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Archivio per il mese di Giugno 2011


martedì 7 Giugno 2011, 11:00

Una cosa seria, una no

Il calcio, si sa, è una cosa grave ma non seria: basta vedere il Paolo Tramezzani (non a caso ex calciatore) che commenta l’evidente manovra del portiere che si è giocato la partita e deve far pareggiare gli avversari come “lo conosco, è un ragazzo professionista molto serio”.

La cosa seria dunque sta sugli spalti, e per questo vi giro l’appello che sta circolando tra i tifosi per una bimba granata di Milano rapita dal padre e portata in Tunisia: il problema è ottenere l’interessamento del Ministero degli Esteri, l’unico che può fare qualcosa, e il solo mezzo a disposizione di questi genitori è la pressione pubblica; chiedono dunque di inviare alla segreteria del ministro Frattini ( ministrofrattini.segreteria@cert.esteri.it ) una mail in cui si sollecita un intervento:

OGGETTO: RICHIESTA URGENTE VS. INTERVENTO – SEQUESTRO MINORE

PER FAVORE INTERVENITE URGENTEMENTE CON OGNI VOSTRO MEZZO PER RIPORTARE A CASA LA PICCOLA MARTINA DI CITTADINANZA ITALIANA DI SOLI 2 ANNI CHE E’ STATA SEQUESTRATA E PORTATA ILLEGALMENTE IN TUNISIA DAL PADRE BIOLOGICO. CONTATTO: Avvocato Lucio Levi – Albo di Como.

Nel frattempo, in campo, continuano le cose poco serie; diamo così il benvenuto al decimo allenatore dell’era Cairo, quindicesimo se si contano i ritorni, ovvero Giampiero Ventura. Siamo in grado di mostrarvi in esclusiva le immagini di come è stato selezionato il nuovo allenatore: godetevele.

[tags]toro, calcio, serie b, calcioscommesse, tramezzani, ventura, cairo, allenatori, rapimento[/tags]

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lunedì 6 Giugno 2011, 18:17

La politica abbassi i toni sul Tav

Questa mattina ho mandato anch’io un comunicato stampa, che vi riporto sotto, per dire una cosa molto semplice: che i politici non dovrebbero invocare manganelli ed eserciti, non dovrebbero minacciare fisicamente chi la pensa diversamente, non dovrebbero usare toni squadristi, e dunque è ora che tutte le persone di buona volontà e di ogni credo politico dicano al Partito “Democratico” che ciò che dice e auspica non ha nulla di democratico ma molto di fascista, e che serve che tutta la politica smetta di giocare sulla testa e sull’incolumità delle persone e lavori per il suo obiettivo istituzionale, ovvero il dialogo, il consenso, la pace.

Oggi pomeriggio, salito a Chiomonte, mi son trovato sulla testa un elicottero della polizia:

chiomontelicottero_544.jpg

Se il buon giorno si vede dal mattino… chissà se stanotte sarà la notte buona, se lo Stato italiano vorrà perdere la faccia definitivamente e portare un’intera valle a non sentirsene più parte, a non credere più nella democrazia.

Il Movimento 5 Stelle di Torino è allibito di fronte al comportamento e alle dichiarazioni dell’onorevole Esposito e di tutto il PD torinese in materia di Tav.

Riteniamo che un politico responsabile, di fronte a presunte minacce di origine tuttora ignota, avrebbe mantenuto la calma e la riservatezza attendendo i riscontri delle indagini, invece di spararle su tutti i giornali per alzare la tensione. Temiamo dunque che si tratti di una precisa strategia della tensione del Partito Democratico per arrivare allo scontro violento in Valsusa.

Denunciamo in questo quadro anche le minacce fisiche ai nostri militanti da parte dell’onorevole Esposito su Facebook, con frasi come “mai stato pacifista, quindi adesso che lo sai regolati” e “peccato che Boeti non ti abbia dato due schiaffoni”, che esprimono uno squadrismo di scuola fascista che non dovrebbe trovare spazio nel Parlamento italiano, e tantomeno in un partito a parole “democratico”.

Un attacco violento delle forze dell’ordine ai manifestanti in Valsusa sarebbe una sconfitta dello Stato e della democrazia e lascerebbe strascichi per decenni. Rinnoviamo il nostro invito a tutti i politici, purtroppo sinora caduto nel vuoto, a visitare pacificamente il presidio della Maddalena e a lavorare per abbassare i toni anziché alzarli. Auspichiamo che il governo e le altre forze politiche, in particolare quelle come IDV e SEL che ospitano anche esponenti contrari al Tav, vorranno dissociarsi dal PD e ristabilire un clima di confronto civile e pacifico.

[tags]tav, chiomonte, esposito, pd, pace, violenza, valsusa[/tags]

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domenica 5 Giugno 2011, 14:26

Riassunto

La mia infanzia riassunta in dieci minuti.

[tags]commodore 64, giochi, retrocomputing[/tags]

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sabato 4 Giugno 2011, 12:57

Gioca indigner? No grazie

L’invito del prefetto ai sindaci della Valsusa – fate spostare i manifestanti No Tav nelle piazze dei paesi, toglieteli dalla Maddalena in modo che il cantiere possa cominciare – non è nuovo: me l’aveva già fatto Stefano Esposito in televisione. E’ un invito ingannevole, perché cerca di dividere la protesta in due categorie, quella “democratica” e quella “non democratica”; dove la protesta sarebbe democratica solo se non disturba, se non sortisce effetto, se si limita a una testimonianza inefficace di dissenso.

Questa è una manipolazione che bisogna respingere subito: la protesta, per definizione, deve avere degli effetti concreti, se no tanto vale non farla. Non si vuole ovviamente giustificare l’estremo opposto, tipo i continui scioperi degli autobus ad ogni stormir di fronde il venerdì pomeriggio; ma è una ben strana idea di democrazia quella in cui si può protestare solo se non si disturba.

Fa il paio con l’altra strana idea di democrazia propagandata a Torino in queste settimane, quella per cui una maggioranza può imporre alla minoranza qualsiasi cosa, solo perché è maggioranza. A parte che le quantità dei due fronti non sono così certe, tutta la civiltà dell’ultimo secolo si basa sul concetto di diritti umani, ovvero di prerogative inalienabili del singolo di cui la maggioranza non può disporre: anche se la maggioranza vota per discriminare gli ebrei, ciò non rende tale azione né legittima né democratica.

La nostra Costituzione non prevede alcun diritto al trasporto veloce, ma prevede il diritto alla salute (art. 32) e la tutela del paesaggio (art. 9), nonché (art. 17) il diritto di riunirsi “pacificamente e senz’armi” che può essere limitato solo per “comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica” (sicurezza e incolumità; non certo “c’è da montare un cantiere”). Migliaia di persone che si radunano pacificamente in un luogo per bloccare un cantiere sono un problema politico, non di ordine pubblico; e la pesante devastazione dell’ambiente in cui vivono queste migliaia di persone è una grave lesione del loro diritto alla salute, dunque è incostituzionale.

Io vorrei però ritornare alla questione delle manifestazioni che non disturbano; perché è una questione più importante di quel che sembra. L’Italia, infatti, è stata riempita negli ultimi mesi da molte manifestazioni che non disturbano; bellissime passeggiate in centro del sabato pomeriggio, una volta con bandiere viola, l’altra volta con bandiere rosa, una volta coi gomitoli di lana, l’altra in bicicletta, oppure con pupazzi, casseruole, stendendosi in mezzo alla strada, quel che volete. Tante belle manifestazioni per gioco organizzate dalla “opposizione”, che permettono agli italiani di sfogarsi in modo innocuo, senza disturbare; ci si diverte, ci si complimenta perché “siamo tantissimi”, ci si sente più buoni e il giorno dopo tutto torna come prima, a parte gli organizzatori che subito tentano la carriera politica in uno dei partiti di centrosinistra.

L’unica manifestazione che abbia veramente ottenuto qualcosa nelle ultime settimane è stata quella degli operai della Fincantieri: sono entrati in prefettura, hanno mollato quattro ceffoni (non metaforici) ai rappresentanti dello Stato, e magicamente il piano industriale, fino a un momento prima necessario e imprescindibile, è stato ritirato. No, non è una bella cosa, ma è così: lo Stato è sordo e in mano agli interessi di pochi, la democrazia italiana è un simulacro vuoto, e se vuoi farti sentire devi alzare la voce; devi concentrare la tua rabbia sul risultato, e non sugli sfoghi innocui che ti offre il sistema.

Sarebbe compito di chi ci governa far sì che le istanze sociali possano essere accolte dallo Stato col dialogo, e invece, anche da politici che si autodefiniscono di “sinistra”, arrivano solo inviti a schierare l’esercito; destra e sinistra, per anni, hanno manipolato i tavoli istituzionali escludendo le voci dissenzienti e convocando solo quelle ben disposte a dargli sempre ragione. Il PD con la Valsusa si comporta come Marchionne con la FIOM: “non me ne frega niente se rappresenti migliaia di persone, o mi dai ragione o ti butto fuori dai negoziati”. E’ così che quelle migliaia di persone perdono ogni fiducia nello Stato e ne diventano antagoniste, e una parte poi passa alle pietre, e qualche esaltato può andare anche oltre.

La responsabilità di questa deriva non è dei cittadini, è dei politici, e della loro esplicita e calcolata strategia della tensione. La Valsusa potrebbe segnare un punto di non ritorno: se lo Stato userà violenza, si delegittimerà da solo e darà un segnale tremendo, quello che con lo Stato ci si può relazionare solo con la violenza; creerà nuovi martiri, nuove faide e altra violenza.

Il mestiere del politico non è invocare i manganelli, è costruire il consenso attorno a una soluzione; è anche accettare il fatto che, se il consenso non c’è, la soluzione non è proponibile. Hanno avuto vent’anni per convincerci della bontà di quest’opera, e non solo non ci sono riusciti, ma l’opposizione cresce giorno dopo giorno. Se nel resto d’Italia la gente ancora (ma per quanto?) si accontenta delle innocue passeggiate del sabato pomeriggio, in Valsusa ciò non accade. Ne prendano atto.

P.S. Ribadiamo l’invito a tutti i consiglieri comunali di Torino a venire a vedere di persona il presidio della Maddalena, a chiacchierare tranquillamente con le persone della valle, lunedì pomeriggio alle 16. Finora abbiamo ricevuto solo gentili dinieghi per improrogabili impegni istituzionali; vedremo se veramente qualcuno è interessato al dialogo.

[tags]no tav, valsusa, violenza, nonviolenza, manifestazioni, scioperi, fincantieri, costituzione[/tags]

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giovedì 2 Giugno 2011, 11:23

Noi fuori

E a lor signori che grazie a noi stanno dentro al caldo, un po’ blindati e un po’ gramellini, buona festa della loro Repubblica.

Noi fuori dalle grandi speranze e dai loro ingranaggi
noi fuori dalle radio dalle spiagge dalle vacche grasse
fuori dai cortei dalla burocrazia
fuori dalle fabbriche e dai musei
è dall’alto che ci dividono
è là in alto che inventano il pericolo

Noi fuori dai campi dell’orgoglio e dall’ansia di medaglie
noi fuori siamo l’acqua sprecata ai confini dei deserti
fuori dai cortei dalla burocrazia
fuori dalle fabbriche e dai musei
è dall’alto che ci sparpagliano
è là in alto che inventano il pericolo

Noi fuori dalle radio dai minuti di silenzio
dai conteggi dal consenso dai sondaggi dalle scuole
di nostro signore dalle aiuole dai cantieri
noi fuori non sappiamo cosa fare

Fuori dai cortei contro la geografia
fuori dalle chiese dentro ai formicai
è dall’alto che ci dividono
è là in alto che inventano il pericolo

Noi fuori dalle liste dai concorsi
dalle carte dalle curve dai discorsi
dalle rotte dalle risse dalle caste
dalle eclissi dai teatri
dalle aste dai contagi dalla peste
dallo sfarzo e dalla miseria
dalle feste con le droghe serie
dai concerti con le sedie
dai solarium dai cortili coi pavoni
dalle danze dai condoni
da Manzoni e da Mameli
dalle condizioni dei finanziamenti
dai cimeli della brava gente
dai congressi dalle marce
dai sondaggi di opinione
dagli asili e dalle pensioni
noi fuori non sappiamo cosa fare

[tags]repubblica, 2 giugno, gramellini, ministri, fuori[/tags]

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