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venerdì 22 Settembre 2006, 14:18

Regole

So perfettamente quanto siano fondamentali le regole per la convivenza civile, ma è anche vero che il rispetto delle regole in modo ossessivo e privo di eccezioni è talmente insensato da coincidere con la definizione di un disturbo mentale (nevrosi).

Per cui, è vero, tecnicamente ero io in fallo; ma saremo più stronzi io e le altre quattro persone davanti o dietro a me che, dovendo andare per cinque minuti nei negozi di una via situata al centro di una zona totalmente imparcheggiabile, invece di spuzzonire il mondo per mezz’ora girando avanti e indietro senza speranza, si sono piazzate in doppia fila a bordo strada; o tu che ti infili con un grosso camion nel cuore di San Salvario e ti incazzi pure se trovi degli ostacoli?

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14 commenti a “Regole”

  1. MarcoF:

    direi stronzi allo stesso livello: pero’ poi non bisogna stupirsi se qualcuno dopo magari un attesa di 20 min per uscire perche’ bloccato nel parcheggio reagisce male…(ad esempio una bella quanto artistica riga sull’auto bloccante).

  2. vb:

    Sì, una cosa è la doppia fila per una commissione davvero veloce nel negozio subito davanti, ed accorrendo subito se qualcuno suona; una cosa è mollare la macchina in mezzo alla strada e sparire per venti minuti…

  3. Mir:

    Mi è capitato mentre cercavo di classificare la vostra specie. Improvvisamente ho capito che voi non siete dei veri mammiferi: tutti i mammiferi di questo pianeta d’istinto sviluppano un naturale equilibrio con l’ambiente circostante, cosa che voi umani non fate. Vi insediate in una zona e vi moltiplicate, vi moltiplicate finché ogni risorsa naturale non si esaurisce. E l’unico modo in cui sapete sopravvivere è quello di spostarvi in un’altra zona ricca. C’è un altro organismo su questo pianeta che adotta lo stesso comportamento, e sai qual è? Il virus. Gli esseri umani sono un’infezione estesa, un cancro per questo pianeta: siete una piaga.

  4. vb:

    In effetti, se in una zona non si trova più parcheggio, i negozi e i locali si spostano in una zona più facilmente parcheggiabile, che però a sua volta si satura. Il commercio al dettaglio come virus?

  5. Mir:

    Non lo so. Si potrebbero scrivere dei trattati su questo. Da mesi tengo sott’occhio due zone vicino a casa mia in cui han costruito dei parcheggi dove prima non c’erano. INei primi tempi eran mezzi vuoti, ora sono saturi! E le condizioni al contorno (negozi, aree residenziali etc.) son rimaste le stesse!
    E inoltre : avete mai provato il Sabato a trovare un centro commerciale vuoto? Io alla fine mi chiedo : “ma quanti cazzo siamo?”. Piu’ ne costruiscono e piu’ son pieni! E in qualsiasi orario! Io una volta andavo di sabato pomeriggio a far la spesa, poi mi son spostato nelle fasce mattutine, poi in quelle serali durante la settimana (con 2 casse aperte su 30 e’ peggio che al sabato) , poi nell’unico giorno in cui un certo supermercato e’ aperto fino alle 22.
    Ah che bello che era girare tra quegli scaffali nei corridoi senza anima viva! Ora siete arrivati anche li’! Ma perche’ non state a casa? Parodie al carbonio ovunque! Mandria mandria! Devo andarci di domenica a far spesa, dove e’ aperto, alle 20. Ma non bastera’ ne sono sicuro. E’ che siamo come il gas, e ora che con il progresso ci fanno muovere, anzi TROTTARE, saturiamo volumi immensi in un attimo…

    Un sito interessante per chi ha voglia di farsi qualche pippetta :
    http://www.fattisentire.net/modules.php?name=News&file=article&sid=56

  6. vb:

    Il principio secondo cui più parcheggi incoraggiano più automobilisti ad arrivare e quindi vengono presto saturati è noto. Però va applicato cum grano salis, se no a questo punto vietiamo la sosta in tutto il territorio cittadino… Insomma è questione di sano buon senso e di un ragionevole mix che permetta di usare l’auto a un costo accettabile quando serve, incentivando l’uso delle alternative quando sono possibili.

  7. Massimo:

    “il rispetto delle regole in modo ossessivo e privo di eccezioni è talmente insensato da coincidere con la definizione di un disturbo mentale (nevrosi)”

    A me sembra che questa frase sia una bella scusa per rispettare le regole o fottersene, a seconda di cosa faccia più comodo.

    Arrivare al punto di pensare di non poter passare in una strada, ancorchè streta, perchè probabilmente ci sono degli ostacoli che non ci dovrebbero essere, è un’aberrazione totale.
    Tanto vale non uscire mai di casa perchè potrebbe sempre cadermi un vaso in testa…

  8. vb:

    Non è affatto questione di fottersene… La questione è: gli esseri umani si danno delle regole per un preciso scopo (nel caso del codice della strada, per permettere a tutti di spostarsi in modo tranquillo ed efficiente). Esistono però dei casi in cui lo scopo viene raggiunto meglio se si viola la regola; in quei casi, un essere umano equilibrato viola la regola, mentre un nevrotico la rispetta anche se è controproducente, solo perchè è una regola.

    Pensa al caso del signore che ha avuto un infarto qualche giorno fa a venti metri dal pronto soccorso del Mauriziano, perchè i medici si sono rifiutati di uscire a soccorrerlo e hanno seguito la regola, che dice di fargli aspettare l’ambulanza; e l’ambulanza è arrivata dopo talmente tanto tempo che il signore nel frattempo è morto. In quel caso, rispettare le regole (il cui scopo è di rendere il soccorso efficace) è stato controproducente rispetto allo scopo delle regole stesse: una persona sicura di sè, che non avesse avuto paura di assumersi responsabilità, le avrebbe violate e avrebbe salvato una vita. Ma il medico voleva soltanto “salvarsi il culo”, che è appunto il motivo per cui ci si aggrappa alle regole, illudendosi che rappresentino un’ancora di certezze in questo mondo di incertezze. (E adesso, tra l’altro, andrà sotto inchiesta lo stesso… proprio perchè la stessa legge riconosce che in certi casi ci sono esigenze che vanno al di sopra dei regolamenti.)

    Nel mio caso, puoi discutere se per il sistema sia complessivamente più efficiente che chi deve andare in un negozio lasci la macchina in doppia fila per cinque minuti, faccia la commissione e vada via, con il rischio di bloccare la strada se arriva un veicolo molto grosso, piuttosto che girare per mezz’ora intasando e inquinando il quartiere in cerca di un parcheggio che non c’è. Su questo possiamo discutere…

  9. Alberto:

    Qualcuno diceva che “Le regole sono fatte per gli stupidi” ed è vero che spesso violare la regola può portare a risultati migliori di quelli che avrei conseguito rispettandola. C’è però il fatto che la valutazione sui risultati dei miei comportamenti è puramente soggettiva e quindi fallace, ma anche ammettendo che io sia estremamente intelligente e che quindi la mia valutazione sia sempre esatta e obiettiva c’è l’aspetto emulativo che ci frega.
    Se ad esempio mi trovo di fronte ad un semaforo pedonale alle tre di notte faccio un favore a me stesso e a tutti quelli dietro di me se analizzo la situazione, guardo con attenzione che non sopraggiunga nessun pedone e passo senza rispettare il rosso. Vi è però il rischio che il mio comportamento sia notato da altre persone che magari non basano i loro comportamenti su un’analisi altrettanto accurata della situazione quanto la mia, e che queste persone si sentano autorizzate dal mio comportamento a violare anche loro la regola, ma senza prestare la mia stessa attenzione e quindi travolgendo il pedone che era sopraggiunto nel frattempo…
    Come faccio a non sentirmi un po’ responsabile anch’io della morte di quel pedone?
    Alberto

  10. Xenomorph:

    Vi sono almeno due livelli di “regole” (assumendo che si parli di regole sensate, atte effettivamente a limitare o prevenire problemi o danni nella società civile). Ci sono quelle che se le infrangi fai direttamente un danno a te o a qualcun altro. Poi ci sono quelle che se “tutti” (o una significativa parte di popolazione) infrangessero, vi sarebbe un danno.
    Mi pare che qui si parli del secondo tipo di regole. E se da un lato posso capire che uno sia portato a considerarle regole rognose, di quelle che ti fanno venir voglia di dire “ma se io la infrango, qui ed ora, e sono l’unico -o uno dei pochi- a farlo, non faccio danno a nessuno,” dall’altro non bisogna assolutamente dimenticare che nell’infrangere una tale regola, si fa implicitamente un danno a tutti gli “ossessivi e nevrotici” che invece la rispettano, poiché senza di loro tu non potresti infrangerla.

    Con ciò non voglio dire che, nonostante sia più a mio agio classificato fra gli ossessivi, io non infranga mai questo tipo di regole. Ma per lo meno sono cosciente del fatto di _non_ aver ragione, e porto con maturità ed onestà il mio bravo senso di colpa senza cercare scusanti.
    Altrimenti… siamo tutti destinati a diventare come Berlusconi di fronte al sistema tributario (o a quello giudiziario, per dirla tutta)! :D

  11. Massimo:

    Mah, vedi, ammetti tu stesso che l’infrazione delle regole presuppone ciò che conviene di più a te, che è proprio il motivo per cui le regole vengono codificate: pensare al bene comune anzichè a quello particolare.
    Nel tuo caso la doppia fila ha sicuramente giovato a te, ma non a colui che hai ostacolato, sul quale provi anche ad addossare un po’ di colpa perchè addirittura pretendeva passare in una via stretta con un mezzo ingombrante, operazione impedita non già dalla strettezza della via ma dall’ostacolo da te frapposto.

    Ed in parte mi dai ragione anche sull’esempio del medico. Quando dici che la legge prevede delle eccezioni, ecco che il medico che finirà sotto inchiesta “non ha rispettato le regole”, che sono tali in tutte le accezioni ed ecezioni previste.

  12. Andrea:

    Mi spiace, ma sto con il camionista.
    In corso Dante, come in tanti altri vie di Torino, è pieno di automobilisti che per ottimizzare il loro tempo (parcheggio in seconda fila perche’ a girare impiego il doppio del tempo utile per la commissione) creano ingorghi chilometrici. Prendi anche l’esempio di via P.Cossa o DeSanctis: di per se è uno stradone a tre corsie bello largo, ma la corsia di destra è sempre tappata da quelli che mollano l’auto per fare un salto al tabacchino.
    In pratica: tu non impuzzolisci il mondo e i panda ringraziano, in compenso ci sono 300m di persone alle tue spalle che si incastrano alla bell’e meglio in un’unica corsia per permetterti questo risparmio.

    Augh.

  13. vb:

    Mi sembra un po’ un dialogo tra sordi, eh, per cui prendo atto di essere in minoranza e la chiudo qui… come del resto sarei in minoranza se entrassi in un qualsiasi bar di via Pietro Cossa e sostenessi, come penso, che chi lascia la macchina lì davanti in doppia fila nell’ora di punta è sicuramente uno stronzo.

    Il punto è proprio saper valutare ogni situazione con la propria testa, distinguendo se, nello specifico caso, sia meglio per il sistema (non per me e basta) che si faccia in un modo o nell’altro. Continuo a pensare che nel caso specifico il vantaggio di permettere a quattro o cinque persone per volta di parcheggiare lì davanti, confrontato allo svantaggio che una volta alla settimana arriva nel quartiere un camion (visto che macchine e furgoni ci passano senza problemi) e bisogna uscire a fargli strada, sia prevalente. Al contrario, il vantaggio di permettere a tre persone di lasciare la macchina davanti al bar, confrontato alle trecento persone che si incolonnano, evidentemente soccombe.

    Se la vostra valutazione di costi e benefici per la collettività è differente, tutto ok. Ma se è un difendere le regole in quanto tali, mi preoccupa che così tante persone intelligenti pensino che a qualsiasi regola proveniente dal sistema si debba obbedire aprioristicamente, invece che valutare ogni volta. (Oppure che le si debba violare sistematicamente, come purtroppo fa la metà degli italiani che non legge i blog…)

  14. Alberto:

    Ribadisco il mio pensiero sull’importanza dell’emulazione. Probabilmente qualcuno prima di abbandonare la macchina in doppia fila fuori dal Bar di Via Pietro Cossa ha pensato “Beh, oggi sono stato a San Salvario ed era pieno di macchine in doppia fila. Se parcheggiano in doppia fila lì che le vie sono strette figuriamoci se non si può metterla in doppia fila qua che ci sono tre corsie…”
    Ciao
    Alberto

 
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