Mi spiace, per via del mio orgoglio di cronista non professionista, di aver tenuto questo post mezzo scritto nel cassetto per quasi due mesi. Perchè sparare su Guido Rossi ormai è diventato di moda, ma io ne parlo male in tutti i luoghi appropriati (il forum apposito di Toronews, ovviamente) da almeno due mesi.
Perchè, diciamocelo, Guido Rossi è il peggiore di tutti.
Carraro, Matarrese, Moggi sono lo specchio della classe dirigente italiana di questi due decenni, arrivati al potere galleggiando e scambiando favori, cavalcando un partito qualsiasi purchè avesse poltrone da distribuire, o meglio ancora cavalcandoli tutti; ma non fingono di essere differenti da ciò che sono. Rossi, invece, ci è stato presentato come il diverso: banchiere internazionale però comunista, duro coi furfanti ma dal cuore d’oro, efficiente alla milanese ma politicamente abile alla romana, un superman delle emergenze da richiamare dalla pensione per i casi difficili.
E allora, giudichiamolo dai fatti: arriva facendo proclami di onestà e cambiamento e rigore a destra e a manca. Una settimana dopo è già nel ritiro della Nazionale a indossare la maglia numero 10 e a farsi fotografare. Poi fa una serie di nomine (Borrelli ecc.) badando essenzialmente a che siano spettacolari e finiscano sui giornali. Se le cose da fare non vanno almeno in quinta pagina sui quotidiani nazionali, se ne frega e non le fa: la serie C e tutti i campionati dilettantistici sono stati nel caos fino all’ultimo perchè il signor Rossi non si decideva a deliberare sui ripescaggi delle serie minori.
Quando alla fine tutto ha iniziato ad andare in vacca, con le sentenze medie di nonno Ruperto e soprattutto con le sentenze alla “volemose bbene” di Sandulli, Rossi sparisce e sta zitto. Avrebbe poteri straordinari, può commissariare la Lega e invece ci lascia arrivare Matarrese. Riemerge subito dopo la frittata di questa nomina, e invece di fare il possibile per evitare lo sbraco completo, pensa solo ad andare a dissociarsi sui giornali per salvarsi la faccia; e già che c’è, compie l’unico atto concreto di tutta la sua gestione, assegnare uno scudetto ridicolo alla sua squadra del cuore, uno scudetto presunto di cui tutte le tifoserie d’Italia ridono e rideranno nei secoli, festeggiato (dice la leggenda) in piazza Duomo da un solitario Massimo Moratti con bandiere che si fa i cori da solo, preso per scemo da chiunque passasse di là .
E poi, mentre invade i giornali lamentando complotti alle sue spalle e disonestà altrui, di nascosto si cerca un nuovo lavoro, e lo trova anche: presidente del gruppo a cui ha appena regalato lo scudetto. Ma naturalmente, lui, da uomo di sinistra, di rigore e tutto d’un pezzo, non ha mai parteggiato per nessuno.
Ha persino la faccia tosta di cercare di restare al suo posto (si sa, all’Inter di spintarelle ne servono in continuazione), mentre il campionato riparte come era finito: alla penultima giornata dell’anno scorso la Juve in crisi di fiato vince 3-0 in casa del Siena imbottito di suoi scarti, alla terza di quest’anno la Juve in crisi di fiducia – pur l’unica rimasta col cerino in mano nelle sentenze vergogna – vince 3-0 in casa del Crotone imbottito di suoi scarti. Ma naturalmente queste squadre hanno lottato alla morte, nel più sincero spirito sportivo, e non si sono fatte influenzare dalle alleanze strategiche di lunga data!
Dai maneggioni del calcio non ci si poteva aspettare altro; da Guido Rossi si poteva pretendere molto di più. La responsabilità principale è sua e di chi l’ha messo lì (Petrucci, Melandri e Prodi) per poi perdere il controllo della situazione. Anche se a questo punto è evidente come abbiano anche loro perlomeno accettato, se non disegnato, questo risultato; e vista col senno di poi, la proposta che fece Prodi nei primissimi giorni dello scandalo, quella di mettere come commissario Gianni Letta, assume una luce davvero sinistra. Probabilmente in quei giorni s’è giocato un derby milanese a livello politico, per determinare chi sarebbe uscito vincitore dallo scandalo.
Chiudo dicendo che il fatto che il mondo politico permetta questo sfascio è il segno di quanta poca stima abbiano i nostri politici di noi italiani. Danno per scontato che, siccome si tratta di calcio, in fondo ci importi più di salvare lo spettacolo (e, per i tifosi, le loro squadre) che dell’onestà e dei valori base della convivenza civile, e che quindi ci sarebbe stata più gente incazzata di fronte a condanne serie, che di fronte al colpo di spugna.
A prima vista – leggendo ad esempio le reazioni della curva viola, giunta a santificare Della Valle anche di fronte alla piena confessione in diretta TV che rilasciò da Mentana – vien da pensare che forse hanno ragione loro. Eppure, a parte un manipolo di ultrà delle squadre coinvolte, io non ho sentito nessuno che non sia stato disgustato nel profondo da tutta la vicenda.
Molti commentatori sui giornali sostengono, con facile battuta, che Guido Rossi è il signor Rossi, e riflette precisamente l’italiano medio. Probabilmente è perchè vengo da una generazione diversa rispetto all’editorialista italiano tipico, ma a me sembra che rifletta soltanto l’Italia becera e ipocrita che ci ha rovinati, e di cui aspiro a liberarmi con metodi naturali: aspettando che, finalmente, la natura faccia il proprio corso. Se non fosse che, purtroppo, tutti questi signori stanno già piazzando qua e là i propri figli.
P.S. Per gli amanti del mal di fegato, ecco un’altra notizia: lo iettatore biondo Balzaretti, intervistato ieri in diretta a Controcampo, ha detto tranquillamente che loro sono sicuri di essere già in cima alla classifica, perchè c’è stato un accordo sottobanco con la Federazione per scontare la penalizzazione in cambio del mancato ricorso al Tar. Ecco, lo sapevamo tutti, ma almeno quel minimo pudore di non ammettere i maneggi illegali in televisione…