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venerdì 9 Aprile 2010, 19:38

Tecnofobia

Stamattina, Torino Porta Susa, ora di punta. Mancano pochi minuti alla partenza del regionale per Milano e l’atrio della vecchia stazione è pieno di gente in coda agli sportelli per fare il biglietto: urla, spintoni, sceneggiate sul tema “fatemi passare, il mio treno sta per partire”.

E lì nell’angolo, tre macchinette automatiche perfettamente funzionanti, una occupata, due completamente vuote. Ho persino potuto fare anche il biglietto del ritorno, visto che non c’era nessuno dietro di me!

Effettivamente la procedura di acquisto Trenitalia è piuttosto bizantina e tutt’altro che usabile: geniale l’idea per cui puoi impostare un luogo di partenza diverso dalla stazione attuale, ad esempio per fare il biglietto di ritorno, ma l’elenco delle destinazioni più popolari che subito dopo ti offre la macchinetta è standard e non contiene la destinazione del 90% dei biglietti di questo tipo – ovvero la stazione in cui sei. Comunque, davvero non si spiega come così tanta gente preferisca perdere il treno che mettersi a usare la macchinetta (e se lo fa, si guarda bene dal pagare col bancomat, che pure quasi tutti hanno in tasca: insiste nell’infilare venti volte banconote spiegazzate e poi spendere trenta secondi a raccogliere il resto in monetine); a meno che davvero gli italiani siano convinti che la tecnologia è figlia del diavolo.

[tags]treni, ferrovie, trenitalia, automazione, informatica[/tags]

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3 commenti a “Tecnofobia”

  1. Mike:

    Io un’idea ce l’avrei. Per l’uso del bancomat se normalmente questo non risulta disponibile o disabilitato, l’utente evita di perdere tempo e preferisce perdere trenta secondi con le monetine che rischiare di perdere due minuti perché il bancomat non conclude la transazione.

    Per l’uso in generale delle emettitici la stessa cosa: dopo anni di macchinette malfunzionanti l’utente medio le evita, e la procedura complessa di uso certo non aiuta…

  2. Massimo Manca:

    La cosa ha i suoi vantaggi; per esempio, io non viaggio in autostrada abbastanza da giustificare il fatto di prendermi un telepass, ma in pratica sono quasi comodo come se ce l’avessi, perché la ggente snobba e desertifica i caselli Viacard (dove si può tranquillamente pagare con un normale bancomat senza neanche mettere il PIN) per raggrumarsi in coda ai caselli contanti.

  3. simonecaldana:

    Sono assolutamente a favore di questo comportamento delle masse, come delle lotterie. Più gente si comporta così più benefici io ne traggo. MWAHAHAH

 
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