Matematica bancaria
Stamattina sono andato in banca per fare una normale operazione; mentre attendevo, l’occhio è stato catturato da una pila di volantini messa in bella vista davanti allo sportello, pubblicizzanti una nuova polizza-investimento. Si tratta di quei prodotti finanziari che hanno la forma di una polizza vita, per beneficiare di tutta una serie di facilitazioni fiscali e protezioni legali, ma sono in realtà un investimento, che il cliente fa essenzialmente a fine di guadagno. Così mi sono messo a leggere, ed ecco cosa ho trovato scritto (in corsivo il testo del volantino, in tondo i miei commenti).
Caratteristiche principali
Polizza index linked a premio unico;
Si mangia?
Decorrenza 17 aprile 2008 – Scadenza 17 aprile 2014 – Versamento minimo: 2500 Euro;
Indici azionari di riferimento: Dow Jones EUROSTOXX 50, S&P 500 e NIKKEI 225;
Si mangiano pure questi? Secondo voi la signora Maria sa cosa sono?
Rimborso del premio a scadenza, legato al rimborso dell’obbligazione sottostante.
Buono, quindi il capitale è garantito: 2500 verso, 2500 riprendo, comunque vada!
Due cedole fisse del 4,45% lordo annuo in caso di vita dell’Assicurato alle prime due ricorrenze annuali del contratto (aprile 2009 e 2010).
Beh, 4,45%, interessante: decisamente di più del Conto Arancio (il riferimento solitamente inarrivabile per i prodotti obbligazionari delle banche italiane).
Quattro eventuali cedole annue lorde – alle successive ricorrenze annuali del contratto (aprile di ciascun anno dal 2011 al 2014) – corrisposte in caso di vita dell’Assicurato e pari, in ciascun anno, alla somma delle performance trimestrali del paniere degli indici di riferimento;
Ok, quindi dopo i primi due anni mi date il corrispondente di come va la Borsa a livello internazionale, giusto?
Ogni performance trimestrale del paniere è pari al minor valore tra la media aritmetica delle variazioni fatte registrare nel trimestre dai 3 indici di riferimento ed il 3%;
Come come? Aspetta che rileggo… In pratica, se in un trimestre la Borsa (e quindi i titoli che voi comprerete coi soldi che vi do) sale del 20%, voi mi date il 3%; però se scende del 20%, la performance è -20%!
Ehi ma… aspetta un attimo; e poi, la cedola che mi date è annua, ma dipende dalla somma dei quattro trimestri calcolati in questo modo… Per cui se nel primo trimestre la borsa sale del 20%, e poi perde l’1% in ciascuno dei trimestri successivi, a fine anno voi avete guadagnato il 17%, ma la mia cedola è zero! E se invece guadagna il 9% per tre trimestri successivi e poi perde il 9% nell’ultimo, a fine anno voi avete guadagnato il 18%, ma la mia cedola è di nuovo zero! E se la Borsa fa su e giù, quando sale voi guadagnate più di me, ma quando scende perdiamo uguale, quindi a ogni su e giù voi vi avvantaggiate! Certo se crolla la Borsa io non prendo la cedola ma voi perdete… ma voglio proprio vedere se la Borsa crolla per 24 trimestri di fila senza mai risalire e senza che voi facciate altro che star lì a guardare con le azioni in mano…
Caricamenti: 1,15% per ciascun anno di durata comprensivo della garanzia minusvalenza caso morte;
Caricamento… caricamento… devo premere play? Che sarà ? Aspetta che cerco su Internet… Toh, guarda: i caricamenti sono “una parte del premio pagato che la Compagnia utilizza per coprire tutti i costi connessi alla raccolta e alla gestione delle polizze emesse”. In pratica sono spese che mi ricaricate! Quindi il 4,45% è al lordo delle spese? Vuol dire che devo togliere l’1,15% dal rendimento… o cosa? E le spese possono mangiarmi il capitale? Ma insomma, sarà conveniente ‘sta roba? Continuiamo a leggere:
La probabilità che il rendimento atteso a scadenza sia in linea o superiore a quello di titoli obbligazionari privi di rischio con durata analoga a quella del prodotto è pari al 15,54% (Fonte: Elaborazione interna – per maggiori informazioni consulta il Prospetto Informativo).
Ok, l’ho copiata proprio come è scritta: allora, com’è la cifra, buona o cattiva? Non sapete? Non vi è rimasta impressa? Eh, peccato che ci sia un grassetto strategico (l’unico di tutto il documento) che “casualmente”, man mano che ti avvicini alla cifra, attrae la tua attenzione, cercando di non farti leggere il numero con cura, e poi ti fa anche pensare “ok questa è la solita clausola legalese, posso anche saltarla”. Purtroppo per loro, anche se in fondo in fondo, sono obbligati a dirtelo: nell’85% dei casi, investendo gli stessi soldi per lo stesso tempo in qualcos’altro e senza alcun rischio, guadagni di più. Ma quanti lo capiranno?
Alla fine, mi sono anche cercato la scheda sintetica, giusto per sicurezza. Credo di aver capito che i “Caricamenti: 1,15% per ciascun anno” vogliono dire che quando gli dai i soldi in mano loro si intascano subito il 6,9% (1,15% * 6), e investono solo il 93,1%, il che vorrebbe dire che la cedola lorda effettiva dei primi due anni è il 3,72445%, e non quasi il quattro e mezzo per cento. Ma la cosa più interessante è la tabellina a pagina 2:
Scenari di rendimento atteso: probabilità dell’evento
Il rendimento atteso è negativo: 0,00%
Il rendimento atteso è positivo, ma inferiore a quello di titoli obbligazionari privi di rischio con durata analoga a quella del prodotto: 84,46%
Il rendimento atteso è positivo e in linea con quello di titoli… : 13,77%
Il rendimento atteso è positivo e superiore a quello di titoli… : 1,77%
Credo che si commenti da sola. E meno male che dopo gli scandali degli anni scorsi ci avevano promesso protezioni adeguate: ma allora, perché una banca può tuttora pubblicizzare in modo vistoso ma confuso un “investimento” che solo nell’1,77% dei casi è più conveniente rispetto ad obbligazioni analoghe e prive di rischio?
[tags]banche, finanza, trasparenza bancaria, parmalat e argentina sono già finite in cantina[/tags]