Rivoli, provincia di Reggio Calabria
La fantastica saga della piccola Locride a ovest di Torino si è arricchita in questi giorni di un altro capitolo. La storia dei commercialisti Ragazzoni – padre e figlio – è nel frattempo giunta all’onore delle cronache, dato che, non paghi dello smacco di non essere riusciti a nominare il figlio revisore dei conti a Rivoli, hanno cercato di riconfermarlo revisore dei conti della Provincia di Torino (il cui presidente Saitta, ricordiamo, è ex sindaco di Rivoli) nonostante fosse stato nel frattempo direttamente coinvolto nell’indagine. Ma non è finita qui!
Ieri, infatti, ho fatto un salto sulla sedia leggendo gli articoli sull’ultimo scandalo di ndrangheta torinese: la scoperta di infiltrazioni nel mercato dell’edilizia, nelle costruzioni dei villaggi olimpici e del quartiere Spina 3, e ovviamente nella realizzazione della Tav (naturalmente l’intervistatore della Stampa fa precisare al magistrato che si tratta della Torino-Novara: volete mica dire apertamente sul giornale cittadino che la Torino-Lione sarebbe, tra le altre cose, una forma di enorme finanziamento pubblico alla mafia?).
Perché, naturalmente, la vicenda si svolge a Rivoli: e dove se no? Si parla dell’Ediltava, immobiliare rivolese che possiede box e appartamenti per sei milioni di euro, che secondo l’inchiesta sarebbero di provenienza calabrese, della cosca ndranghetosa di Ciminà : provincia di Reggio Calabria, dieci chilometri nell’entroterra di Locri. A venti chilometri da Locri sta invece Caulonia, dove l’immobiliare voleva costruire un immancabile centro commerciale, sempre con i proventi del traffico di droga.
Ma la cosa che mi ha fatto saltare sulla sedia non è questa: è che tra gli indagati si trova anche un certo Giuseppe Morena, anche lui commercialista e revisore dei conti, il quale, rivedendo i conti dell’Ediltava, avrebbe valutato e autenticato un prezzaccio – 30.000 euro – per una azienda che ne valeva diversi milioni, quando il boss della cosca, già indagato, si trovò a dover vendere in tutta fretta l’immobiliare a un prestanome per evitare che nel frattempo la magistratura gli sequestrasse tutto.
Speravo in una omonimia, ma uno scambio di telefonate con la nostra colonna rivolese ha confermato tutto: si tratta dello stesso Giuseppe Morena che non più di quattro mesi fa si era candidato sindaco di Rivoli per la coalizione di centrodestra, arrivando – risultato incredibile per un candidato di centrodestra in una città storicamente rossa – fino al ballottaggio.
Di Morena è ancora in linea il sito elettorale, con la sua biografia, dalla quale apprendiamo che è nato a Rivoli da genitori immigrati “dalla provincia di Reggio Calabria”, tanto che ha trascorso le estati della sua giovinezza “a pescare nell’incantevole Stretto di Messina” (il luogo preciso è ignoto; dunque chilometraggio da Locri non pervenuto, ma comunque non elevato). Pertanto, tra una consulenza di finanza etica e il suo lavoro “su un tema molto complesso e particolare che riguarda “La responsabilità Sociale delle Imprese””, deve avere avuto anche il tempo di mantenere rapporti di amicizia con i suoi paesani e di fargli pure qualche favore, naturalmente scorrelato dal suo perdurante successo elettorale in città .
Ma se voi siete di quelli che stanno festeggiando perché ancora una volta i corrotti berlusconiani sono stati scoperti e fermati, forse è il caso che vi fermiate un attimo: perché Morena era sì candidato per il centrodestra, ma fino al giorno prima era assessore al Bilancio della precedente giunta di centrosinistra, nonché membro del direttivo del locale circolo del PDmenoL. Ed era nel centrosinistra, sia pure con proprie liste civiche, almeno dall’inizio degli anni ’90, quando stava nelle file dell’allora PSI.
Non so da dove venga l’attuale sindaco Dessì; so però che anche lui è un ex socialista, e che i rivolesi, liberatisi del sindaco PD uscente Guido Tallone (non calabrese e scaricato dal suo stesso partito dopo un solo mandato) e soprattutto dell’ex ex sindaco e attuale consigliere regionale PD Nino Boeti (il quale invece viene da Taurianova… non temete, lì i chilometri da Locri sono già una trentina), sono stati messi dagli apparati di partito di fronte alla scelta forzata tra due ex compagni di partito socialista: sicuramente una scelta determinante per il futuro della città .
Forse voi pensate ancora a mafia & c. come un fenomeno di costume, limitato ad alcune zone del sud Italia, ma in questo caso è bene che vi svegliate: perché anche da noi, come ormai in tutta Europa, ci sono intere isole mafiose a cielo aperto, e controllano l’economia, il territorio e la politica proprio attorno a noi.
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