La scorsa settimana, come se non avessi già abbastanza da fare, mi scadeva la revisione dell’auto; così giovedì pomeriggio, in pieno caos da preparazione dei pacchetti di firme per la mattina seguente, sono dovuto andare per un’oretta dal meccanico e aspettare mentre mi facevano tutti i controlli.
Ma non è stata un’ora buttata, perché nella saletta d’attesa dell’officina ho potuto trovare e leggere una cosa fantastica: un numero dello scorso dicembre di Dipiù (Cairo Edizioni), rivista che non avevo mai preso in mano in vita mia. E siccome sospetto che non l’abbiate mai fatto nemmeno voi, lasciate che vi descriva brevemente cosa ci ho trovato.
Il numero si apre con una lunga lettera al direttore Sandro Mayer sul tema “cos’è veramente la fede?”. Il pio direttore risponde naturalmente che ognuno cercherà la propria via, ma che per farlo meglio è opportuno leggere e regalare a tutti gli amici il suo libro La grande storia di Padre Pio, o in alternativa il suo nuovo libro La grande storia di Gesù, “una narrazione trascinante che, facendo rivivere l’epoca in cui Gesù fu uomo tra gli uomini, ci accompagna con naturalezza alla scoperta del suo straordinario destino e ci porta nel cuore del mistero che continua a illuminare la Storia.”.
Si prosegue poi tra pubblicità , servizi su Amanda Knox e uno special sulla vita di Babbo Natale, per arrivare a un altro pezzo forte: quattro pagine di testo e foto che raccontano il terribile incidente automobilistico di Emanuele Filiberto – incluse foto assolutamente naturali di lui che, seduto vicino a un’ambulanza, guarda il cellulare con due cerotti sulla faccia con una espressione dolorante che ricorda le migliori prove attoriali di Raoul Bova.
I fatti sono chiari: uscito dalla sua palestra di Parigi, il principe canterino prende la sua moto senza nemmeno mettersi il casco integrale, parte, e dopo pochi metri piazza una ruota sulle strisce bianche e scivola come un pirla qualsiasi (ed è già la seconda volta che cade). La narrazione però è altra cosa: il principe ricorda come, in quei brevi attimi di paura, lui nel cuore portasse Roma, o meglio pensasse che se fosse stato a Roma ci sarebbe stato il sole e non la pioggerellina che bagna le strisce su cui si schiantano i principi; e infine chiede perdono alla moglie, di cui è profondamente innamorato, e ringrazia Dio per averlo fatto tornare senza tanti danni alla sua umile vita di miliardario a Parigi. Firmato (c’è proprio la firma) Emanuele Filiberto, anche se dalla firma sembra più Ele Fililato J. Sav I-E.
Seguono pagine e pagine di “foto delle stelle”, tra cui una in cui fisso un volto e mi dico “ma chi è questa 35enne mostruosamente brutta?”, e solo dopo due minuti, ma veramente due minuti, leggo la didascalia e mi accorgo che è una irriconoscibile Nicole Kidman: va bene voler sembrare giovani, ma meglio belle di mezza età che mostruose e sfigurate, no? Sembrava che fosse finita sotto una pialla…
La sezione continua con “gli abiti delle stelle”, foto di “attrici” sconosciute (sempre meglio attrice che igienista dentale) con una grossa scritta “a cura di Isabella Mayer”, immagino assolutamente priva di legami di parentela col direttore. Segue un “calendario delle nonne famose” di cui parte sono altrettanto sconosciute ma probabilmente mogli di chissà chi.
Giro la pagina e arriva un altro duro colpo: la rubrica “La posta di Francesco Alberoni”. Alberoni no, vi prego, c’ha oltre 80 anni, faceva tristezza già quando ne aveva 60, quando ne aveva 40 non so, non ero ancora nato.
Seguono due pagine in cui una concorrente eliminata del Grande Fratello 10 scrive una lettera aperta a un’altra concorrente. Sono i veri problemi della vita: del resto le due pagine di lettera si possono riassumere brevemente con “la prossima volta lavati”.
Sono in riserva, le energie scarseggiano, non ho la forza. Ce la metto tutta per arrivare in fondo, e giro pagina.
Basta il titolo: “La posta di Federico Moccia”.
Dove “Sara, quindicenne di Roma”, racconta che “mi sono baciata, ma baciata sul serio, con Nicolas, un ragazzo di tredici anni”. No, non sei rimasta incinta; comunque, il racconto verte sul fatto che si sono messi insieme, e all’inizio era bellissimo e lui le diceva “amore, tesoro”, ma poi il tempo è passato, e lui è diventato freddo, e non facevano più le cose insieme come prima, e insomma, alla fine lei è stata costretta a lasciarlo, dopo una settimana.
Ecco, lì non ce l’ho più fatta e ho preferito dedicarmi a qualcosa di più piacevole, tipo respirare i gas di scarico della mia auto in prova. E non ero arrivato nemmeno a metà .
[tags]dipiù, cairo, editore, riviste, sandro mayer, fede, padre pio, gesù, emanuele filiberto, alberoni, moccia[/tags]