizia

Via blog di Fabbrone, un po’ di ironica esperienza di vita dalla rete:

A woman has a close male friend. This means that he is probably interested in her, which is why he hangs around so much. She sees him strictly as a friend. This always starts out with, you’re a great guy, but I don’t like you in that way. This is roughly the equivalent for the guy of going to a job interview and the company saying, You have a great resume, you have all the qualifications we are looking for, but we’re not going to hire you. We will, however, use your resume as the basis for comparison for all other applicants. But, we’re going to hire somebody who is far less qualified and is probably an alcoholic. And if he doesn’t work out, we’ll hire somebody else, but still not you. In fact, we will never hire you. But we will call you from time to time to complain about the person that we hired.

Nella pratica, le cose sono sempre più complicate di così: se ci si frequenta in modo non casuale l’interesse non può essere di uno solo, ed è psicologicamente impossibile che il rapporto tra un uomo e una donna entrambi eterosessuali e in età fertile non abbia per entrambi una componente fisica, anche se può essere minoritaria, sublimata o controllata quanto si vuole. Il “possiamo essere solo amici” – detto solitamente dalla donna, visto che gli uomini sono istintivamente poligami per costruzione – è sempre una scelta, mai un dato di fatto.

Allo stesso tempo, quella sopra, pur se con diverse varianti, è la storia di quasi tutti i miei rapporti con il gentil sesso; e quel senso di rifiuto immotivato che senti quando il tuo approccio finisce contro un “sei una persona eccezionale, ma…”, mai seguito da una spiegazione, è forse la cosa più frustrante per la voglia di vivere di un essere umano di sesso maschile. E’ un po’ come se le donne che incontri ce l’avessero con te; ma per principio, senza alcun motivo.

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lunedì 23 Ottobre 2006, 16:03

Kart!

Ieri sera non avevo molta voglia di uscire: il weekend è stato un po’ così, nel senso che il cielo era grigio, l’umore era basso, ed era una di quelle circostanze in cui sono poco piacevole sia per me che per gli altri. Perdipiù avevo dimenticato il cellulare nella macchina in garage; ma sono venuti a prendermi a casa, e così, senza troppa voglia, mi son lasciato portare al bowling di via Monginevro per provare i kart.

Ero già andato una volta sui kart tanti anni fa, nelle Marche, ma non era una cosa così seria: ieri ci hanno fatto il briefing, vestito con tuta e casco, messo tre persone sulla pista (che è ricavata su due piani in un vecchio garage), cronometrato in tutti i modi… per meno di venti euro a testa ci hanno fatto fare cinque minuti di prove, ci hanno schierati sulla griglia in posizione, e poi fatto fare dieci minuti di gara.

La psiche umana ha dimostrato ancora una volta tutto il suo potenziale, visto che a fine qualifiche, girando da solo, ero quinto con passaggi da 40-50 secondi a giro, e che invece non appena è iniziata la gara e mi sono trovato in mezzo alla bagarre, con amici/avversari da inseguire e superare, ho cominciato a girare con regolarità sui 31 secondi, con un record di 27. E’ che in queste occasioni si scatenano contemporaneamente frustrazione e competitività, e quindi con una serie di curve al limite (mio) e di sorpassi assassini (un paio di entrate in staccata con portellata, tipo Schumacher con Raikkonen ieri sera, resteranno nella mia storia personale) sono riuscito ad arrivare terzo, non troppo lontano dai primi due.

Insomma, non credevo che fosse così divertente: la sensazione che si prova arrivando a sessanta all’ora, su un cosetto a tre centimetri da terra, al fondo di una discesa che finisce contro il muro del garage, e dell’improvvisa inchiodata con curva a gomito, è davvero piacevole. Torneremo di sicuro, anzi, stiamo già progettando un campionato inter nos…

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lunedì 23 Ottobre 2006, 10:52

Ave, IE7…?

Seconda puntata: mi sono installato Internet Explorer 7 per risolvere il problema, e così ho potuto farci un giro. In pratica, è la versione Microsoft di Firefox: se andate a scaricarlo, vi troverete di fronte a un enorme messaggio che dice che con questa versione ci hanno ascoltato e soddisfatto, ma in realtà hanno solo copiato pari pari le innovazioni di Firefox, come il tabbed browsing e la barra di ricerca. L’interfaccia però è particolare: sono spariti i menu e la maggior parte delle operazioni ora sta in posizioni non ovvie dentro menu a tendina attivati da pulsanti. Sarà…

Per quanto riguarda lo sviluppo dei siti, esiste per fortuna una esauriente descrizione di tutte le incompatibilità con le versioni precedenti, pessimamente tradotta come “elenco di controllo per sviluppatori”. Esistono poi due add-on che vi conviene scaricare e installare, naturalmente dopo aver provato l’autenticità della vostra copia di Windows XP SP2 tramite il controllo Windows Genuine: il primo è il Readiness Toolkit, che in realtà si rivela essere un set di pagine HTML in locale, con informazioni di varia utilità; il secondo è la Developer Toolbar, che contiene un analizzatore DOM (quasi introvabile: dovete premere su Tools, quindi su Toolbar, quindi su Developer Toolbar, quindi cliccare su View DOM nella barra che compare) anche esso copiato pari pari da quello di Firefox (da denuncia…). Anzi no: quando selezionate un elemento della pagina, l’analizzatore di Firefox lo segnala con una cornice rossa che lampeggia tre volte, mentre quello di IE7 con una cornice blu che lampeggia quattro volte…

Comunque, leggendo questo articolo sulle novità riguardanti i fogli di stile, scoprirete che hanno cambiato il valore di default dell’overflow degli elementi, da hidden a visible, per cui è probabile che certe parti che prima venivano nascoste da altre ora restino in primo piano (vedi quello che succedeva a me). Rimettendo esplicitamente a hidden il valore della proprietà in un certo numero di elementi, ho apparentemente risolto il problema, pur dovendo rinunciare a quel bell’effetto per cui il paragrafo in corso si espandeva subito alla fine del riquadro (ora bisogna aspettare il nuovo paragrafo). Però non ho più a disposizione Internet Explorer 6: qualcuno che lo usa mi segnala se è ancora tutto ok?

La conclusione di tutto questo, comunque, tra verifiche anti-privacy, download incrociati, visualizzazioni sballate e incompatibilità sottili, è che la vita è più facile usando Firefox al posto di Internet Explorer, e magari Ubuntu Linux al posto di Windows…

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domenica 22 Ottobre 2006, 15:03

Psicopatologia del processo al SUV

Separatamente, però, vorrei spendere due parole anche per quelli che vivono la caccia al SUV come una battaglia di giustizia sociale.

Lo spunto me l’ha dato la puntata di Ballarò di martedì, dove un sindacalista della corporazione dei pubblici dipendenti si è messo a gridare come se fosse uno scandalo: “Le auto di lusso in Italia sono aumentate in un anno del 12%!” E a me è successa una cosa terribile, ossia di essere per la prima e spero ultima volta nella mia vita completamente d’accordo con Ignazio La Russa, e con la risposta che gli ha dato.

Il punto è che non si capisce perchè possedere un’auto di lusso debba essere una colpa in sè. Perchè se quell’auto è stata comprata con i soldi ottenuti evadendo le tasse, allora è ovvio che chi la guida si merita la riprovazione sociale, e la punizione della legge. Ma se è stata comprata con i soldi guadagnati con un normale mestiere, sia pure di quelli redditizi, una volta pagate le opportune tasse (che, come dicevo l’altro giorno, auspico estremamente salate), dove sta il problema? Anzi, dovremmo essere contenti se i consumi ripartono, e se tante persone in Italia possono permettersi qualcosa che prima non potevano comprare: è un segno che il Paese sta meglio di prima.

E invece, ci sono ancora in Italia troppe persone, specialmente nel sindacato e nella sinistra neoconservatrice alla Bertinotti, per cui la ricchezza è una colpa in sè. Più precisamente, la sensazione che danno queste persone è di una invidia infinita, l’invidia del mediocre e del pigro nei confronti di chi è capace e lavora duro, e grazie a queste due cose ha successo. E’ il solito meccanismo al ribasso per cui diventa una colpa non adeguarsi al fancazzismo naturale dell’italiano medio, che ha la propria apoteosi in quella consistente quota di lavoratori dipendenti intoccabili che vanno in ufficio solo a scaldare la sedia e a scaricare il proprio lavoro sui colleghi; e anzi quelli che si sbattono, creando ricchezza per sè e per gli altri, diventano “i ricchi” da “far piangere”, come dice nei suoi manifesti un partito dell’attuale governo.

Io spero che questo genere di mentalità possa infine sparire, perchè se così non sarà, una volta che tutti gli imprenditori italiani, stufi di pagare tasse crescenti per mantenere spese pubbliche insensate e fannulloni invidiosi, avranno spostato la produzione in Cina e la sede legale in Olanda, a piangere saranno i lavoratori dipendenti e precari. Compresi quelli che invece si sbattono per stipendi da fame.

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domenica 22 Ottobre 2006, 12:31

Ave, IE!

Stamattina, per totale caso, avevo acceso il mio PC Windows (ne ho uno, l’ho comprato un anno e mezzo fa per giocare a World of Warcraft e da quando ho smesso lo uso pochissimo). E così, ho provato ad aprire questo blog con Internet Explorer e… orrore! Succedeva di tutto: in particolare, nella pagina del singolo post l’intero articolo, invece di infilarsi tra il riquadro di sinistra e la colonna di destra, andava a finire in fondo, ben oltre la piega della pagina!

Così ho passato la mattinata a litigare con i fogli di stile; ora persino il pistinissimo validatore del W3C non trova nulla di cui lamentarsi, se non la scomparsa delle mezze stagioni; e anche su IE6 la visione dovrebbe essere a posto, se si eccettua il fatto che Internet Explorer ha di default dei caratteri enormi… ma quelle sono configurazioni a vostro piacimento.

Insisto a consigliare di installare e utilizzare Mozilla Firefox, che è un browser nettamente migliore. Allo stesso tempo, se qualche anima pia avesse Internet Explorer 7, potrebbe fare una prova? Più in generale… ecco, mi ero insospettito quando qualche giorno fa qualcuno si era riferito al mio blog come “quello con la pagina tutta bianca”, ma, se notate qualche problema di impaginazione col vostro browser, potreste segnalarmelo prontamente? Grazie!

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sabato 21 Ottobre 2006, 23:25

Mediaset Premium Howto

Stasera c’era Cagliari-Toro (col senno di poi, è più corretto Cagliari-Abbiati), ed essendo stato paccato dal mio club per una visione collettiva, mi sono detto: perchè non vederla a casa, sfruttando le meraviglie della pay per view?

Se non avete comprato abbonamenti o pacchetti vari, una partita di serie A può essere visibile in tre modi:

  • via satellite, su Sky, per 8 euro (ma dovete già essere abbonati almeno al pacchetto base di Sky);
  • via digitale terrestre, su Mediaset o su La 7 a seconda della squadra e del campo, per 5 euro;
  • via streaming Web, su Rosso Alice, credo per 3 euro.

Scartato lo streaming Web per dubbi sulla qualità dello stesso, ho scelto quindi di provare il brivido di essere uno dei pochi italiani ad utilizzare sul serio la grande innovazione del digitale terrestre; ma con il dubbio di saper come fare.

Il Toro è una squadra Mediaset, il che significa che Mediaset trasmette non solo le partite in casa, ma anche tutte le trasferte, comprese quelle sui campi delle squadre che hanno il contratto con La 7 (è una novità di quest’anno: i due operatori si sono reciprocamente incrociati i diritti per cinque squadre a testa): a me conviene quindi comprare la tessera Mediaset Premium. C’è un sito abbastanza ben fatto (certo meglio di quello orrido di Sky) che fornisce un bel po’ di informazioni, ma ho pensato di lasciare comunque traccia di quel che dovete fare.

Supporrò che abbiate già un “box digitale interattivo”, a forza degli incentivi di Berlusconi, e che abbiate già verificato di ricevere Mediaset Premium; a questo scopo basta effettuare la ricerca dei canali e verificare che nella lista compaiano dei canali denominati “Mediaset Premium 1”, e così fino a 6, e “Premium Attivazione”.

A questo punto vi serve la tessera, che si compra in un qualsiasi negozio di elettronica che abbia i decoder (io l’ho presa da Saturn all’8 Gallery). Si tratta di una scatoletta con tessera e libriccino, che costa 30 euro e vi offre un credito di 25 (se in Italia ti portano via un dazio di ricarica gli operatori telefonici, perchè non dovrebbero farlo anche quelli televisivi?). La si può poi ricaricare acquistando ricariche in negozio, oppure sul sito, con carta di credito.

Una volta ottenuta la tessera, è necessario attivarla. A questo scopo, dovete segnarvi il numero di 12 cifre che è scritto sul suo retro, quindi inserirla nel decoder, accenderlo, e sintonizzarvi sul canale denominato “Premium Attivazione”. Il decoder mi ha risposto subito con un messaggio rassicurante: “Smart card illegale”. Incurante di questo, io ho chiamato il numero verde indicato sulla confezione (ma potete anche usare un SMS o il sito Web), premuto 4, e poi digitato il numero di serie della tessera. La voce registrata risponde che il numero non è valido… calma, sangue freddo, riprova… e voilà!

Due secondi dopo lo schermo del televisore si riempie di una grande scritta lampeggiante “TESSERA ATTIVA” e di un “Benvenuto nel mondo della libertà digitale!” che sembra tratto dall’ultimo discorso di Silvio. Eureka!

Ma la cosa più carina è come fare a comprare il singolo evento: basta guardarlo. Sintonizzandosi sul canale dove sta iniziando o è in corso una trasmissione a pagamento, il sistema manda automaticamente un pop-up per chiedere se si vuole pagare. Con un doppio OK sul telecomando, si effettua l’acquisto e la trasmissione diviene immediatamente in chiaro.

Il che vuol dire che credito residuo e autorizzazione alla visione sono entrambi in locale. Interessante…

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sabato 21 Ottobre 2006, 14:52

Processo al SUV

Ogni tanto noto insospettabili cedimenti nelle persone più impensate. In questo caso, mi sono stupito nel leggere .mau. dare peso alle lamentele dell’unica categoria neotassata su cui tutta l’Italia (tranne ovviamente gli interessati) è d’accordo, quella dei possessori di SUV. L’argomento sarebbe che si tratterebbe di una categoria mal definita, e che a quel punto non si capisce perchè non supertassare allo stesso modo tutte le auto di elevata potenza o di elevato costo. Mi sembra quindi necessario raccogliere esplicitamente i numerosi capi d’accusa contro questo tipo di veicolo.

Adotterò per primo quello più debole o comunque più opinabile: il fatto che sia sufficiente girare per le nostre città per osservare l’anomala quantità di cattivi comportamenti tra i guidatori di SUV. Se per tutti noi il SUV è sinonimo di parcheggi irregolari, sosta in doppia fila in posti impossibili, utilizzo dell’auto anche per fare cento metri, manovre assurde di ogni genere, tagli di strada e inversioni vietate, o siamo tutti vittima di una allucinazione collettiva, o qualcosa di statisticamente vero c’è.

Del resto, venendo a criteri più oggettivi, è indubbio che la caratteristica di questi veicoli di essere sostanzialmente dei fuoristrada permetta loro anche in città di salire su gradini e marciapiedi. In zone poco parcheggiabili, è assolutamente la norma trovare SUV parcheggiati sugli scivoli, sui marciapiedi, sulle piste ciclabili, persino su aiuole e giardinetti.

Dal punto di vista del parcheggio, poi, hanno un altro problema: sono grossi. Nei parcheggi a pettine, ad esempio, stanno in larghezza tra le due righe di pochi centimetri: di fatto, se gli parcheggi vicino, nè tu nè lui riuscite più a salire in macchina. Di norma, portano via due posti invece di uno. Se parcheggiano normalmente a bordo strada, sporgono in larghezza e ostruiscono la visibilità. E quando escono, non si fanno tanti problemi a toccarti o bollarti la macchina, tanto loro sono più grossi.

Quello della visibilità è un altro grosso problema che i SUV causano nelle nostre città intasate. Se sei dietro a uno di loro, non vedi nulla. Se quello davanti a lui inchioda, lui può inchiodare, ma tu gli finisci matematicamente dentro. Se lui (come abitudine) scarta all’ultimo secondo per evitare un ciclista o un pedone, tu rischi di non riuscire a fare lo stesso. Nelle strade strette di molti centri storici, l’arrivo di un SUV costringe i passanti a buttarsi nei portoni per non essere presi sotto.

Ma anche se eliminassimo tutti questi problemi, ne rimarrebbe ancora uno che direi insuperabile: il consumo (e quindi, l’inquinamento). Non è affatto vero che a parità di potenza consumo e inquinamento siano uguali, e quindi un’auto sportiva e un SUV andrebbero supertassate allo stesso modo. Io sono andato su Quattroruote a cercare qualche dato: anche confrontando veicoli dello stesso costruttore e quindi con motori certamente simili, ad esempio la sportiva BMW Z4 e il SUV BMW X5, in due allestimenti di potenza quasi uguale, la seconda (che, pur con 10 kW di potenza in più, ha una velocità massima di 30 km/h inferiore, ed è del 10% più lenta in partenza da fermo) consuma in città 18,2 litri di benzina per 100 km, contro i 12 della prima. Fa un buon 50% di consumo in più, anche rispetto a una “normale” auto di lusso di pari potenza.

Non provate nemmeno a fare il confronto non dico con una utilitaria, ma anche solo con una berlina di classe media. Rispetto a una Ford Focus, l’X5 consuma il doppio; rispetto alla Grande Punto, 2,3 volte; rispetto alla Nuova Panda, 2,5 volte. E tutto questo facendo sempre confronti con modelli a benzina; rispetto a una Nuova Panda con motore turbodiesel Multijet, il consumo è quasi il quadruplo – e per la maggior parte degli usi urbani, dove le persone viaggiano quasi sempre da sole e le velocità sono limitate per forza, la comodità dei due mezzi è quasi la stessa.

Tutta questa benzina bruciata in più si ripercuote non solo in inquinamento aggiuntivo nelle nostre città, con conseguenti targhe alterne e più malattie per tutti e non solo per loro, ma in un aumento generalizzato del prezzo del petrolio: si calcola che il consumo dei SUV a livello mondiale sia pari all’intera produzione dell’Arabia Saudita. Tutto questo petrolio consumato inutilmente fa salire il prezzo del carburante per tutti, compresi i contadini del Terzo Mondo.

A questo punto, se uno proprio vuole utilizzare un veicolo pesante, ingombrante, pericoloso per gli altri, socialmente costoso, e soprattutto molto più inquinante degli altri a parità di prestazioni, faccia pure; ma paghi una tassa extra per compensare di tutti questi danni alla collettività. Io trovo anzi che ci sarebbero molte buone ragioni perchè nei centri urbani i SUV fossero vietati del tutto. Esattamente come sta accadendo per le vecchie e inquinanti auto Euro 0 e Euro 1, che però sono tutte di anziani e poveracci.

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venerdì 20 Ottobre 2006, 20:38

Tutti i commenti

A grande richiesta, ho finalmente aggiunto nel riquadro di sinistra un link per richiamare la lista di tutti i commenti pubblicati, in ordine cronologico inverso. Potete cliccare sulla scritta “Ultimi commenti” oppure sul collegamento al fondo della lista. Se è un po’ che non vi collegate, potrebbe essere utile per vedere se ve ne siete persi qualcuno… almeno, è ciò a cui è servito a me, rientrando dopo due giorni offline!

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venerdì 20 Ottobre 2006, 20:33

Anno zero?

Probabilmente è inevitabile, in tempi di Finanziaria, che tutti siano scontenti, che tutti si lamentino. Eppure, stamattina mi è bastato accendere la radio per sentire solo lamentele, tutte concluse con la perentoria richiesta “lo Stato dovrebbe fare di più per noi”.

Lo diceva ad esempio una sindacalista dei precari pubblici che, dopo aver accusato la CGIL di essere il braccio armato della Confindustria, sosteneva che la Finanziaria fa troppo poco contro i ricchi (più di così che dovevano fare, sparare?).

Lo diceva poi un rappresentante dei residui cassintegrati Fiat, sostenendo che non fosse accettabile che ci fossero ancora 300 quarantenni e cinquantenni in cassa integrazione a fronte del fatto che la Fiat abbia ricominciato ad andare bene senza riprenderseli: e nessuno che abbia avuto il coraggio di fargli l’obiezione più evidente, quella secondo cui le due cose potrebbero essere almeno in parte collegate.

Ma ciò che mi ha più perplesso è stato vedere per la prima volta la trasmissione che segna il ritorno di Michele Santoro in televisione, denominata Annozero (scritto tutto attaccato perchè fa più cool). Santoro sembra vecchio, vecchissimo, fuori posto, tanto che ti viene naturale pensare che dopo aver fatto il giustissimo gesto simbolico di riportarlo in video, lo si potrebbe tranquillamente mandare in pensione.

Quello che però non mi ha convinto è la trasmissione: tutta completamente dedicata ai “giovani di Locri, alla ndrangheta, all’ospedale locale che rappresenta la maggiore azienda del paese: “l’ospedale è la Fiat di Locri”, come dichiarato da un intervistato, rende bene il modo in cui la sanità pubblica è concepita in Calabria, non come servizio ma come modo per dare lavoro, ovviamente clientelare.

Eppure, dopo breve tempo questa specie di trasposizione su schermi nazionali del TGR Calabria ha cominciato a darmi fastidio, fino a farmi cambiare canale. Altro che anno zero: quante trasmissioni come questa abbiamo già visto negli ultimi vent’anni? Con il solito teatrino di giovani e vecchi che si lamentano che lo Stato non fa abbastanza per loro? Che chiedono altri soldi (pare quattro miliardi di euro di fondi pubblici solo lo scorso anno, tra Italia ed Europa) per poi usarli esattamente come tutti quelli ricevuti negli ultimi sessant’anni, cioè per sprechi e clientele?

Io vorrei invece vedere ogni tanto sul servizio pubblico una trasmissione che discuta in positivo, di come possiamo fare a creare nuova ricchezza e nuova economia, magari con forme che ne garantiscano la redistribuzione, e di come risolvere i nuovi problemi di chi produce, non i vecchi problemi di chi vive assistito da sempre. Che parli di quelli che pure in Italia si sbattono, senza chiedere niente a nessuno, e pazienza se l’80% di questi (così come del nostro PIL) si trova nel Nord Italia. Un Nord che sugli schermi di Santoro compare, ma anche qui solo quando c’è da criticare, che sia l’ignoranza dei veneti o il fuoristrada dei cumenda milanesi.

Chiedo troppo?

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venerdì 20 Ottobre 2006, 11:47

Lidl coi baffi

Nella mia attitudine al consumo attivo, stamattina mi sento in dovere di testimoniare la mia recente esperienza con l’unico attrezzo per barba e baffi che troverete alla Lidl, lo Shaving System G.Bellini.

Trattasi di un manico di rasoio più venti lamette bilama usa e getta, che vengono montate a pressione e poi buttate via dopo l’uso (nel mio caso, dati i miei antenati genovesi, dopo almeno una trentina di usi).

Ora, il feedback è misto: alla prova su strada, questo rasoio si rivela essere il diretto discendente di una sperimentazione sui machete effettuata dal Terzo Reich. Per tagliare, taglia: fin troppo. Anche la mia barba densa di tre giorni, in certi punti simile al tappetino dell’ingresso, viene spazzata via al primo passaggio. In compenso, non provate a fare il contropelo: al secondo passaggio viene spazzata via metà della pelle, e vi presenterete in trasmissione con Cairo con una imbarazzante puntinatura rossa.

Insomma, per le situazioni folte va bene, ma per quelle delicate credo che continuerò a usare i normali Gillette

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