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Archivio per il mese di Marzo 2008


venerdì 14 Marzo 2008, 14:11

Matematica bancaria

Stamattina sono andato in banca per fare una normale operazione; mentre attendevo, l’occhio è stato catturato da una pila di volantini messa in bella vista davanti allo sportello, pubblicizzanti una nuova polizza-investimento. Si tratta di quei prodotti finanziari che hanno la forma di una polizza vita, per beneficiare di tutta una serie di facilitazioni fiscali e protezioni legali, ma sono in realtà un investimento, che il cliente fa essenzialmente a fine di guadagno. Così mi sono messo a leggere, ed ecco cosa ho trovato scritto (in corsivo il testo del volantino, in tondo i miei commenti).

Caratteristiche principali

Polizza index linked a premio unico;

Si mangia?

Decorrenza 17 aprile 2008 – Scadenza 17 aprile 2014 – Versamento minimo: 2500 Euro;

Indici azionari di riferimento: Dow Jones EUROSTOXX 50, S&P 500 e NIKKEI 225;

Si mangiano pure questi? Secondo voi la signora Maria sa cosa sono?

Rimborso del premio a scadenza, legato al rimborso dell’obbligazione sottostante.

Buono, quindi il capitale è garantito: 2500 verso, 2500 riprendo, comunque vada!

Due cedole fisse del 4,45% lordo annuo in caso di vita dell’Assicurato alle prime due ricorrenze annuali del contratto (aprile 2009 e 2010).

Beh, 4,45%, interessante: decisamente di più del Conto Arancio (il riferimento solitamente inarrivabile per i prodotti obbligazionari delle banche italiane).

Quattro eventuali cedole annue lorde – alle successive ricorrenze annuali del contratto (aprile di ciascun anno dal 2011 al 2014) – corrisposte in caso di vita dell’Assicurato e pari, in ciascun anno, alla somma delle performance trimestrali del paniere degli indici di riferimento;

Ok, quindi dopo i primi due anni mi date il corrispondente di come va la Borsa a livello internazionale, giusto?

Ogni performance trimestrale del paniere è pari al minor valore tra la media aritmetica delle variazioni fatte registrare nel trimestre dai 3 indici di riferimento ed il 3%;

Come come? Aspetta che rileggo… In pratica, se in un trimestre la Borsa (e quindi i titoli che voi comprerete coi soldi che vi do) sale del 20%, voi mi date il 3%; però se scende del 20%, la performance è -20%!

Ehi ma… aspetta un attimo; e poi, la cedola che mi date è annua, ma dipende dalla somma dei quattro trimestri calcolati in questo modo… Per cui se nel primo trimestre la borsa sale del 20%, e poi perde l’1% in ciascuno dei trimestri successivi, a fine anno voi avete guadagnato il 17%, ma la mia cedola è zero! E se invece guadagna il 9% per tre trimestri successivi e poi perde il 9% nell’ultimo, a fine anno voi avete guadagnato il 18%, ma la mia cedola è di nuovo zero! E se la Borsa fa su e giù, quando sale voi guadagnate più di me, ma quando scende perdiamo uguale, quindi a ogni su e giù voi vi avvantaggiate! Certo se crolla la Borsa io non prendo la cedola ma voi perdete… ma voglio proprio vedere se la Borsa crolla per 24 trimestri di fila senza mai risalire e senza che voi facciate altro che star lì a guardare con le azioni in mano…

Caricamenti: 1,15% per ciascun anno di durata comprensivo della garanzia minusvalenza caso morte;

Caricamento… caricamento… devo premere play? Che sarà? Aspetta che cerco su Internet… Toh, guarda: i caricamenti sono “una parte del premio pagato che la Compagnia utilizza per coprire tutti i costi connessi alla raccolta e alla gestione delle polizze emesse”. In pratica sono spese che mi ricaricate! Quindi il 4,45% è al lordo delle spese? Vuol dire che devo togliere l’1,15% dal rendimento… o cosa? E le spese possono mangiarmi il capitale? Ma insomma, sarà conveniente ‘sta roba? Continuiamo a leggere:

La probabilità che il rendimento atteso a scadenza sia in linea o superiore a quello di titoli obbligazionari privi di rischio con durata analoga a quella del prodotto è pari al 15,54% (Fonte: Elaborazione interna – per maggiori informazioni consulta il Prospetto Informativo).

Ok, l’ho copiata proprio come è scritta: allora, com’è la cifra, buona o cattiva? Non sapete? Non vi è rimasta impressa? Eh, peccato che ci sia un grassetto strategico (l’unico di tutto il documento) che “casualmente”, man mano che ti avvicini alla cifra, attrae la tua attenzione, cercando di non farti leggere il numero con cura, e poi ti fa anche pensare “ok questa è la solita clausola legalese, posso anche saltarla”. Purtroppo per loro, anche se in fondo in fondo, sono obbligati a dirtelo: nell’85% dei casi, investendo gli stessi soldi per lo stesso tempo in qualcos’altro e senza alcun rischio, guadagni di più. Ma quanti lo capiranno?

Alla fine, mi sono anche cercato la scheda sintetica, giusto per sicurezza. Credo di aver capito che i “Caricamenti: 1,15% per ciascun anno” vogliono dire che quando gli dai i soldi in mano loro si intascano subito il 6,9% (1,15% * 6), e investono solo il 93,1%, il che vorrebbe dire che la cedola lorda effettiva dei primi due anni è il 3,72445%, e non quasi il quattro e mezzo per cento. Ma la cosa più interessante è la tabellina a pagina 2:

Scenari di rendimento atteso: probabilità dell’evento
Il rendimento atteso è negativo: 0,00%
Il rendimento atteso è positivo, ma inferiore a quello di titoli obbligazionari privi di rischio con durata analoga a quella del prodotto: 84,46%
Il rendimento atteso è positivo e in linea con quello di titoli… : 13,77%
Il rendimento atteso è positivo e superiore a quello di titoli… : 1,77%

Credo che si commenti da sola. E meno male che dopo gli scandali degli anni scorsi ci avevano promesso protezioni adeguate: ma allora, perché una banca può tuttora pubblicizzare in modo vistoso ma confuso un “investimento” che solo nell’1,77% dei casi è più conveniente rispetto ad obbligazioni analoghe e prive di rischio?

[tags]banche, finanza, trasparenza bancaria, parmalat e argentina sono già finite in cantina[/tags]

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giovedì 13 Marzo 2008, 11:38

E’ pur sempre l’Inter

Non sono rimasto per nulla sorpreso, leggendo stamattina sui giornali del dietrofront tra Moratti e Mancini, con il primo che annuncia che Mancini resterà ancora un anno, e il secondo che ringrazia il presidente per “aver capito il mio sfogo”. Anzi, quando ieri invece avevo letto dell’annuncio improvviso dell’allenatore, “me ne vado a fine stagione e magari anche prima”, avrei scommesso proprio su un pronto rimasticamento.

Naturalmente non si sa se alla fine Mancini resterà davvero; almeno però l’Inter è tornata a fare l’Inter. Dove altro trovi un allenatore che dopo aver perso per 3-0 una doppia sfida di Champions League va in televisione a piangere, scaricando la colpa sull’arbitro, anzi su due arbitri diversi evidentemente d’accordo nel danneggiare lo squadrone milanese? E che poi annuncia l’addio ma, si badi bene, solo ai giornalisti della carta stampata e solo alla fine della conferenza stampa, per evitare che qualcuno possa alzarsi e fare l’unica domanda ovvia, ossia “Scusi, ha bevuto?” ?

Dall’altra parte peraltro abbiamo il solito Moratti, quello a cui puoi dare in mano la miglior azienda del mondo e la trasformerà invariabilmente in una polveriera di bambini isterici. Soltanto negli ultimi due mesi è riuscito a promettere un rinnovo di contratto a Figo, che Mancini proprio non vuole, con il risultato che martedì sera Mancini ha chiamato Figo e questo gli ha riso in faccia e si è rifiutato di giocare; a ricoccolarsi Adriano, uno che a Milano negli ultimi anni faceva il professionista solo dentro le discoteche, mandando così il segnale che i giocatori possono fare quello che vogliono; a dimenticarsi di far chiamare Mancini sul prato durante la festa del centenario; ad andare a dire in pubblico che lui avrebbe preso Capello se avesse potuto, e comunque che gli piace moltissimo Mourinho, un po’ come un marito che dichiara ai giornali che se avesse potuto avrebbe sposato un’altra invece di sua moglie: bella idea, Max!

Ma in fondo, l’Inter ci piace così: pur avendo in rosa non una ma due squadre che potrebbero vincere 4-0 tutte le partite del campionato, ancora ancora riuscirà a finire la stagione con i vari pezzi dell’organico che si tirano i pesci in faccia invece di pensare a giocare, con risultati immaginabili.

Grazie Inter, continua a farci ridere! Il problema è che ci ride dietro mezza Europa…

[tags]inter, mancini, moratti, perdenti si nasce e comunque con molta applicazione ci si può diventare benissimo[/tags]

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mercoledì 12 Marzo 2008, 18:24

Un cielo su Torino

Oggi è una giornata bellissima, con un cielo terso spazzato dal vento, una luce abbagliante e le montagne sullo sfondo, immerse però in nuvole lontane. E’ in queste situazioni che a Torino si respira il gelo che scende dalle Alpi, e si vive una strana contraddizione tra il sole che splende e l’odore di freddo che incombe. Anche se c’erano venti gradi, erano venti gradi freddi: come a suggerire che sì, oggi fa caldo, ma domani tornerà la coda dell’inverno.

Dal balcone di casa mia si vede tutto insieme: la città che prosegue ordinatamente e a lungo, ma che finisce per sbattere contro la corona insormontabile delle montagne.

DSC02427.JPG

E’ dalle montagne che il freddo si dilata in spire invisibili, e nasconde già il sole. Cosa ci sia dietro la coltre nuvolosa, non è certo: potrebbe esserci la Valle di Susa, ma anche la Nuova Zelanda o l’intera Terra di Mezzo.

E’ per questo che Torino, apparentemente chiara e di immediata comprensione, nasconde in realtà ogni genere di magia: perché è proprio quando la figura è semplice, come un cerchio su un piano cartesiano, che può nascondere le maggiori complessità.

[tags]torino, nuvole, montagne, piano cartesiano, magia[/tags]

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martedì 11 Marzo 2008, 17:33

Frozen

Avete mai pensato a cosa succederebbe se il mondo si rifiutasse di girare? Un magnifico assaggio l’ho scoperto oggi, trovando le immagini del congelamento del pubblico alla Grand Central Station di New York:

L’azione non è stata fatta né per protestare, né per spaventare la gente; è, più semplicemente, una forma d’arte. Il gruppo che l’ha ideata e organizzata si chiama ImprovEverywhere, e ha come obiettivo quello di “causare scene”: abbellire la nostra vita con qualche momento di assurdo, dimostrandoci quanto sia arbitrario il nostro ordinato comportamento quotidiano.

Naturalmente l’evento ha già fatto scuola, ed è stato ripetuto, in modo del tutto autonomo e localmente organizzato, un mese fa a Trafalgar Square, e anche a Roma alla Stazione Termini.

E’ questa pratica una goliardata, oppure è una forma muta ma potente di resistenza al sistema? Giudicatelo voi; io so che immagini come queste sono davvero affascinanti.

[tags]frozen, grand central, trafalgar, termini, performance art, improveverywhere[/tags]

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lunedì 10 Marzo 2008, 10:49

Di cosa scrivono i giornali

Ero già rimasto colpito ieri, aprendo la prima pagina dell’edizione online della cronaca di Torino de La Stampa, e trovando come seconda e terza voce due articoli sulle donne: prima una intervista al cardinale Poletto centrata sull’ineffabile esortazione “Chiamatele mogli, non compagne”; e soltanto dopo il reportage su migliaia di donne e uomini in corteo per l’otto marzo, per i diritti e per la parità. In questo momento l’intervista al cardinale è ancora lì nei titoli di testa, mentre il reportage è già scivolato nelle notiziole di fondo pagina; e continuo a restare perplesso all’idea che all’opinione di uno, su un giornale teoricamente imparziale, venga data più evidenza che a quella di ottomila, solo perché questo uno è un cardinale di Santa Romana Chiesa.

Stamattina sono rimasto altrettanto perplesso da un’altra osservazione: La Stampa, in home page, apre i rimandi della sezione economica con una intervista a Fabrizio Palenzona, già presidente della provincia di Alessandria per il centrosinistra, poi consigliere di Mediobanca, vicepresidente di Unicredit e tante altre cariche, e anche presidente dell’Aiscat, l’associazione delle società autostradali, di cui fa parte il suo grande amico e conterraneo Marcellino Gavio, quello dei lavori infiniti sulla Torino-Milano; infatti, quando Di Pietro litigò con Palenzona, lui rassegnò le dimissioni e poi, tra le lacrime e in mezzo agli applausi dei soci dell’associazione capitanati da Gavio, accettò con riluttanza di ritirarle.

Bene, Palenzona si lamenta: dice che così, cioè con la riforma dei contratti autostradali realizzata da Di Pietro, non si può andare avanti; che nessuno investirà più nella costruzione di autostrade se c’è il pericolo che lo Stato ci metta troppo il becco, e che anzi ci sono trenta miliardi di euro che i privati sarebbero pronti ad investire, creando zilioni di posti di lavoro e nuove opportunità di sviluppo, ma che Di Pietro glieli blocca; in sintesi, come dice il titolo, “ci rivolgeremo al prossimo governo”. Senza dubbio Palenzona pregusta il momento in cui a fare il sottosegretario ai Trasporti tornerà un altro suo grande amico, Ugo Martinat; a scanso di equivoci, però, gli risponde comunque anche D’Alema, per precisare che anche se vincessero loro Palenzona riceverebbe la giusta attenzione, creando “una autorità terza per ricostruire un quadro di regole sicure”, ossia sottraendo a Di Pietro il potere di rompere i coglioni.

E’ comunque legittimo che Palenzona utilizzi i propri ganci con la Busiarda per difendere i propri interessi; eppure, completamente per caso, poco dopo ho trovato questo articolo, sull’edizione locale fiorentina di Repubblica. Sapete quanto poco mi piacciano i protestatari anti-sviluppo, ma è indubbio che certe scelte progettuali appaiano scriteriate, quando non proprio in cattiva fede, e che si dovrebbe trovare il modo per costruire le infrastrutture impattando il meno possibile sul territorio.

Anche questo è un punto di vista legittimo; peccato che i giornali lo releghino nelle edizioni locali, e quando ne parlano i titoli principali è sempre e soltanto per raccontare scontri o per criticare l’irritante riluttanza della gente a farsi costruire un’autostrada, una discarica, una ferrovia al posto del bosco davanti a casa.

Probabilmente questo modo di trattare le notizie è funzionale a una casta giornalistica – non tanto a livello del povero cronista medio, che infatti nella settima di cronaca scrive ciò che vuole, ma piuttosto a livello di direttori e grandi firme – che sopravvive lautamente grazie alle connessioni con il potere. E’ però triste che anche i grandi giornali si siano ormai trasformati in tifoserie affaristico-politiche, perdendo in buona parte la capacità di essere obiettivi e disinteressati. Peggio, è uno degli elementi che aumentano la frustrazione tra la gente, e i conseguenti rischi di esplosione sociale.

Per fortuna, per capire veramente le cose, ci resta Internet, ed è una grande differenza rispetto anche solo a dieci anni fa; almeno finché il Gentiloni di turno non riuscirà ad imbavagliare anche quella.

[tags]giornali, giornalisti, la stampa, internet, chiesa, donne, autostrade, ambiente, censura[/tags]

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domenica 9 Marzo 2008, 09:43

[Serj Tankian – Elect The Dead]

Oggi è domenica, e mentre voi riflettete sulla sindrome di Gabriella Carlucci io vi concedo un alleggerimento parlando di musica; ma non quella roba elettropoppettina che ascoltano i deboli di cuore.

Il disco è uscito ormai da alcuni mesi, ed è da un po’ che volevo parlarvene: è l’esordio del cantautore armeno Serj Tankian, un ragazzo che ha da poco lasciato il gruppetto di amici con cui suonava e si è dato alla carriera solista, pur promettendo una reunion tra tre anni. Serj è armeno, ma nato in Libano e cresciuto a Hollywood, che contrariamente a quel che credete è oggidì una zona di Los Angeles alquanto in declino, popolata in buona parte di immigrati armeni.

Serj è una persona interessante, e non solo perché basta guardarlo in faccia per scoprire che io e lui dobbiamo essere in qualche misura cugini. La sua musica è… ecco, è come se i Red Hot Chili Peppers, tornati da un soggiorno di cinque anni in Medio Oriente, avessero deciso di abbracciare contemporaneamente l’heavy metal e il piano classico. In più, come facilmente immaginabile viste le sue origini, Serj non ha preso proprio benissimo la politica estera di Giorgino Dabliù, e quindi suole alternare una invettiva furiosa sulla corruzione del governo americano a un brano apocalittico sugli effetti della guerra e sulla società moderna. Non è quindi a caso che il suo sito, in questo tempo di elezioni primarie, si apra con il seguente messaggio:

“WE ARE THE CAUSE OF A WORLD THAT’S GONE WRONG – CIVILIZATION IS OVER – ELECT THE DEAD”

Non so se Veltroni e Berlusconi siano più vivi dei candidati americani; peraltro Elect The Dead è anche il titolo del disco e dell’ultimo brano.

Serj ha fatto le cose in grande, e ha realizzato un video per ciascuno dei brani; ed è stato veramente difficile sceglierne uno da mostrare. Avrei potuto scegliere l’inquietante guerra di soldatini di The Unthinking Majority o lo scenario post-nucleare e derelitto di Sky Is Over, oppure cercare chicche come Praise The Lord And Pass The Ammunition oppure Beethoven’s Cunt, canzone dedicata a quanto lui amasse la sua ex ma lei non fosse troppo a proprio agio con un compositore asociale e ossessionato dalla fine del mondo.

E invece, mi sono limitato al primo singolo, Empty Walls, e al suo video, che all’inizio sembra soltanto una ilare presa in giro e denuncia del militarismo americano. Certo non è normale uscire su MTV con un video che dopo mezzo minuto ha già rimesso in scena l’attentato alle Twin Towers, pur se con le costruzioni dei bimbi! Enjoy, ovviamente a volume sufficientemente alto, perché la musica di Tankian è molto più complessa di quello che sembra; e se vi piace, il 17 aprile probabilmente ci si vede all’Alcatraz di Milano.

Your empty walls, your empty walls
Pretentious adventures, dismissive apprehension
Don’t waste your time on coffins today
When we decline from the confines of our mind
Don’t waste your time on coffins today

Don’t you see their bodies burning? Desolate and full of yearning
Dying of anticipation, choking from intoxication
Don’t you see their bodies burning? Desolate and full of yearning
Dying of anticipation, choking from intoxication

I want you to be left behind those empty walls
Told you to see from behind those empty walls

Those empty walls
When we decline from the confines of our mind
Don’t waste your time on coffins today

Don’t you see their bodies burning? Desolate and full of yearning
Dying of anticipation, choking from intoxication
Don’t you see their bodies burning? Desolate and full of yearning
Dying of anticipation, choking from intoxication

I want you to be left behind those empty walls
Told you to see from behind those empty walls
Want you to be left behind those empty walls
I told you to see from behind those empty walls
From behind those empty walls
From behind those empty walls
The walls
From behind those empty walls (I loved you yesterday)
From behind those empty walls
From behind those empty walls (Before you killed my family)
The walls

Don’t you see their bodies burning? Desolate and full of yearning
Dying of anticipation, choking from intoxication
Don’t you see their bodies burning? Desolate and full of yearning (I want you)
Dying of anticipation, choking from intoxication (To be left behind those empty walls)

I want you to be left behind those empty walls
Told you to see from behind those empty walls
(Desolate and full of yearning, dying of anticipation, choking from intoxication)
Want you to be left behind those empty walls
(Don’t you see their bodies burning? Desolate and full of yearning, dying of anticipation, choking from intoxication…)
I told you to see from behind those empty walls (Fuck your empty walls, fuck your empty walls)
From behind those empty walls (Fuck your empty walls, fuck your empty walls)
From behind those fucking walls (Fuck your empty walls, fuck your empty walls)
From behind those goddamn walls
Those walls, those walls

P.S. Ma siccome nemmeno quest’altra mi esce dalla testa, farò uno strappo alle usanze e incollerò qui sotto anche il video di Lie Lie Lie. Rimettetevi le cuffie, alzate il volume e in men che non si dica sarete catturati da una antica melodia di stampo russo in versione power metal, e vi troverete anche voi a cantare allegri “lalalala lalalala lie lie lie”, sulla storiellina leggera leggera di un fratello e una sorella che si amano sia platonicamente che carnalmente, e visto che così non si può andare avanti lui la convince a suicidarsi insieme; ma poi, giunti sul bordo della scogliera, lui la butta giù da sola e la sfotte perché ci è cascata.

[tags]serj, tankian, elect the dead, empty walls, lie lie lie, musica, system of a down[/tags]

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sabato 8 Marzo 2008, 11:52

Suzukimaruti e la sindrome di Gabriella

Stamattina, leggendo la mia quotidiana sfilza di blog, sono rimasto affascinato dall’ultimo post di Enrico aka Suzukimaruti. Premetto che Enrico è un amico da oltre quindici anni, e anche se negli ultimi dieci ci siamo frequentati poco, quella polvere di ciclostile che ci ha ricoperto mentre facevamo insieme il giornalino del liceo costituisce un legame inscindibile (e poi era pure cancerogena, che sfiga).

Pur essendo un pensatore anarchico e indipendente, Enrico ha una caratteristica commovente: è rimasto fedele al Partito, quello con la P maiuscola, quello a cui tutti noi sabaudi occidentali, cresciuti nella Greater Stalingrado dell’Ovest (la parte di conurbazione torinese compresa tra piazza Sabotino e il castello di Rivoli), abbiamo dedicato cuori e passioni per anni.

Certo, il Partito non ha nemmeno più la P nel nome (anzi no, in effetti nel passaggio da DS a PD ce l’hanno rimessa), eppure Enrico continua a dedicargli sforzi appassionati e argomentazioni razionali, cercando di riuscire nella disperata impresa di provare come esista ancora la famosa diversità, e come insomma PD e PDL non siano più o meno la stessa roba, come ormai pensa la grande maggioranza degli italiani.

Peccato che il momento sia poco propizio: non solo perché tra il PD di Veltroni e il PDL di Berlusconi c’è la stessa differenza che c’era tra il PSI di Craxi e il PSDI di Nicolazzi, ossia una lettera nel nome e il numero di conto in banca; ma perché la blogosfera è piena di casi come quello di Gabriella Carlucci, dove un esponente di partito si sdraia a difesa di una posizione del partito stesso in maniera talmente acritica ed evidentemente slegata dai fatti – nel senso che qualsiasi fatto opposto alla tesi viene ignorato o rigirato in modo da provare la superiorità del proprio schieramento – da suscitare ondate di commenti che svariano tra lo sdegno e lo sberleffo.

Enrico certo non è paragonabile a Gabriella, non ne ha le tette né il patrimonio e anzi, come dicevo prima, la sua indipendenza di pensiero gelosamente conservata è ciò che gli impedirà una carriera politica che con meno onestà intellettuale avrebbe potuto tranquillamente avere; insomma, loda il PD per amore e non per interesse.

Stamattina l’ho un po’ sbeffeggiato anch’io: d’altra parte come si fa a postare un pippone indignato sull’immoralità del centrodestra nel candidare il leader della protesta di casta dei tassisti romani contro la liberalizzazione, quando il centrosinistra ha come candidato premier il sindaco che ha risolto tale protesta imponendo una tariffa fissa per l’aeroporto del 15% più alta del prezzo precedente, alla faccia del mercato e della concorrenza?

Tuttavia, nonostante questo, credo che sia meglio non infierire più di tanto. Enrico – ma come lui molti altri, chi di noi non ha un amico che è ancora convintissimo elettore del centrosinistra? – è come un fidanzato che tesse le lodi della propria innamorata: a tutti gli amici che la guardano sembra indistinguibile dalle altre dieci ragazze attorno a lei, ma, si sa, l’amore è cieco.

[tags]elezioni, politica, pd, pdl, partito democratico, suzukimaruti, carlucci, l’amore è cieco[/tags]

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venerdì 7 Marzo 2008, 15:16

Scava scava

Per carità, riqualificare un pezzetto di città va sempre bene, ma sono rimasto perplesso nel leggere che l’amministrazione comunale ha un nuovo magnifico progetto per rifare piazza Arbarello, prima aumentando la profondità del parcheggio sotterraneo per togliere le auto (un’idea semplice semplice, giusto poco costosa), e poi unificando la piazza alberata con lo spiazzo esistente verso via Garibaldi per realizzare un’area pedonale, con al centro un “padiglione tutto acciaio e vetro” che ospiterebbe le attuali bancarelle di libri e altre attività culturali.

Sono rimasto perplesso per prima cosa perché a duecento metri di distanza c’è già un “padiglione tutto acciaio e vetro”, quello di Atrium Torino, che stanno invece per demolire. E per seconda cosa perché non più tardi di due anni fa, forse anche meno, hanno speso un sacco di soldi per riorganizzare lo spiazzo a parcheggio, aggiungendo le transenne, cambiando la circolazione e così via.

Chissà perché, da quando a Torino è al governo il centrosinistra, si continua a scavare e costruire e demolire e ricostruire qualsiasi cosa: strade, autostrade, ferrovie, linee tramviarie, fogne, palazzi, grattacieli, centri commerciali, stadi… Sarà anche giusto sviluppare le infrastrutture, ma non è che c’entrano qualcosa anche i rapporti di amicizia (quando non di parentela) tra i locali costruttori e i locali amministratori?

[tags]torino, arbarello, costruzioni, politica, edilizia[/tags]

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venerdì 7 Marzo 2008, 14:16

Lidl news

Ho due aggiornamenti per voi fedeli. Il primo è negativo, ed è che al Lidl è comparsa l’inflazione, e i frollini mattutini sono aumentati di botto: i meno cari – i simil-Tarallucci – sono passati da 1,29 a 1,39 €, mentre i più cari – le simil-Gocciole – sono passati da 1,59 a 1,79 €. Sono pur sempre 2,55 €/kg contro i 3,50, 4,30 e persino 5,00 €/kg delle Gocciole ufficiali nei supermercati normali, con un risparmio che va dal 25 al 50 per cento, ma certo ci sono rimasto male.

Il secondo però è che questa settimana hanno in vendita una tastiera + mouse wireless a 20 euro, il solo mouse ottico wireless a 13 euro, e un set di altoparlanti 2.1 per PC a 20 euro. In genere i prezzi di questo genere di cose non sono così convenienti come il resto, ma se vi interessano affrettatevi: secondo me domani saranno già esauriti.

[tags]lidl, prezzi[/tags]

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giovedì 6 Marzo 2008, 16:21

La fine del mondo è vicina

dopo aver scoperto che non solo Gabriella Carlucci ha un blog, ma lo usa per discettare di fisica delle particelle!

In realtà sta cercando di prendersela col neo-nominato presidente del CNR Luciano Maiani, fisico di fama internazionale, la cui nomina è stata bloccata dal centrodestra perché aveva sottoscritto l’appello contro la visita del Papa alla Sapienza: qui un breve sunto. Ma l’effetto straniante dato dalla pervicacia di una soubrette che, in un italiano da quinta elementare, commenta gli articoli di Nature e contesta la competenza in tema di fisica dell’ex direttore del CERN è assolutamente un segno dei tempi: dimostra davvero che la fine del mondo (o almeno dell’Italia) è vicina.

Però leggetevi i commenti, sono esilaranti! (Specialmente quello appena postato da tal Gabriella for Pepsident…)

[tags]gabriella carlucci, carlucci, maiani, fisica, cnr, cern, fine del mondo, politica, elezioni[/tags]

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