Una visita a Radio Flash
Questa non ve l’ho ancora raccontata, ma, in mezzo al caos professional-politic-personal-natalizio della scorsa settimana, ho trovato pure il tempo per una chicca: la prima visita della mia vita negli studi di Radio Flash.
Chi segue questo blog sa che io sono un fedelissimo ascoltatore di Flash, anche se il mio ascolto della radio è limitato ai trasferimenti in auto; cominciai ad ascoltarla con l’inizio delle mie pendolate autolavorative, nel 1999, e da allora non ho più smesso. Il motivo è che, nel panorama torinese e almeno per quanto io ho potuto ascoltare zappando ogni tanto, Flash è sia quella con i programmi più interessanti che quella con la musica migliore (da dove credete che vengano molti degli artisti poco conosciuti di cui parlo ogni tanto sul blog? anche se ultimamente mettono un po’ troppo spesso musica elettronica pesante…)
Ho interagito varie volte, anche se poi non così spesso, con i programmi di Flash via SMS e mail; il punto più alto fu forse raggiunto con la lettura in diretta della mia fenomenologia di Monia Lacisaglia. Tuttavia, non mi era mai successo di andare nei loro studi, anzi i loro studi avevano un che di misterioso, perché ogni volta che capitavo a Hiroshima Mon Amour mi chiedevo sempre dove diavolo fossero, visto che nei dintorni del locale non si vedeva alcun ingresso della radio.
La risposta è facile: si entra sul retro, da via Pio VII – e sottolineo che via Pio VII non va confusa con via San Pio V, cari confusori di papi! Comunque, l’ingresso in codesta antica scuola media che il Comune generosamente concesse alla Hiroshima holding non è niente di impressionante, se non per un oggetto a noi tutti caro, ovvero la Vespa nera di Dario Castelletti parcheggiata fuori. Entrando con una lacrimuccia di commozione ecco la seconda sorpresa: pensavo di essere lì per una riunione e vengo invece (peraltro con grande piacere) proiettato direttamente nello studio, dove Fabio Malagnino con Gianluca Gobbi, tutti i giovedì dalle 13,30 alle 14, si occupano di Internet: e così una coppia di blogger torinesi, VB e VP, si sono messi a commentare in diretta e senza preavviso le nefandezze maroniane contro la rete… e di questo storico evento non è rimasta traccia!
La radio è una grande famiglia orale, tanto che l’associazione di facce alle voci radiofoniche sa un po’ di peccato grave. In questo caso, oltre ai due succitati, l’effetto più particolare è stato vedere un tizio semisconosciuto (semi perché il nostro comunque è apparso in varie trasmissioni locali, insomma la faccia non era del tutto ignota) farsi i fatti suoi avanti e indietro tra lo studio e l’ufficio e ogni tanto dire qualcosa con la voce di Castelletti. E’ andato anche a mangiare, dunque posso senz’altro pubblicare uno scoop esclusivo per voi: anche Castelletti mangia!
Non so se mi capiterà ancora di visitarli; trovo la radio locale un mezzo affascinante, libero e interattivo, in un certo senso l’unico antesignano dei blog e della loro capacità di informare e insieme promuovere una discussione e una comunità . Dunque, lunga vita alla radio; tutto il resto è ombra e polvere.
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