Etica online
La conferenza di questi due giorni è stata molto interessante; il tema era “Etica e diritti umani nella società dell’informazione”, una cosina leggera insomma. Il clou è stato probabilmente raggiunto all’apparizione del Global Privacy Counsel di Google, che ha ribadito come loro siano assolutamente a favore della privacy e ci vogliano, in generale, molto bene. Gli avrei chiesto volentieri se non poteva far aggiungere il tastino “dimenticami”, come per suggerimento di .mau., ma è andato via a metà della sessione di discussione aperta e non ho fatto in tempo.
In compenso, il mio intervento (ieri) è andato bene: ho elaborato sulla mancanza di regole chiare per gli utenti della rete, persi tra grandi dichiarazioni di principio e la legge della giungla che di fatto vige su Internet. E poi ho chiesto a chi risponde Google, chi è che controlla le politiche dei motori di ricerca e degli Internet provider, chi offre garanzie di processo contro le minacce legali per far rimuovere contenuti scomodi. E infine, ho sposato la teoria di Stallman secondo cui la proprietà intellettuale innanzi tutto non è proprietà , e non si possono applicare ai prodotti intellettuali gli stessi principi che si applicano agli oggetti fisici; e vi sorprenderete, ma se cinque anni fa a dire queste cose si passava per pazzi o comunisti, oggi è una teoria ampiamente rispettabile; e forse tra un po’ diventerà pure assodata.
Ci sono poi state presentazioni interessanti – ad esempio uno studio su come i diritti umani siano un concetto essenzialmente occidentale, mentre in Asia si parli soprattutto di doveri verso la società , e anzi i diritti individuali vengano percepiti come un indesiderabile ostacolo alla realizzazione di una società ordinata e ben organizzata. Una signora ci ha fatto riflettere sulle discriminazioni invisibili, chiedendo come mai, nei Sims o in Second Life, un giocatore disabile non abbia la possibilità di realizzare un avatar che gli rassomigli. Un ragazzo di EDRI ha sottolineato come due terzi degli atti terroristici in Europa siano concentrati in Corsica e nei Paesi Baschi, e come questo difficilmente giustifichi lo spionaggio organizzato dell’intera Europa. E tanto altro.
Certo, vorrei dirvi che adesso il mondo sarà migliore; in realtà , questo era soprattutto uno spottone per il codice etico (l’ennesimo) che l’UNESCO sta preparando per la rete, senza realizzare che una organizzazione internazionale non è più nella posizione di dettare direttive etiche ad alcuno. Però sono contento di essere venuto.